Gonnesa. Informativa sul ripopolamento del villaggio
Contenuto
Titolo
Gonnesa. Informativa sul ripopolamento del villaggio
Livello descrittivo
Unità documentaria
Data di inizio
November 24, 1772
Ambiti e contenuto
L’avvocato fiscale regio patrimoniale Puisi esprime parere favorevole al progetto di Ignazio Asquer, feudatario dei Salti di Gessa e Fluminimaggiore, di ripopolare il villaggio di Connesi.
Vengono riportati gli atti di vendita dei feudi alla famiglia Gessa, e viene ripercorsa la successione della stessa famiglia, a dimostrazione di come essi siano stati degli ottimi amministratori per quel feudo. La lettera si conclude ribadendo la legittimità della famiglia Gessa a possedere il feudo di Gonnesa e Fluminimaggiore e condannando la invasione da parte della città di Iglesias.
Autore del documento
Pusi, avvocato fiscale patrimoniale del Regno di Sardegna
Caratteristiche materiali e requisiti tecnici
cartaceo
Lingua
Italiano
Soggetto conservatore
Archivio di Stato di Cagliari
Nome del soggetto produttore
Archivio di Stato di Cagliari
Trascrizione
Il Procuratore Patrimoniale dopo d’aver esaminato colla maggior possibile attenzione, gli atti e le scritture presentate si per parte del feudatario di Salti di Gessa e Flumini maggior, come da chi fa le veci della città d’Iglesias ed altresì gli atti ultimamente ritrovatisi, che si dall’anno 1703 si trattavano nella reale udienza fra don Ignazio Ascher ed il sindaco della stessa città, non posso, se non che concorrere colla giusta idea del vassallo, che riconosco uniforme alle reali intenzioni ed a buoni principi della pubblica felicità, cioè di ripopolare l’antico villaggio di Connesi; che vale a dire un territorio abbandonato, ma di gran vantaggio per la agricoltura non meno che per tutti quanti vanno e trassigono per quei luoghi deserti.
Gli feudi che attualmente possiede il preffetto vassallo o si considerano come feudi antichi della casa Gessa o si considerano quali veramente sono come feudi nuovi acquistati da don Ignazio Ascher, ed in qualunque aspetto si guardano, non possono che giudicarsi liberi di ogni servitù e coll’annessa giurisdizione civile e criminale, mero e misto impero.
Visconte Gessa che fù il primo feudatario di questa familia ottenne da Re Alfonso V d’Aragona la concessione in feudo retto e proprio ad morem Italie cum omnimoda iurisditione d e Salti di curatoria del Sols e de Muntargia e delle ville spopolate di Nuscis, Dures, Flumaior, Conesa, Gulbissa come nel dipploma dato in Cagliari li 6 Febbraio 1421.
L’istesso Visconte Gessa comprò da Matteo Vital colla clausola in feudum secundum morem feudorum Italiae nel prezzo di | lire 600 alfonsine, come dall’ istromento de 3 Gennaio 1438.
La villa allora popolata di Cases colla giurisdizione e misto impero, la pensione di lire 90 annue sulle ville di Barega e Corongio e un credito di lire 600 moneta di Barcellona sulle ville spopolate di Baratali, Bangargia e Sebulles, le quali sembra che possedesse iure pignoris per il sudetto credito mentre che nella suddetta scrittura si riserva al sovrano, oltre il mero impero nella villa di Cases, il diritto di riscattare le suddette ville di Bangargia, Baratuli e Sebulles.
Al visconte Gessa succede ne feudi il di lui primo genito Elia, il quale ottenne l’investitura e la conferma de feudi paterni, prima dal re don Giovanni a 17 Settembre 1459 e dopo del re don Fernando a 7 8bre 1479 della quale fa menzione il Sig. regente Vico nella sua Storia Generale, parte 7, capitolo 48, numero 3.
