Relazione del Viceré Balio Della Trinità della visita della Sardegna sud occidentale

Contenuto

Titolo

Relazione del Viceré Balio Della Trinità della visita della Sardegna sud occidentale

Livello descrittivo

unità documentaria

Livello superiore

Unità archivistica

Titolo originale

Relazione del Viceré Balio Della Trinità di alcuni osservazioni da lui fatte nel giro di una parte del Regno

Data di inizio

June 7, 1765

Autore del documento

Caratteristiche materiali e requisiti tecnici

cartaceo

Lingua

italiano

Soggetto conservatore

Archivio di Stato di Torino

Trascrizione

Siccome il motivo di migliorare alquanto la mia salute col cangiamento d'aria non fu certamente quello che mi muovesse ad intraprendere il breve viaggio in una parte del regno, ma si bene l'oggetto del pubblico vantaggio, con l'attaccamento al reale servizio, così ed i mestieri, che io presenti all'eccellenza vostra quelle osservazioni che mi si affacciarono in tale occasione, le quali, io spererei, potessero incontrare l'approvazione di sua maestà e l'aggradimento di vostra eccellenza.

Riguardano queste primieramente tutto quel tratto di paese che da Cagliari conduce ad Iglesias, riuscendo poi alla badia di San Pietro.

In secondo luogo la situazione di essa isola, sua popolazione, in un coi mezzi che si credono adatti per sicuramente ripararvela dalle incursioni dei barbari.

In terzo luogo finalmente la positura, l'attuale stato della popolazione e la tanto decantata fertilità dell'isola di Sant'Antioco.

Da Cagliari, sino a Decimo Manno, per tutto lo spazio di ben tre ore di cammino, si incontra un'assai vasta campagna senza che vi si veda neppure un albero.
Il terreno, siccome pressoché dappertutto, vi è diverso in bontà, ma il più sterile non di meno sarebbe ancora capace di una mediocre feracità, qualora venisse diligentemente coltivato, ed in quando in quando innaffiato con l'acqua delle fiumane che vi discorrono e che si potrian di leggeri a tal fine congregare.

SILIQUA
Da Decimo Manno a Siliqua la campagna va sempre restringendosi, a segno che forma una valle di una bella distesa, competentemente d'alberi rivestita. Vi si ritrova i distinti vestigi del famoso acquedotto già fatto dai romani, costruire a fine di procurare alla città di Cagliari un assai largo volume d'acqua, di cui scarseggia.

Questo villaggio è popolato, i particolari vi sono anzi ricchi, tra gli altri avvi don Damiano Cardia, cavaliere, in casa di cui alloggiai, e con cui mi trattenni in parecchi discorsi su diverse materie, ed in specialità sull'agricoltura.

A questo proposito mi ha raccontato che dalla primavera del 1763, sul venir dell'autunno, egli fece a più riprese coltivare uno dei suoi campi, e fattolo in prima ben ben ingrassare con delle tame.

Un tale sperimento dimostra ad evidenza l'utilità che ne ridonderebbe al regno se i paesani si adoprassero un poco meglio intorno ai loro terreni.

VILLAMASSARGIA
Passato indi da Siliqua a Villa Massargia, vi ho veduto con piacere la valle spaziosa di terreno fecondo, ricoperta da alberi ed abbondante altresì di chiare e limpide acque che vi scaturiscono.
Quivi appunto si sono rinvenute le inesauste sorgenti d'acqua salubre e perenne di cui si valsero i romani per condurvela a Cagliari.

Il capitano Ingegner Signor Cavaliere Belgrano, che era mecco nel viaggio, se ne procacciò di mio ordine le più esatte notizie, dalle quali risulta avervi alle falde del monte Eulanto tre scaturigini affatto attive, le quali insieme, unite, possono di continuo prestare un volume d'acqua di 24 once in lunghezza e di 7 in altezza, corrente con una velocità oltre il mediocre.

DOMUSNOVAS
Nel villaggio poi di Domusnovas, che è tutto lì presso, avvi pure un'altra sorgente, la quale scende giù dalla grotta di San Giovanni, e dà, in qualsivoglia stagione dell'anno, un egual corpo d'acqua, che viene sputata a sezioni di once ventiquattro di lunghezza su otto di altezza, e scorre con non minore velocità che le tre accennate.

