Consules Mercatorum di Venezia
Contenuto
Titolo
Consules Mercatorum di Venezia
Denominazione
Consules Mercatorum
Cinque Savi alla Mercanzia
Descrizione
La magistratura dei Consules Mercatorum fu istituita a Venezia nel 1228. Aveva il compito di assolvere gli incarichi connessi al commercio. Compito principale dei consules era il controllo sull'attività commerciale.
La magistratura era inizialmente composta da tre consoli, poi aumentati a cinque a partire dal 1423, per poi tornare a tre.
Nel secolo XIII l'incarico dei consules era di sovrintendente della marina mercantile veneziana e di sanzionare le contravvenzioni commesse in quel settore, soprattutto il sovraccarico delle navi, le partenze in scadenze non previste, i contratti di credito fraudolenti.
A loro sottostavano gli agenti di cambio e le banche, vigilavano sulle aste delle merci a Rialto e a loro erano subordinati gli uffici della messetteria, senza la cui mediazione non era consentito concludere a Venezia alcuna negoziazione. Anche sui sensali del fondaco dei Tedeschi si estendeva la giurisdizione dei consules, come pure sugli scrivani che accompagnavano le spedizioni marittime in qualità di rappresentanti pubblici.
In virtù del controllo esercitato su sensali e scrivani di bordo, i consules mercatorum avevano una visione precisa e completa di tutti gli affari lecitamente condotti dai mercanti di Venezia.
Altra importante responsabilità della magistratura era la stima e la registrazione della capacità di carico di ciascuna nave, premessa indispensabile alla compilazione del registro navale. Essi avevano anche giurisdizione nelle controversie civili, infatti, ad esempio, si occupavano di raccogliere e giudicare le querele fra forestieri o fra veneziani e cittadini forestieri.
Alle sentenze dei consules mercatorum era possibile fare appello tramite un’altra magistratura chiamata dei “sopraconsoli dei mercanti”.
A partire dal ‘500, i consoli cominciarono a perdere importanza, specialmente dopo la nascita della “magistratura dei savi alla mercanzia”, o “cinque savi alla mercanzia”, avvenuta nel 1507.
Quest’ultima magistratura, venne istituita dal senato nel 1507, ma divenne stabile solo dieci anni dopo, nel 1517. I cinque savi venivano scelti tra i membri del Senato in virtù dei loro meriti nel commercio e nella navigazione, e rimanevano in carica dapprima un anno, poi, nel Settecento, non oltre i due.
Questa magistratura si occupò di tutto ciò che riguardava il commercio e non solo, andando man mano a prendere il posto dei consules mercatorum. Essi si occuparono della navigazione, delle arti, delle manifatture della città e dello stato; dei dazi, delle dogane, dei cottimi, dei naufragi, delle assicurazioni marittime, dei sensali, della repressione dei contrabbandi, del monopolio del tabacco, delle strade principali, dell'agricoltura; dei trattati commerciali, dei consoli veneti nelle piazze estere e quelli esteri nello Stato, delle colonie straniere a Venezia e dei mercanti veneziani e sudditi attivi nelle varie piazze; della vita economica in genere e ogni argomento ad essa attinente.
A partire dal ‘600, i savi acquisirono anche competenze giudiziarie, come per esempio la facoltà di emettere sentenze su contenziosi riguardanti gli stranieri residenti nei territori veneziani, come turchi, ebrei e armeni.
Nel 1708 vennero istituiti i deputati al commercio nel numero di due, i quali dovevano affiancare i savi alla Mercanzia nella gestione dell'ormai languente commercio veneziano con particolare attenzione al monopolio del tabacco.
Le due cariche, tuttavia, furono sciolte nel 1756.
La magistratura era inizialmente composta da tre consoli, poi aumentati a cinque a partire dal 1423, per poi tornare a tre.
Nel secolo XIII l'incarico dei consules era di sovrintendente della marina mercantile veneziana e di sanzionare le contravvenzioni commesse in quel settore, soprattutto il sovraccarico delle navi, le partenze in scadenze non previste, i contratti di credito fraudolenti.
