-
Denominazione
-
Torre di Foxi
-
Data
-
1585
-
Descrizione
-
La torre di Foxi sorge nella omonima località del comune di Quartu Sant'Elena, denominata anche come località “Forada de Sa Tiacca”.
Dalla sua posizione si possono vedere la torre di Sant’Andrea (ormai scomparsa), quella di Mortorio in località "Is Mortorius" (rudere) e quella di "Carcangiolas", anch’essa in stato di rudere e semi inabissata nelle acque del Poetto.
Dalla bibliografia, in particolare da Massimo Rassu, emerge che in origine il toponimo era composto di due termini: Foja Chichis (1639), Fogu Sissia, col chiaro significato di “foce del rio Sixiu”.
Tale nome risale all’epoca medioevale: nel 1365 si ricordava nel territorio di Quartu Sus “lo salt de Xixiu de sota Fox”, appartenente al patrimonio della curia arcivescovile.
Infatti, in un documento del 1732, dove il dispaccio del viceré Giacomo Falletti descrive lo stato delle fortificazioni, si fa riferimento alle torri di Quartu, ovvero le Torri di Fogasisia, Sant'Andrea e Mortorio.
È menzionata tra le torri attive dal sassarese Giovanni Francesco Fara, nella sua celebre opera «Chorographia Sardiniae», scritta tra il 1580 e il 1585, ma pubblicata solo nell'Ottocento. Ma in realtà non si conosce la data esatta di costruzione della torre perché prese tardi la denominazione di “Torre di Foxi”.
In ogni caso, già nella relazione del viceré Michele Moncada del 1578 conservata nell’Archivio spagnolo di Simancas, viene stabilita la costruzione di una torre tra le torri di Carcangiolu e quella di Sant’Andrea.
Comunque, con certezza la torre esisteva nel 1625, in quanto è riportata nella carta del litorale del Golfo di Cagliari, conservata anch’essa nell’archivio di Simancas, la quale riporta questa data. Inoltre, la si ritrova nelle relazioni del de Vincenti del 1730 e del
Della Valleé durante il periodo della dominazione piemontese, che la riportano in buono stato e con due soldati di guardia.
Con una guarnigione di due soldati, la sua funzione principale era quella di avvistare le navi nemiche e di allertare rapidamente le altre torri e le comunità delle parti più interne.
Nel 1793, nella località Margine Rosso situata all'interno fra questa e la torre Carcangiolas, sbarcò un forte contingente di truppe francesi della squadra navale dell'ammiraglio Truguet. La torre ebbe un ruolo importante, in quanto si organizzò la difesa dell’entroterra.
Con la cessazione degli attacchi, dopo la pace di Tunisi, a inizio Ottocento la torre perse la sua funzione difensiva e venne abbandonata.
La torre presentava un forte degrado della struttura muraria in corrispondenza dei lati maggiormente esposti ai venti e nel fronte in cui insisteva l’erosione da parte dell’azione del mare. Le fondazioni sul lato fronte mare erano scoperte, pertanto era necessario fare un intervento di consolidamento e sistemazione dell'area circostante la torre, comprese aiuole ed alcuni camminamenti in pietra. Nonostante la Regione mise a disposizione duecento milioni di lire per realizzare un progetto di recupero del monumento, la torre rimase abbandonata fino agli inizi degli anni ’90.
L’ingegnere Giorgio Cavallo si occupò del progetto di restauro e sistemazione della torre, il cui obiettivo era anche quello di realizzare una sorta di piazzola e, soprattutto, di erigere un solido muretto in pietra destinato a frenare le mareggiate.
La ditta Collu Giovanni comunicò alla Soprintendenza che nella data del 21 febbraio 1991 si era proceduto all'inizio dei lavori della torre di Foxi. Ma un mese dopo, nel marzo 1991, la soprintendente Francesca Segni Pulvirenti comunicò all'Ing. Cavallo e al sindaco di Quartu Sant'Elena la necessità di provvedere ad alcuni interventi diversi da quelli previsti in progetto, in particolare evitare qualsiasi ricomposizione delle murature che non fosse determinata da urgenti necessità statiche e salvaguardare le parti di intonaco ancora in sito e recuperabili
La torre è realizzata con pietre rustiche, bozze e zeppe, di granito grigio e rosa, porfido e arenaria. Destinata a funzione di semplice avvistamento, la torre ha una forma troncoconica, con svasatura lieve (circa 6-7%) e una zoccolatura basamentale appena accennata. La fabbrica è di ridotte dimensioni, con un diametro di circa 7 m alla base e un’altezza media di circa 8 m. La distribuzione degli spazi è articolata in tre livelli, di cui il primo è pieno ed accoglie la cisterna, il secondo è dato da un ambiente unico sormontato da calotta con sesto ribassato, mentre al terzo corrisponde la piazza d’armi, raggiungibile attraverso una botola. Oltre all’ingresso, ubicato a una quota di circa 5 m dal terreno, non sono presenti altre aperture.