A Elia succede Nicolò Gessa il quale ottenne dallo stesso re don Fernando l’investitura feudale alli 23 Agosto 1481 ed uni a suddeti feudi due altre ville spopolate: Siguris, Gindili, le quali con istrumento de le 7mbre 1492, li vendè Giacomo d’Aragall, in prezzo di lire 300, moneta del regno, e colla clausola in feudo retto, e proprio ad morem italiae sotto il canone di 3 soldi calaritani da doversi annualmente pagare alla regia cassa.
A Nicolò Gessa succede nei feudi il suo primo genito don Girolamo e a questi don Cesare Sebastiano ,al quale per essere morto senza figli noli dovete succedergli don Salvatore, figliuolo di don Bernardino, secondo genito del preffeto don Nicolò.
A don Salvatore succede aon Franccesco, a questi don Antioco ed a lui il suo unico figliuolo don Efisio, ultimo discendente maschio della familia Gessa, che morì lasciando due figliuole, la primogenita delle quali donna Eleonora Gessa si maritò con don Ignazio Ascher, e da lui ebbe don Francesco, padre dell’attuale signor don Gavino Ascher. |
Ebbero bensì gli discendenti del visconte Gessa le loro rispettive investiture feudali, ed ottennero alcuni di loro confirmazioni delle precedenti concessioni, ma fu sempre conservando a suddetti beni la natura diretti e propri ad morem italiae, senza che unque mai siasi per la suddetta famiglia Gessa impropriato quel caratere, col quale i prefatti beni uscirono dalla corona; epperò sembra fuor d’ogni dubbio, che colla morte di don Efisio senza prole maschile, si die’ luogo alla devoluzione de’ medesimi e consolidazione dell’utile col diretto dominio, ne potè succedervi la preffata donna Eleonora, e molto meno potè la medesima far contratto, ad atto alcuno, che deteriorasse la condizione de suddivisati beni reali o che recar potesse il minor pregiudizio al Regio Fisco.
Infatti, fu proposta dal fisco la devoluzione e domandò dagli instrusi possessori la restituzione de’ suddetti feudi co’ frutti, ma riflettendo don Francesco Ascher, che già non poteva rittenere più quei feudi ne’ quali i suoi antenati avevano fatte spese e miglioramenti riguardevoli, imperiorcchè avean già ripopolato la villa di Flumini maggior, costrutte carceri, chiesa con savio avviso ricorse alla Reale Clemenza e colla finanza di lire 16/m moneta del Regno e cessione altresì di preffati miglioramenti a favore del Regio Fisco.
Nel caso di riaprirsi la devoluzione, ne ottenne nova concessione la quale però non altrimenti se gli fece, se non se uti primo a quisitori e non già di tutte le suddette ville, ma bensì di quella di Flumini maggior popolata e di Antas, Canadoniga, Cases, Seguris, Conesa e Gindili, spopolate come nel real dipploma de lle 7mbre 1747.
Sin da quando incomincia l’esame delle succennate scritture e di non poche altre, che ho dovuto riconoscerne ne regi archivi, ere in idea di distenderne una relazione di quanto negli antichi tempi non meno che né recenti iseguito all’oggetto dei precedenti feudi, delle frequenti contradizioni ed opposizioni fattesi dalla città d’Iglesias in occorrenza, e specialmente delle nove investiture feudali, che s’accordavano a rispettivi successori e discendenti del visconte Gessa delle averbe e quasi non mai interrote controversie evitatesi sempre da quei consiglieri e capitani di giustizia, sull’articolo della giurisdizione e quindi accennare i diversi ricorsi | le cause e gli atti che dovettero costruirsi e le sentenze che si proferirono nella reale procurazione, nella reale cancelleria , nella Reale Udienza ed etiandio nel supremo reale consiglio d’Aragona, ma mi son creduto potermene dispensare bastando per la presente decisione il considerare la natura che hanno avuto sempre i preffati feudi quando sono stati posseduti dalla casa Gessa e la qualità ed espressioni dell’ultimo real diploma.
Con riserva, pertanto delle ragioni che competer possano alla reale asienda per la ricuperazione dei salti, dritti, territori, che vengono ingiustamente occupati dalla preffata città. E forse ancora del suddetto vassallo i quali sin d’ora giudizialmente interpellò, affinché buona fede od ignoranza non possono in tempo alcuno allegare.
