Colonia di forestieri del barone di Sorso
Contenuto
Titolo
Colonia di forestieri del barone di Sorso
Data di inizio
March 30, 1751
Ambiti e contenuto
Proposte del barone di Sorso per la formazione di una colonia di forestieri nei pressi del villaggio di Olmedo
Autore del documento
Il documento è scritto da Ignazio Amat, barone di Ossi, per conto del padre Pietro Amat, barone di Sorso
Consistenza
3 cc.
Caratteristiche materiali e requisiti tecnici
cartaceo
Lingua
italiano
Soggetto conservatore
Archivio di Stato di Torino
Nome del soggetto produttore
Archivio di Stato di Torino
Trascrizione
Essendo come si è notorio il gran pregiudizio che a questo regno ne siegue dalla scarsezza di popoli, non solamente per il poco coltivo degli terreni, ma anche per la quantità grande di banditi che ricoverandosi in quegli spopolati e non uscendone che per furti e saccheggi si rende difficile per questo motivo la loro estirpazione, sarà facile il conoscere la grande utilità che le Regie finanze ed il medesimo regno ne ricaverebbero se frequentate più le campagne da gente che le coltivasse havessero minor agio gli malviventi per le loro scorrerie.
Havendo dunque il Barone di Sorso nelle vicinanze della città di Sassari ed Algueri quantità grande di terreni spopolati, inculti è molto fertili, di buona aria, adherenti al piciolo villaggio di Olmedo, che possiede la casa di esso Barone per la famiglia Piccolominy di Siena, crede il barone essere questo sito vantaggiosissimo e proprio a stabilirvi una nuova colonia di forastieri, che potrebbe per la capacità ed ampiezza del terreno farsi una popolazione più che mediocre ed anche delle più ricche e comode del regno, non tanto per la sufficienza e fertilità degli campi, come per la comodità della situazione del medesimo villaggio, essendo anche di grande utilità al commercio e traffico delle già dette città e per il comodo degli passeggeri è maggiormente per la loro sicurezza gli assassini che senza dubbio temerebbero la vicinanza del proposto Popolo.
Per queste ragioni si determina il barone a presentare alla reale e generale intendenza di questo regno gli seguenti proposizioni, colle quali crede dimostrare parte del suo zelo per il Regio servizio ed utile pubblico.
1°. Si obbliga il barone alla popolazione degli già detti terreni con cento famiglie forestiere nel termine d’anni dieci, obbligandosi delle cento già dette a trenta per il primo biennio.
2°. Si obbliga anche il Barone all'introduzione di cotone, giulgiulena, tumonia, e tutti nuovi generi in questo regno, il quale ne sentirebbe il vantaggio ed utilità | quando imparando gli regnicoli dagli forestieri questi arbitrii vedesse crescere di molto il commercio del regno e le Regie finanze godrebbero in quel caso del dritto d'estrazione degli di già detti frutti.
3° Si obbliga il barone a far piantare gelsi mori e quando siano questi in stato di servire per il commercio della seta s’obbliga a far venire alcune famiglie pratiche per qualche lavoro d'essa.
4° Pagheranno gli nuovi habitanti tutti gli pagamenti pertenenti a sua maestà che pagano gli altri regnicoli, franchi perpetuamente de’ scrutini della città, dal quale obbligo benché presentemente siano liberi gli habitanti del detto piciolo villaggio di Olmedo si domanda questa franchigia per quello che potrebbe accadere nel futuro.
Domande.
1°. Si degnerà Sua Maestà concedere al Barone il titolo di Duca per sé e i suoi successori in perpetuo ed al primogenito della Casa il titolo di Marchese in perpetuo, senza che per questi titoli deba esso Barone pagare altro che gli dritti di segreteria di Stato, franco d'ogni altro pagamento qualunque sia, a contemplazione delle gran spese di somme grandi di denaro che il Barone dovrà fare per la deta popolazione cioè fabbriche di case, suvvenzione di viveri, di bovi per il lavoro della terra ed instrumenti necessari che forse sarà obbligato subministrare Il barone secondo le capitolazioni che farà con gli forastieri.
2°. Sua Maestà si degnerà concedere agli nuovi sudditi la solita franchigia d’anni dieci degli già detti pagamenti.
3°. Per maggiormente allettare gli forestieri al loro stabilimento nel nostro paese e siegursene il bramato fine, supplica il Barone alla Maestà Sua di concedere agli nuovi sudditi e a sé la solita franchigia di anni dieci del dritto di estrazione degli nuovi generi e, per dopo passati questi anni, supplica l’istessa Maestà di stabilire il tanto che dovrà pagarsi di questo dritto secondo stimasse conveniente, avendo però considerazione al pregiudizio grande che ne seguirebbe al felice esito di questa impresa e conseguentemente alle Regie finanze ed al Regno se essendo alti gli già detti diritti o non si popolasse il resto del regno o popolandosi non si introducessero gli detti nuovi frutti che è da dove spera maggior utilità il commercio.