A loro sottostavano gli agenti di cambio e le banche, vigilavano sulle aste delle merci a Rialto e a loro erano subordinati gli uffici della messetteria, senza la cui mediazione non era consentito concludere a Venezia alcuna negoziazione. Anche sui sensali del fondaco dei Tedeschi si estendeva la giurisdizione dei consules, come pure sugli scrivani che accompagnavano le spedizioni marittime in qualità di rappresentanti pubblici.
In virtù del controllo esercitato su sensali e scrivani di bordo, i consules mercatorum avevano una visione precisa e completa di tutti gli affari lecitamente condotti dai mercanti di Venezia.
Altra importante responsabilità della magistratura era la stima e la registrazione della capacità di carico di ciascuna nave, premessa indispensabile alla compilazione del registro navale. Essi avevano anche giurisdizione nelle controversie civili, infatti, ad esempio, si occupavano di raccogliere e giudicare le querele fra forestieri o fra veneziani e cittadini forestieri.
Alle sentenze dei consules mercatorum era possibile fare appello tramite un’altra magistratura chiamata dei “sopraconsoli dei mercanti”.
A partire dal ‘500, i consoli cominciarono a perdere importanza, specialmente dopo la nascita della “magistratura dei savi alla mercanzia”, o “cinque savi alla mercanzia”, avvenuta nel 1507.
Quest’ultima magistratura, venne istituita dal senato nel 1507, ma divenne stabile solo dieci anni dopo, nel 1517. I cinque savi venivano scelti tra i membri del Senato in virtù dei loro meriti nel commercio e nella navigazione, e rimanevano in carica dapprima un anno, poi, nel Settecento, non oltre i due.
Questa magistratura si occupò di tutto ciò che riguardava il commercio e non solo, andando man mano a prendere il posto dei consules mercatorum. Essi si occuparono della navigazione, delle arti, delle manifatture della città e dello stato; dei dazi, delle dogane, dei cottimi, dei naufragi, delle assicurazioni marittime, dei sensali, della repressione dei contrabbandi, del monopolio del tabacco, delle strade principali, dell'agricoltura; dei trattati commerciali, dei consoli veneti nelle piazze estere e quelli esteri nello Stato, delle colonie straniere a Venezia e dei mercanti veneziani e sudditi attivi nelle varie piazze; della vita economica in genere e ogni argomento ad essa attinente.
A partire dal ‘600, i savi acquisirono anche competenze giudiziarie, come per esempio la facoltà di emettere sentenze su contenziosi riguardanti gli stranieri residenti nei territori veneziani, come turchi, ebrei e armeni.
Nel 1708 vennero istituiti i deputati al commercio nel numero di due, i quali dovevano affiancare i savi alla Mercanzia nella gestione dell'ormai languente commercio veneziano con particolare attenzione al monopolio del tabacco.
Le due cariche, tuttavia, furono sciolte nel 1756.
Data esistenza: fine
1753
Fonte
F. C. Lane, Normativa e amministrazione del diritto marittimo, in R. Cessi, Deliberazioni del Maggior Consiglio di Venezia, II, Bologna, 1931.
A. Da Mosto, L’archivio di stato di Venezia, Biblioteca d’Arte Editrice, Roma, 1937.
M. Roberti, Le magistrature Giudiziarie veneziane, Kessinger Publishing, 1907.
F. Mutinelli, Lessico Veneto, tipografia Giambattista Andreola, Venezia, 1852.
E. Besta, Il Senato Veneziano, Filippi, 2009.
C. Varagnolo, Storia delle antiche magistrature ed istituzioni dello stato della Repubblica Serenissima di Venezia, Edizioni Papergraf, Piazzola sul Brenta, 2019.
Autore della scheda
Lorenzo Roda
Data creazione Scheda
26/11/2022
Data
1228
Country
Repubblica di Venezia
Place
Venezia
Collezione
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