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Denominazione
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Torre del Falcone
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Descrizione
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La Torre del Falcone si trova sulla sommità del Capo Falcone, il promontorio che chiude a nord la Penisola di Stintino, a circa 189 metri sul livello del mare, in posizione dominante.
Il toponimo Capo Falcone o Monte Falcone ne indica la natura di luogo di nidificazione del falco, rapace ampiamente utilizzato in alcune battute di caccia in epoca medioevale.
L’area è caratterizzata da scogliere aspre e a strapiombo sul mare, in particolare verso ovest, e dalla bassa vegetazione costituita da essenze della macchia mediterranea.
Nel 1521 il geografo turco Piri Reis descrive un punto di osservazione non fortificato installato sul Monte Falcone: “Punta del Falcone è una punta alta e scoscesa. Sopra c'è un padiglione di cespugli nel quale notte e giorno non mancano mai osservatori, i quali spiano le navi corsare che entrano e escono dall’Asinara”.
Nel 1580 viene realizzato il manufatto attuale inquadrabile nella tipologia delle torri di guardia o torrezilla con una guarnigione costituita da due soldati e un comandante, incarico quest'ultimo soppresso nel 1773.
Nel 1720 Francesco Cagnoli riporta la torre nella sua Relazione sullo Stato delle Torri con l’indicazione di un intervento per cui “Deve solo esser intufata la piataforma” e per il quale prevede una spesa di 4 scudi.
Nel 1804 viene rifornita di munizioni.
Nel 1806 (Relazione della visita delle torri) lo stato della Torre del Falcone, con la sua guarnigione ridotta a soli due soldati, è un esempio di come le risorse limitate possono mettere alla prova le difese.
Dotata di un singolo spingardo e di due fucili, la torre dispone anche di baionette e spuntoni, ma il suo arsenale è esiguo.
Le palle per le armi e la polvere sono scarse, e le pietre focaie, che dovrebbero garantire il funzionamento degli armamenti, sono in numero insufficiente.
La torre, con la sua giarra per l'acqua e il modesto equipaggiamento, necessita urgentemente di un rifornimento di polvere e palle per poter rispondere adeguatamente a eventuali attacchi. Inoltre, le condizioni strutturali della torre richiedono miglioramenti significativi per garantire una protezione adeguata alla guarnigione.
Nel 1834, è riparata su progetto del capitano ingegner Cappai e risulta presidiata sino al 1846.
Nella Tavoletta di Rilievo del 1847, appartenente al Cessato Catasto prodotto dal Real Corpo di Stato Maggiore, la proprietà dei terreni su cui insiste la torre è indicata come ”Comunali” in riferimento al Comune di Sassari, mentre la torre è attualmente di proprietà del Demanio Pubblico Dello Stato ramo Marina Mercantile con sede a Roma e in concessione al Comune di Stintino dal 2014.
Durante l’ultimo conflitto mondiale è reimpiegata come stazione di vedetta; periodo durante il quale sono realizzati e alcuni elementi superfetativi e una casermetta nelle immediate vicinanze
Tra il 2018 e il 2019 è stata oggetto di un intervento di messa in sicurezza e restauro.
Nel 2020 la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Province di Sassari e Nuoro ha emanato il decreto che riporta la dichiarazione di interesse culturale e storico-artistico (Decreto n. 55 del 15/05/2020) relativa alla torre e la vicina caserma.
La torre ha forma cilindrica, con una leggera scarpa che raccorda la quota di terreno al livello di calpestio. Presenta un diametro di circa 9,50 metri e un’altezza di circa 10 metri.
Il coronamento è costituito da un parapetto, parzialmente crollato a sud-ovest, e dai beccatelli in aggetto di mattoni e pietrame.
Le murature, di circa 1,5 metri di spessore, sono di pietrame irregolare di scisto locale legato con malta di calce. Sulla superficie esterna si conservano ampie porzioni di intonaco di calce e sabbia.
A nord si apre il vano di ingresso mentre a est e ovest si aprono due feritoie.
L’accesso all’ambiente interno, a 5 metri di altezza dal terreno, è consentito da un scala esterna in muratura di pietrame e cemento aggiunta nel secolo scorso. Il vano interno presenta una volta a fungo impostata sul pilastro circolare centrale. Tramite una scala interna si accede al terrazzo sovrastante.
Nel XX secolo, oltre alla scala di accesso e alla scala interna, altre aggiunte hanno riguardato l’esecuzione delle pareti divisorie che frazionano il vano interno, di una garitta sul terrazzo di copertura e di un serbatoio in calcestruzzo.
Durante il recente restauro sono stati eseguiti la rimozione dei resti della garitta e del serbatoio; il consolidamento del paramento murario esterno e degli altri elementi in muratura; la realizzazione di uno sportello scorrevole di acciaio e cristallo a protezione del boccaporto di accesso alla copertura; l’esecuzione di parapetti metallici sulla terrazza e sulla scala esterna, le cui alzate e pedate sono state completate con un rivestimento metallico.
Il sito di Capo Falcone, essendo uno dei punti più alti della Nurra settentrionale, permetteva di dominare il mare e le coste nordoccidentali della Sardegna sino a 50 Km di distanza, tenendo sotto controllo tutta la costa di questo settore.
Era possibile tenere le comunicazioni con le torri dell'Asinara (Trabuccato, Castellaccio), di Stintino (Pelosa, Isola Piana), e della costa del Golfo dell’Asinara sino a Castelsardo (Saline, Porto Torres, Abbacurrente, Frigiano).
La Torre del Falcone, insieme alle altre più prossime, risultava strategica per la protezione delle Saline di Sassari e della tonnare delle Saline e di Trabuccato oltre che per la protezione delle attività di raccolta del corallo e di pesca.
L’accesso più agile al sito è costituito da una pista sterrata di circa due chilometri percorribile a piedi, prosecuzione di Via della Torre, a nord dell’abitato di Stintino. Il sito è raggiungibile sempre a piedi lungo la costa, sia da nord che da sud, anche percorrendo la rete sentieristica dell’area (sentiero CAI E-102 ‘Coscia di Donna – La Pelosetta’).
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Comune attuale
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Stintino
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Latitudine
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40.9559515353188
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Longitudine
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8.196822441222174
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Fonti archivistiche
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Relazione sullo stato delle torri (1720)
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ASTO, Corte, Paesi, Sardegna, Economico, categoria III-IV, mazzo unico addizione, Relazione della visita delle torri eseguita nell’anno 1806
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Citazione bibliografica
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Montaldo Gianni, Le Torri Costiere della Sardegna, Sassari, Carlo Delfino Editore, 1992
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it
Rassu Massimo, Sentinelle del Mare. Le torri della difesa costiera della Sardegna, Dolianova, Grafica del Parteolla, 2005
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it
Rassu Massimo, Guida alle torri e forti costieri della Sardegna, Alghero, Artigianarte, 2000
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Autore della scheda
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it
Giampaolo Salice, Giommaria Carboni, Andrea Lara
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it
Alessandro Desole (rev. 22/04/2025)
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Data di creazione della scheda
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02/04/2023