Queste quattro sorgenti sono senza dubbio quelle che vennero già dai Romani riunite a fine di portare l'acqua alla capitale col mezzo del superbo acquedotto, per comperar la quale spendono attualmente gli abitanti in ciaschedun anno più di diciotto mila scudi, ben soventi ancora ne durano disagio, siccome è appunto intervenuto alla scarsa annata.

IGLESIAS
Portatomi, poscia, da Villamassaggia a Iglesias, se vi ho discoperto gli cittadini poveri, ma in compenso i pastori doviziosi. Il territorio di detta città è bello fertile, ripieno di piante, avvi degli agrumi, e l'acqua vi è squisita.

Ho parimenti visitato le piantazioni di tabacco e le ho trovate situate il meglio che si possa e in terreno ottimo, donde è lecito conghietturare, che venendone secondata dalla stagione la produzione, riuscirà di un grandissimo vantaggio alle reali finanze.

E mi venne pure veduta la gran mole dei materiali già preparati dal vescovo d'Iglesias, per la fabbrica del vescovado e del seminario, assai presso della cattedrale, che formeranno un solo continente edificio, giusta il disegno fattogli dall'anzidetto signor Cavalier Belgrano, al cui il ben degno prelato non tarderà guari a far porre la mano.

PORTO SCUSO
Lasciata Iglesias e percorso in prima lo spazio di ben tre ore, un paese fornito di buoni pascoli, di feraci campi a frumento, e successivamente, per altre ore e due, delle colline sabbiose ed affatto infeconde, sono arrivato a Portoscuso.

Laddove appena giunto, visitai la torre vicina e la ritrovai abbisognare di molte riparazioni, che l'eccellenza vostra potrà meglio rilevare costì dal signor intendente capo, che vi è informato, ed a cui mi riferisco.

CARLOFORTE
Siccome poi stavasi giustamente per fare la pesca del tonno, io mi sono portato all'indomane mattina, e dopo il mezzo di passato il canale, mi sono recato a Carloforte.

La nuova popolazione di quest'isola è una delle più ragguardevoli, e forse l'unica che più si meriti le cure sovrane e le corrispondenti attenzioni di vostra eccellenza.

Però che, oltre all'ascendere al competente numero di circa milleduecento persone, sono, elleno, di un'assai bella e robusta corporatura, di aspetto sano e vivace, docili di costume, vi si intertiene una certa, starei per dire, affettata nettezza e pulizia.

L'andamento e le maniere loro sono un dipresso come le piemontesi, parlano un misto di genovese ed italiano, benché tutti intendano assai bene e parlano bisognando l'ultimo. I maschi, sebbene propri per la cultura delle campagne, si scorgono tuttavia più addetti a piccoli trafichi e guadagni della marina, per cui si mostrano abilissimi e passionati.

Insomma, ella è una degna popolazione, e dal canto della pietà non può essere migliore, non sentendo visi né risse né omicidi né altri delitti, frequenti peraltro nella Sardegna.

A segno che Monsignor D'Iglesias, nell'ultima di lui visita pastorale, ne fossi, come mi disse, sommamente soddisfatto, ed io restai con piacere sorpreso di vedere quei buoni popolatori essere inoltre così bene affetti e divoti all'augusto nome di sua maestà.

Questa così bella colonia, però, non lascia di venire travagliata da alcuni incomodi, sì locali che reali, che ne impediscono o scemano almeno l'ulteriore ingrandimento.

E cominciando dal terreno, egli è certo che, alla riserva di pochi tratti coltivabili a vigna e di pochissimi a frumento, tutto il restante è pietroso ed arenoso, a segno che non produce, e quegli stessi, che sariano mediocremente fertili, vengono al non più infestati dagli infiniti conigli, i quali, malgrado le attenzioni loro nel circondare i campi con siepi a mura, e la continua cacciaggione che se ne fa dai falconi dell'isola, dai gatti selvatici introdottivi, e dagli uomini stessi, non lasciano tuttavia di recare gran danno ai seminati.

A ciò si aggiunge che i migliori terreni si trovano per anco gerbiti in numero di seicento starelli circa, da distribuirsi, e poi distribuiti trovasi la comunità di troppo gravata dal canone di tre e mezzo per ogni starello in cada un anno.

Altro non men pregiudiziale incomodo si è la mancanza dell'acqua dolce, tanto per l'irrigamento della dusta campagna che per la bevanda degli uomini e degli animali, essendo questa ivi salmastra e quasi inservibile.

E perfine la situazione di quel castello dominato da altri vicini alture, quantunque ne abbia sinora potuto imporre ai tunisini presentati visi già qualche volta, non si crede al caso però di perfettamente coprire e difendere i carolini dagli insulti dei barbari, i quali potrebbono di leggeri farvi delle discese con abduzione dei novelli coloni.

