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Denominazione
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Torre di Canai
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Descrizione
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La Torre di Canai si trova nella parte meridionale dell’Isola di Sant’Antioco, nella località conosciuta anche come S’acqua ‘e Sa Canna o Su Nuragh’e Moru, nel promontorio adiacente la spiaggia di Turri.
Il promontorio in cui si erige è una stratificazione di più contributi antropici che, nei secoli, hanno costituito un palinsesto di significati che ancora oggi viene arricchito con nuove esperienze.
Basti pensare che la struttura possiede molteplici denominazioni, come Cannai, Canay, Canaij o Canari nei documenti d’archivio di differenti periodi o Torre di Turri e Torre di S’acqua de Sagana tra i cittadini.
Nonostante le prime testimonianze scritte sull’intenzione di fortificare il promontorio risalgano al XVI-XVII secolo, tra cui la relazione di Antonio Camos sulle coste della Sardegna del 1572 e il documento redatto dal viceré di Sardegna nel 1623, il toponimo di Su Nuragh’e Moru si ricollega alla presenza nell’area di antiche strutture nuragiche, di cui si dice che i massi siano stati reimpiegati nella stessa Torre di Canai.
Il luogo era quindi già oggetto di piani e progetti di trasformazione quando, tra il 1756 e il 1757, venne avviata la costruzione della torre da parte dell’ingegnere piemontese Vallin.
La torre entrò velocemente a far parte del quotidiano della popolazione, poiché sopperiva a necessità di diversa natura: proteggere il territorio dell’isola di Sant’Antioco dalle incursioni barbaresche, attacchi via mare perpetrati dagli ‘infedeli’; controllare il flusso delle imbarcazioni per motivi igienico-sanitari, dando l’autorizzazione all’attracco solo alle navi non sospette e prive di soggetti infetti; riscuotere imposte nel caso di imbarcazioni che si approcciavano alla costa per lo scambio di merci.
Per la sua posizione di controllo privilegiato sul Golfo di Palmas, la torre svolgeva una funzione particolarmente importante e certamente riconosciuta dagli antiochensi che, come testimoniano alcuni verbali del Consiglio Comunitativo del 1812 e 1815, rifornivano i cannonieri della torre con grano e altri materiali, nonostante la loro continua penuria.
La torre di Canai, parte della vita di Sant’Antioco e solido landmark nel paesaggio costiero dell’isola, rimase attiva anche quando le altre architetture fortificate presenti nel territorio vennero declassate da strutture militari a beni demaniali nel 1859, tramite Regio Decreto di Vittorio Emanuele II.
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Con il Regio Decreto del 1867 la Reale Amministrazione delle Torri, l’organismo preposto alla gestione delle torri costiere, fu dismessa e, di conseguenza, le fortificazioni passarono ad essere proprietà del Demanio dello Stato.
Così, inizia il grande periodo di decadenza di queste fabbriche, compresa la Torre di Canai, che affronta un lungo periodo di abbandono e degrado strutturale, senza mai però essere dimenticato dalla popolazione.
Infatti, ai primi del Novecento l’architettura viene utilizzata ai fini della promozione del territorio con la realizzazione da parte della Pro Loco del tempo di alcune cartoline che la ritraggono.
Alcune foto storiche, invece, vedono come protagoniste le famiglie locali che frequentano la zona per passare delle piacevoli giornate al mare, immerse in un suggestivo paesaggio.
Tutto ciò ebbe fine quando, negli anni Sessanta, la torre venne data in concessione per 25 anni ad un privato. Quel landmark a cui la popolazione aveva fatto riferimento per secoli le fu, così, strappato via, per essere completamente trasformato e adattato all’uso di residenza estiva.
L’aspetto della torre cambiò completamente: le venne costruita una nuova struttura in stile contemporaneo sulla terrazza, modificandone le dimensioni originali, mentre la sua superficie esterna venne intonacata, nascondendo alla vista la muratura in trachite.
Alla scadenza della concessione, dopo varie vicissitudini burocratiche, la volontà di restituire la torre alla comunità si concretizzò tramite il suo affidamento ad Italia Nostra, associazione italiana per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale.
L’esigenza di cancellare quella parentesi che aveva isolato la torre dal suo stesso territorio era forte e condivisa, ragion per cui nel 1988 ebbe inizio una campagna di restauro diretta dall’architetto Luciano Rossetti e promossa dal Ministero dell’Ambiente, dalla Soprintendenza per i Beni Artistici, Architettonici, Ambientali e Storici per le province di Cagliari e Oristano e da Italia Nostra.
Queste operazioni si conclusero con l’apertura della struttura al pubblico nel 1994, nonostante l’impossibilità di riportare parte della struttura alle sue fattezze precedenti alle superfetazioni degli anni Sessanta.
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Comune attuale
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Sant'Antioco
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Latitudine
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38.96820409834632
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Longitudine
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8.44283916128405
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Data di creazione della scheda
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02/04/2023