Supplico si compiacia Vostra Eccellenza dichiarare se duopo sia, che compete all’anzidetto vassallo ne sovra divisati feudi la giurisdizione civile e criminale, mero e misto impero; e che può liberamente popolare l’antico villaggio di Connesa, e che è affatto nulla ed insussistente la allegata transazione di donna Eleonora rigettando le instanze ed opposizioni fattesi della detta città e rivocando la sentenza della reale udienza de 24 dicembre 1766.
Salvi sempre. Con Avvocato Fiscale Regio Patrimoniale S’intimi,
Cagliari lì 24 novembre 1772. Puisi
Gli feudi che attualmente possiede il preffetto vassallo o si considerano come feudi antichi della casa Gessa o si considerano quali veramente sono come feudi nuovi acquistati da don Ignazio Ascher, ed in qualunque aspetto si guardano, non possono che giudicarsi liberi di ogni servitù e coll’annessa giurisdizione civile e criminale, mero e misto impero.
Visconte Gessa che fù il primo feudatario di questa familia ottenne da Re Alfonso V d’Aragona la concessione in feudo retto e proprio ad morem Italie cum omnimoda iurisditione d e Salti di curatoria del Sols e de Muntargia e delle ville spopolate di Nuscis, Dures, Flumaior, Conesa, Gulbissa come nel dipploma dato in Cagliari li 6 Febbraio 1421.
L’istesso Visconte Gessa comprò da Matteo Vital colla clausola in feudum secundum morem feudorum Italiae nel prezzo di | lire 600 alfonsine, come dall’ istromento de 3 Gennaio 1438.
La villa allora popolata di Cases colla giurisdizione e misto impero, la pensione di lire 90 annue sulle ville di Barega e Corongio e un credito di lire 600 moneta di Barcellona sulle ville spopolate di Baratali, Bangargia e Sebulles, le quali sembra che possedesse iure pignoris per il sudetto credito mentre che nella suddetta scrittura si riserva al sovrano, oltre il mero impero nella villa di Cases, il diritto di riscattare le suddette ville di Bangargia, Baratuli e Sebulles.
Al visconte Gessa succede ne feudi il di lui primo genito Elia, il quale ottenne l’investitura e la conferma de feudi paterni, prima dal re don Giovanni a 17 Settembre 1459 e dopo del re don Fernando a 7 8bre 1479 della quale fa menzione il Sig. regente Vico nella sua Storia Generale, parte 7, capitolo 48, numero 3.
A Elia succede Nicolò Gessa il quale ottenne dallo stesso re don Fernando l’investitura feudale alli 23 Agosto 1481 ed uni a suddeti feudi due altre ville spopolate: Siguris, Gindili, le quali con istrumento de le 7mbre 1492, li vendè Giacomo d’Aragall, in prezzo di lire 300, moneta del regno, e colla clausola in feudo retto, e proprio ad morem italiae sotto il canone di 3 soldi calaritani da doversi annualmente pagare alla regia cassa.
A Nicolò Gessa succede nei feudi il suo primo genito don Girolamo e a questi don Cesare Sebastiano ,al quale per essere morto senza figli noli dovete succedergli don Salvatore, figliuolo di don Bernardino, secondo genito del preffeto don Nicolò.
A don Salvatore succede aon Franccesco, a questi don Antioco ed a lui il suo unico figliuolo don Efisio, ultimo discendente maschio della familia Gessa, che morì lasciando due figliuole, la primogenita delle quali donna Eleonora Gessa si maritò con don Ignazio Ascher, e da lui ebbe don Francesco, padre dell’attuale signor don Gavino Ascher. |
Ebbero bensì gli discendenti del visconte Gessa le loro rispettive investiture feudali, ed ottennero alcuni di loro confirmazioni delle precedenti concessioni, ma fu sempre conservando a suddetti beni la natura diretti e propri ad morem italiae, senza che unque mai siasi per la suddetta famiglia Gessa impropriato quel caratere, col quale i prefatti beni uscirono dalla corona; epperò sembra fuor d’ogni dubbio, che colla morte di don Efisio senza prole maschile, si die’ luogo alla devoluzione de’ medesimi e consolidazione dell’utile col diretto dominio, ne potè succedervi la preffata donna Eleonora, e molto meno potè la medesima far contratto, ad atto alcuno, che deteriorasse la condizione de suddivisati beni reali o che recar potesse il minor pregiudizio al Regio Fisco.