Per emendare questi vizi, ed ovviare in parte agli incomodi che se ne derivano, mi do l'onore di inoltrarle qualche mio progetto o riflessione.

Primieramente, siccome la sussistenza è il primo oggetto da aversi in mira, così ho procurato a quel pubblico l'erezione di un monte granatico, composto di quelle partite che per principi di buona equità si è stimato di far loro restituire dalla città di Cagliari in isconto del sovrappiù del prezzo del grano di Marsiglia da loro indebitamente pagato.

E perché un tale stabilimento vi è meglio si conservi, ho prescritto che si prelevi e si semini dieci starelli in cadun anno, il di cui prodotto vada tuttora in aumento del medesimo. In questa maniera quella comunità avrà col tempo il necessario fondo per supplire a tutte le loro seminazioni senza aver ricorso altrove.

Quindi direi che si divenisse ad un riparto dei molti terreni per anco incolti ad obbligare il duca a ciò fare dove a lui spetti, come altresì che ei dovesse dare i suoi medesimi che si dicono ora della commenda a Colonia o Masserizio ai detti popolatori.

Quindi ne risulterebbero due vantaggi, l'uno della metà del frutto ai coltivatori carolini, che così avrebbero il loro congruo sostentamento, l'altro che non si vedrebbero i campi così miseramente imboschire. Quanto al canone poi del tre e mezzo, per ogni starello in cadu un anno, ho inteso a dire che il fu signor duca padre si espresse non essere sua intenzione di farvelo pagare per quei campi che non si trovassero nell'anno seminati.

E da questa moderata misura pare che si potesse ridurre, dove però non vi resista apertamente la lettera dell'investitura, che se si riformassi ancora in qualche parte il regolamento di quella comunità intorno alle pubbliche entrate, io penso che potrebbe non poco contribuire al maggior sollevamento di quegli individui.

Per provvedere inoltre coi poveri abitatori di un'acqua dolce perenne, fatti visitare i contorni dal signor cavalier Belgrano, si sono trovate tre fontane, col mezzo delle quali si potrebbe recare a quella popolazione il dovuto sollievo.

Due di esse sono vicine, l'altra a qualche distanza, tuttavolta si potrebbono comodamente incanalare tutte e tre, e portarle per via di un acquedotto persino alla piccola piazza di Carloforte.

Mi lusingherei che la spesa non fosse per riuscire eccessiva, e verrebbe in buona parte minorata dalla compra che ne farebbero lì capitani delle navi, che in gran numero si portano ad ancorare in quella rada, essendo una delle più sicure del Mediterraneo, e la scala più praticata e frequentata di Levante e a ponente.

A questo proposito non vuoto accerle un mio pensiero, ed è che, se si stimassi opportuno, io reputerei cosa ben fatta che Sua Maestà vi facesse fabbricare un lazzaretto, già che, per quello progettato in vicinanza di Capo Pula, avrei delle sode ragioni ad opporre in contrario.

In questa maniera, oltre ai diritti che ne tornerebbono alla reggia Cassa, il paese medesimo ne ritrarrebbe tutto quell'utile che dalla lunga dimora dei naviganti ne stuol provenire, poiché sarebbe molto più comodo ai capitani delle navi di farvela ivi a metà, per così dire, del loro viaggio, che non in altri porti dove sarebbono costretti di approdare per il medesimo fine, e con molto maggiore incomodo e spesa.

Al lazzaretto si potrebbe, col tempo, aggiungere alcuni magazzini, i quali servissero l'occasione di sicuro deposito per le merci. Il diritto del transito non tralascierebbe di apportare il dovuto profitto alle finanze, e il commercio insensibilmente prenderebbe un buon piede in quell'isola. Né, a parer mio, si dovrebbe temere che fosse questo di pregiudizio al commercio di Cagliari, però che le navi che ivi si portano non vanno che per caricarsi sale o grano, e conseguentemente non potrebbono in maniera alcuna dispensarsene, e così un commercio sarebbe molto diverso dall'altro, e però compatibile.

Ritornando ora alla popolazione, donde m'era per poco dipartito, a fine di potermela preservare da ogni incursione degli africani oggi più arditi e più forti che mai, ho pensato di concerto col preludato signor Cavalier Belgrano vi si dovesse stabilire.