L’accesso avveniva tramite una scala mobile in legno o una scala di corda, che poteva essere facilmente ritirata in caso di pericolo, isolando così la guarnigione all’interno della struttura.
Raggiungere Forada de sa Tiacca è facile, ci sono due possibilità per visitare la torre di Foxi. Dalla strada provinciale Leonardo da Vinci si deve imboccare a destra, via Cipro, all'altezza del complesso commerciale "Bellavista" e una volta percorsa la strada per raggiungere la torre è necessario percorrere circa 300 metri.
Oppure si può svoltare a sinistra, in via S'Oru e Mari e, dopo aver costeggiato gli impianti sportivi dell'hotel Califfo, si gira a destra in via Ischia. Lasciata l'auto accanto ad un boschetto di eucaliptus, si imbocca la spiaggetta verso sinistra fino ad imbattersi, dopo poche decine di metri, nella torre spagnola. Fino a pochi anni fa non esisteva nemmeno un cartello di segnalazione turistica che è stato aggiunto dal Comune dopo gli interventi di restauro.
La Torre di Foxi, facendo riferimento alla Torre di Sant'Andrea, fatta saltare in aria agli inizi degli anni Sessanta e la Torre di Carcangiola, troncata in due da una mareggiata negli anni Settanta, rimane come unica testimonianza nel territorio di Quartu, alla quale si riconosce la sua importanza storico-culturale ed è un esempio delle strategie difensive adottate nel passato e della storia delle comunità costiere.
-
Comune attuale
-
Quartu Sant'Elena
-
Latitudine
-
39.21773085218818
-
Longitudine
-
9.244939659491108
-
Fonti archivistiche
-
Archivio di Stato di Cagliari, Regia Segreteria di Stato e Guerra, I Serie, vol. 279, cc. 91-94;
-
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari, faldone CA/60 – (7) – (2-6), fascicolo CA/60 – (7) – 5 Comune di Quartu Sant'Elena. OGGETTO – TORRE DI FOXI, sotto fascicolo TORRE FOXI – LOC. “SA TIACCA” – QUARTU SANT’ELENA
-
SABAP-CA, faldone CA/60 – (7) – (2-6), fascicolo CA/60 – (7) – 5 COMUNE – QUARTU SANT’ELENA. OGGETTO – TORRE DI FOXI, sotto fascicolo PROGETTO DI SISTEMAZIONE E RESTAURO DELLA TORRE FOXI IN LOCALITÀ “SA TIACCA”
-
Citazione bibliografica
-
Ioannis Francisci Farae De chorographia Sardiniae, Libri duo
-
Fois Foiso, Torri spagnole e forti piemontesi in Sardegna: contributo alla storia dell'architettura militare, Cagliari, La Voce Sarda, 1981, p. 69
-
Montaldo Gianni, Le torri costiere della Sardegna, Sassari, Carlo Delfino editore, 1992, p. 52, pp. 112-119, p. 459
-
Russo Flavio, La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo, Roma, Stato maggiore dell'esercito, 1992
-
Rassu Massimo, Guida alle torri e forti costieri, Cagliari, Artigianarte, 2000, p. 55
-
Rassu Massimo, Sentinelle del mare: le torri della difesa costiera della Sardegna, Dolianova, Edizioni grafiche del Parteolla, 2005
-
Altara Edoardo, Guida alle torri costiere della Sardegna: 1000 anni d'incursioni barbaresche, Cortona, Calosci, 2007, p. 148
-
Giannattasio Caterina, Grillo Silvana, Murru Stefania, Il sistema di torri costiere in Sardegna (16.-17. sec.): forma, materia, tecniche murarie, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2017, p. 153
-
Autore della scheda
-
Elisa Roberta Atzeni - Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio (2025)
-
Data di creazione della scheda
-
02/04/2023