Infatti, fu proposta dal fisco la devoluzione e domandò dagli instrusi possessori la restituzione de’ suddetti feudi co’ frutti, ma riflettendo don Francesco Ascher, che già non poteva rittenere più quei feudi ne’ quali i suoi antenati avevano fatte spese e miglioramenti riguardevoli, imperiorcchè avean già ripopolato la villa di Flumini maggior, costrutte carceri, chiesa con savio avviso ricorse alla Reale Clemenza e colla finanza di lire 16/m moneta del Regno e cessione altresì di preffati miglioramenti a favore del Regio Fisco.
Nel caso di riaprirsi la devoluzione, ne ottenne nova concessione la quale però non altrimenti se gli fece, se non se uti primo a quisitori e non già di tutte le suddette ville, ma bensì di quella di Flumini maggior popolata e di Antas, Canadoniga, Cases, Seguris, Conesa e Gindili, spopolate come nel real dipploma de lle 7mbre 1747.
Sin da quando incomincia l’esame delle succennate scritture e di non poche altre, che ho dovuto riconoscerne ne regi archivi, ere in idea di distenderne una relazione di quanto negli antichi tempi non meno che né recenti iseguito all’oggetto dei precedenti feudi, delle frequenti contradizioni ed opposizioni fattesi dalla città d’Iglesias in occorrenza, e specialmente delle nove investiture feudali, che s’accordavano a rispettivi successori e discendenti del visconte Gessa delle averbe e quasi non mai interrote controversie evitatesi sempre da quei consiglieri e capitani di giustizia, sull’articolo della giurisdizione e quindi accennare i diversi ricorsi | le cause e gli atti che dovettero costruirsi e le sentenze che si proferirono nella reale procurazione, nella reale cancelleria , nella Reale Udienza ed etiandio nel supremo reale consiglio d’Aragona, ma mi son creduto potermene dispensare bastando per la presente decisione il considerare la natura che hanno avuto sempre i preffati feudi quando sono stati posseduti dalla casa Gessa e la qualità ed espressioni dell’ultimo real diploma.
Con riserva, pertanto delle ragioni che competer possano alla reale asienda per la ricuperazione dei salti, dritti, territori, che vengono ingiustamente occupati dalla preffata città. E forse ancora del suddetto vassallo i quali sin d’ora giudizialmente interpellò, affinché buona fede od ignoranza non possono in tempo alcuno allegare.
Supplico si compiacia Vostra Eccellenza dichiarare se duopo sia, che compete all’anzidetto vassallo ne sovra divisati feudi la giurisdizione civile e criminale, mero e misto impero; e che può liberamente popolare l’antico villaggio di Connesa, e che è affatto nulla ed insussistente la allegata transazione di donna Eleonora rigettando le instanze ed opposizioni fattesi della detta città e rivocando la sentenza della reale udienza de 24 dicembre 1766.
Salvi sempre. Con Avvocato Fiscale Regio Patrimoniale S’intimi,
Cagliari lì 24 novembre 1772. Puisi
Autore trascrizione
Laura Lucia Lai, Maria Eleonora Prinzis, Beatrice Schivo, Nicola Tronci
Autore della riproduzione digitale
Laura Lucia Lai, Maria Eleonora Prinzis, Beatrice Schivo, Nicola Tronci
Data della riproduzione digitale
2019
Formato
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ESC - Ente schedatore
Giampaolo Salice
Autore della scheda
Data creazione della scheda
2019
Identificativo
Archivio di Stato di Cagliari, Segreteria di Stato, II serie, busta 1641
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