Primo, una piccola torre di vedetta sulla punta nera da munirsi di due pezzi d'artiglieria ed altre armi, non solamente per riscoprire in alto mare, ma a porgere altresì il segnale al castello per gli opportuni preparativi.

Secondo, un'opera di fortificazione detta Casa forte, in buona forma costrutta, capace di trenta uomini di presidio, per impedire l'accesso alla vicina altezza dell'attacca bianca, dominante tutto l'ambito del castello, per cui soffre il medesimo di genere di infilata a portata di fucile e carabina.

Terzo, di ridurre il recinto del castello con chiuda nella parte superiore, da conservarsi per contenere in rispetto gli bastimenti che frequentano quel porto insieme alla torre sottoespressa. Quarto, per fine, di costruire sullo spalmadore dentro altra torre di maggiore ampiezza, con cui, oltre alla difesa in terra, rispingere i legni nemici che tentassero di gettarsi più verso il lido della sumentovata isola per sottrarsi dal tiro della torre di Calasetta, esistente in quella di Sant'Antiogo, la quale, sebbene situata in lontananza dalla spiaggia, se ne potrà niente meno ricavare qualche maggior profitto praticando una sola batteria avanzata dalla medesima protetta con comunicazione intermedia. Facendo ora passo dal fisico al morale, siccome la pietà, oltre all'essere indispensabile per sé stessa, forma altresì per sana politica la più ferma base della fedeltà dei sudditi, così sarebbe necessario che a carico del barone vi si aggiungesse un altro curato o viceparroco che ammaestrasse quel popolo nelle massime cristiane, già che, secondo il sentimento del prefatto monsignore Iglesias, quel solo che vi si trova, oltre all'essere meno idoneo, sembra non baste supplire a tutte le incombenze della già vasta crescente parrocchia.

La chiesa parrocchiale che vi si trova novellamente eretta in castello, è tenuta con quella decenza che si conviene, e poiché ella è sotto il titolo e protezione di San Carlo, così si aspettano quei popoli dalla munificenza di sua maestà, che ne porta gloriosamente il nome e un'ancona, con entrovi dipinto il detto santo, per decorare l'altar maggiore.

L'eccellenza vostra, che ha saputo condurre a quel segno, a cui oggi lo rimiriamo, il vasto piano della università, comprende meglio di tutti di quale necessitarsi all'aver dei buoni maestri per insegnare la gioventù.

Due ve ne sono in quell'isola, ma uno, per quanto intesi da gente da bene, ben lungi dal vantaggiarla, sarebbe anzi al caso di danneggiarvela, per essere assolutamente indotto ed inabile, ne lascia perciò di godersi l'ire trecento di Piemonte, pel di lui mal’impiegato salario, che si potrebbe in miglior uso convertire.

Queste sono le poche notizie che mi venne fatto di poter raccogliere nell'isola di San Pietro, ma prima di passare a quella di Sant'Antioco, debbo rendere giustizia l'eccellenza vostra del perfetto zelo, attività e prudenza del signor Comandante dell'Era, che vi risiede, il quale, oltre all'essersi disimpegnato assai bene dei propri doveri militari, non ha intralasciato dal canto suo di secondare le mie intenzioni di sua maestà e le ben giuste viste di vostra eccellenza, con procurare dal canto suo quanto potesse influire alla felicità di quei nuovi coloni, e di comunicarmene li suoi lumi.

Egli mi ha richiesto di fare presenti alquante cose all'eccellenza vostra, ed in vista delle sue benemerenze ho promesso di farlo.

La prima richiesta, sì, è che sua maestà si degnasse a mandare il suo padiglione per la fortezza, poiché non vi, essendo nessun dei bastimenti, con poco decoro, saluta la piazza.

La seconda, che abbisognerebbe di un aiutante. La terza, che, accadendo talvolta che gli ufficiali sono anziani o d'eguali, per togliere ogni impegno fra di loro, gli si concedesse il grado di maggiore senza pregiudizio.

L'ultima, poi, che gli venga accordato un qualche dritto sulle navi che approdano a quell'isola. Attendendo sulle quattro dimande le determinazioni di sua maestà, mi fo soltanto a prevenirle, eccellenza vostra, riguardo la penultima, che il comandante del forte di San Michele, dove non vi ha che pochi invalidi di guarnigione, porta il titolo di governatore, e rispetto all'ultima che ogni semplice alcaide vi ha un competente dritto di ancoraggio.