Cagliari li 30 di marzo 1751 Il barone di ossi per suo padre Il barone di Sorso.
Havendo dunque il Barone di Sorso nelle vicinanze della città di Sassari ed Algueri quantità grande di terreni spopolati, inculti è molto fertili, di buona aria, adherenti al piciolo villaggio di Olmedo, che possiede la casa di esso Barone per la famiglia Piccolominy di Siena, crede il barone essere questo sito vantaggiosissimo e proprio a stabilirvi una nuova colonia di forastieri, che potrebbe per la capacità ed ampiezza del terreno farsi una popolazione più che mediocre ed anche delle più ricche e comode del regno, non tanto per la sufficienza e fertilità degli campi, come per la comodità della situazione del medesimo villaggio, essendo anche di grande utilità al commercio e traffico delle già dette città e per il comodo degli passeggeri è maggiormente per la loro sicurezza gli assassini che senza dubbio temerebbero la vicinanza del proposto Popolo.
Per queste ragioni si determina il barone a presentare alla reale e generale intendenza di questo regno gli seguenti proposizioni, colle quali crede dimostrare parte del suo zelo per il Regio servizio ed utile pubblico.
1°. Si obbliga il barone alla popolazione degli già detti terreni con cento famiglie forestiere nel termine d’anni dieci, obbligandosi delle cento già dette a trenta per il primo biennio.
2°. Si obbliga anche il Barone all'introduzione di cotone, giulgiulena, tumonia, e tutti nuovi generi in questo regno, il quale ne sentirebbe il vantaggio ed utilità | quando imparando gli regnicoli dagli forestieri questi arbitrii vedesse crescere di molto il commercio del regno e le Regie finanze godrebbero in quel caso del dritto d'estrazione degli di già detti frutti.
3° Si obbliga il barone a far piantare gelsi mori e quando siano questi in stato di servire per il commercio della seta s’obbliga a far venire alcune famiglie pratiche per qualche lavoro d'essa.
4° Pagheranno gli nuovi habitanti tutti gli pagamenti pertenenti a sua maestà che pagano gli altri regnicoli, franchi perpetuamente de’ scrutini della città, dal quale obbligo benché presentemente siano liberi gli habitanti del detto piciolo villaggio di Olmedo si domanda questa franchigia per quello che potrebbe accadere nel futuro.
Domande.
1°. Si degnerà Sua Maestà concedere al Barone il titolo di Duca per sé e i suoi successori in perpetuo ed al primogenito della Casa il titolo di Marchese in perpetuo, senza che per questi titoli deba esso Barone pagare altro che gli dritti di segreteria di Stato, franco d'ogni altro pagamento qualunque sia, a contemplazione delle gran spese di somme grandi di denaro che il Barone dovrà fare per la deta popolazione cioè fabbriche di case, suvvenzione di viveri, di bovi per il lavoro della terra ed instrumenti necessari che forse sarà obbligato subministrare Il barone secondo le capitolazioni che farà con gli forastieri.
2°. Sua Maestà si degnerà concedere agli nuovi sudditi la solita franchigia d’anni dieci degli già detti pagamenti.
3°. Per maggiormente allettare gli forestieri al loro stabilimento nel nostro paese e siegursene il bramato fine, supplica il Barone alla Maestà Sua di concedere agli nuovi sudditi e a sé la solita franchigia di anni dieci del dritto di estrazione degli nuovi generi e, per dopo passati questi anni, supplica l’istessa Maestà di stabilire il tanto che dovrà pagarsi di questo dritto secondo stimasse conveniente, avendo però considerazione al pregiudizio grande che ne seguirebbe al felice esito di questa impresa e conseguentemente alle Regie finanze ed al Regno se essendo alti gli già detti diritti o non si popolasse il resto del regno o popolandosi non si introducessero gli detti nuovi frutti che è da dove spera maggior utilità il commercio.
Cagliari li 30 di marzo 1751 Il barone di ossi per suo padre Il barone di Sorso.
Autore trascrizione
Giampaolo Salice
Autore della riproduzione digitale
Giampaolo Salice
Data della riproduzione digitale
2015
Formato
.jpg
ESC - Ente schedatore
Giampaolo Salice
Autore della scheda
LUDiCa
Data creazione della scheda
28/11/2021
Identificativo
Archivio di Stato di Cagliari, Corte, Paesi, Sardegna, Materie politiche, categoria 6, mazzo 5.
Diritti d'accesso
pubblico
hasCopyright
libera
Collezione
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