Mi giova altresì di accennarle, così di passaggio, due esorbitanti dritti che io penso, all'eccellenza vostra, ben noti, competenti al signor duca di San Pietro, cioè di un terzo sulle saline e di un altro terzo sugli ancoraggi, e questo non ad altro fine che perché ella non ignori, per quanto è in me, cosa veruna di quanto mi avvenne di osservare.

SANT'ANTIOCO
Inoltrandomi adesso a farle parola dell'isola di Sant'Antiogo, distante da quella di San Pietro a un'ora di canale, le dirò che ella è molto più ampia e spaziosa della seconda, l'area lì è salubre, la qualità del terreno lì è ottima, e sarea senza meno capace di ogni sorta di produzioni se fosse ridotta a buona cultura, ma la maggior parte si ritrova peranco deserta, non discorgendo visi altro che quantità di poltici spugli, macchie di spine e qualche mal crescente olivo selvatico.

La gente di cui trovasi popolata, toltone pochi individui, è tutta sarda, e questa anche assai scassa, non eccedendo in tutto il numero di quattrocento persone, le quali non hanno poderi in proprietà, e sono forzate a lavorare per gli iglesienti, le poche campagne, nella regione di Canai, loro a tal fine locate, ricavandone a stento onde vivere alla giornata, donde la loro estrema povertà, un vito anzi pernicioso, e la men ferma vacillante salute.

L'acqua vi è piuttosto salutifera, ed in mediocre abbondanza, non mancandosi al bisogno opportune fontane, onde vengono abbeverati.

Insomma, quest'isola sarebbe suscettibile di una ben numerosa popolazione, ma per potervela con esito introdurre è necessario, siccome saggiamente avvisato l'eccellenza vostra, che ella sia pressoché tutta composta di famiglie straniere, non convenendo di richiamare dal centro della Sardegna, che troppo ancora ne ha bisogno, gli uomini per trasportarveli alla circonferenza, e lasciarne così l'uno e l'altra per sovverchia vacuità illanguidire.

Di poi sarebbe d'uopo di far loro ripartire in proprio, o a mal servizio, li moltissimi terreni, che ora vi giacciono infruttiferi e negletti, e gli è facile che, allettati dalla dolce confidenza di far suo, o in tutto, o in parte, quanto raccolgono, siano per raddoppiarvi le vantaggiose fatiche nel dissodarli.

Alla guardia di dett’isola stanno due torri, l'una vetta di Canai, e l'altra di Calasetta, l'ultima delle quali si trova in malo stato di difesa, e, come non si può differire le inevitabili riparazioni per prestare la dovuta tutela a quegli abitanti, ho dato in conseguenza i miei ordini, perché la reale amministrazione indilatamente vi provela.

Che anzi, oppur fatto consegnare a Caduno di essi, lì centocinquanta fucili che vi erano di già stati a tal fine mandati, e che lasciati nella torre di Canai miseramente irruginivano, con ciò che ognuno ne abbia tutta la cura, e che vi venga, ove essi a d'uopo costretto dal delegato reale nella visita mensuale, che gli prescrissi di farne.

Oltre alla strettezza sovraespressa in cui gemono quei miseri, sono altri si degni di compassione per riguardo ai costumi, non venendosi come devesi bastevolmente istruiti, ed ho l'onore di assicurare l'eccellenza vostra di essere stato scandalizzato nell'aver ritrovato la chiesa, che io mi credeva un famoso tempio, affatto indecente, sprovveduta di arredi, e di quanto possa inservire all'uso dell'altare, quando peraltro si fa che da due secoli a questa parte è in tanta venerazione quel santo, che vi concorrono da ogni parte del regno a migliaia le persone lì della festa, e che vi si trattengono inoltre qualche giorni, in quale occasione sono larghissime le limosine, che se ne cavano, col mezzo di cui potrebbesi dare un ottimo assetto alla medesima. Indagato da chi vengano ricevute e ritirate le dette limosine, e chi poi ne amministri in fondo, e mi venne risposto essere il capitolo di Iglesias, che in ogni anno, ricorrendo un dal giorno, suole spedirvi alcuni dei suoi membri a presiderne alla solennità.

Quanto sia irregolare questo maneggio da tanto tempo costantemente praticatosi, l'eccellenza vostra selvede di un colpo doppio. Resta ora che io le accenni, l'uso che giusta le informazioni opportunamente dal signor reggente procurate, si fa di tale limosine. Avvi tra, l'isola di Sant'Antioco, e la Sardegna un piccolo distretto o canale, che riunito pur via di alquante Chusès e di tre ponti fra mezzo, viene a costituire un solo continente con la medesima.

Quest'opera veramente grande è che secondo le migliori conghietture pare non si possa ad altri più giustamente attribuire che ai romani da abbastanza di vedere di qual rilievo fosse già da quei tempi riputata quest'isola e di quanto già popolata poiché hanno creduto necessario di mantenervi stabile e fissa una tale comunicazione.

Nel ristoramento adunque di essa si disse venire collocate le tante limosine e pie elargizioni di quei fedeli senza però che ne consti del quando, come e da quale quantità si riduca la somma. Io dal mio canto non posso molto deferire a si fatte sospettissime informazioni, tanto più che essendovi appunto passato io stesso nel mio ritorno alla capitale vi ho scoperto il sommo bisogno di ripararvela il più presto tanto nelle fondamenta che nei parapetti senza che la selciata vi è quasi per tutto guasta e slogata con l'evidente pericolo che vi si introduca all'acqua del mare. La spesa comunque egregia che io non penso è tuttavia indispensabile se non si vuole vedere andare perduto un'opera così magnifica e vantaggiosa.

Ne si dovrebbe a mio parere trarre il fondo dalle limosine che giusta l'intenzione di chi le fa non sembrano in tal uso convertibili, poiché essendovi la sacra religione dei santi Maurizio e Lazzaro interessata, avendovi altresi li possessori iglesienti che ebbero già quei beni enfiteusi da vescovi, si potrebbe fare un adeguato comparto in proporzione tra di essi, facendovi poi contribuire la comunità per quel tanto che le potesse di ragione aspettare.

E qui imporrei fine al mio racconto, fosse già di sovversio dilungato, se non dovesse informare l'eccellenza vostra, secondo l'avviso datomene dal sumentovato signor comandante dell'era, anche su questo punto sollecito, che giustamente nelle cale e spiagge di queste isole segue buona parte degli sfrusi del regno, avendovi il medesimo discoperto una nuova arte di commettervelo a man franca, ed è che siccome senza la permissione non è lecito a Carolini di caricare grano o ad altri generi, a ciò in data quantità e non più per trasportarvelo all'isola, i medesimi ben lungi di procurarsi la permissione ampia, nella dimandano anzi ristrettissima, così che riesce loro di caricarne il doppio, metà del quale sogliono scaricare a bordo di qualche nave straniera inviancorata, portando poi a casa la sola residua quantità espressa nella licenza, per andare all'incontro di un sifatto contrabbando, a egli sagacemente provveduto, che non si diano più licenze di carico se non per tutta quella quantità di cui può essere capace la nave del richiedente, ed io suggerisco che se avessi un battaglione di più nel regno, vi manderei, siccome in altri luoghi ancora, un distaccamento di almeno 100 uomini, oltre allo scambievole soccorso che si potranno prestare quelle due vicine isole in caso di sorpresa barbaresca, servirebbe altresì a togliere di mezzo l'abuso di si frequenti contrabbandi.

Perfine, avendo scoperto nella chiesa di Sant'Antioco un'iscrizione su di una pietra incassata nella parte deretana dell'altar maggiore, riconosciutasi di carattere greci, ho incaricato il segretario di stato e di guerra avvocato Leproti di copiarmela, avendosi egli soddisfatto in parte per essere una porzione di quella coperta da una colonna che ne impediva l'ulteriore ricavo.

Io ne la feci al mio arrivo a Cagliari rimettere al dottor padre Fassoni perché me ne desse in iscritto il suo sentimento, egli me lo rimise comunicatolo prima col padre Otger, che è inclino nell'idea e io le inoltro volentieri sotto la lettera alfa e poiché mi parve degna di ulteriore indagazione va a dar l'ordine che si ricopri interamente ed a suo tempo non mancherò di trasmetterla, speranzoso che non sarà per dispiacere questa nuova mia attenzione.

Autore trascrizione

Giampaolo Salice

Autore della riproduzione digitale

Giampaolo Salice

Data della riproduzione digitale

2018

Formato

.jpg

ESC - Ente schedatore

Giampaolo Salice

Autore della scheda

LUDiCa

Data creazione della scheda

21/01/2023

ha luogo Ambito Territoriale

Cagliari

Identificativo

Archivio di Stato di Torino, Paesi, Sardegna, Politico, categoria 2, mazzo 5

Diritti d'accesso

pubblico

hasCopyright

libero

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Titolo Etichetta alternativa Classe
Colonia di Carloforte Place

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