Colonia greca di Mahon
Contenuto
Nome colonia
it
Colonia greca di Mahon
Tipologia insediamento
it
Colonia di mercanti
Nazione coloni
it
greci
Religione
it
Greco-ortodossi
Stato insediamento
Gran Bretagna
Comune attuale
Mahon
Regione attuale
it
Minorca
Stato attuale
it
Spagna
Descrizione
Nel 1708 l’isola di Minorca viene occupata da una forza alleata guidata dalla Gran Bretagna nell'ambito della Guerra di successione Spagnola. Il passaggio al Regno Unito è ufficializzato dal trattato di Utrecht del 1713 che mette fine al conflitto.
Nel 1722 i nuovi signori dell’isola spostano la capitale da Ciutadella a Mahón che diventa base militare, corsara e commerciale di primo rango nel contesto mediterraneo. La presenza della flotta britannica attiva una domanda di beni e servizi che l’economia di Mahón e dell'intera Minorca non è in grado di soddisfare. Anche per questa ragione le autorità britanniche decidono di aprire Mahón ai mercanti forestieri: vi arrivano sopratutto ebrei, genovesi, greci e persino armeni.
È in questo quadro che a metà Settecento a Mahón prende forma una colonia di mercanti greci. L’insediamento di una comunità in forma stabile implica la costruzione di un luogo di culto. Il 9 dicembre 1743 i greci di Mahón chiedono alle locali autorità cattoliche di essere autorizzati ad aprire un proprio luogo di culto.
Tuttavia, il clero minorchino considera la purezza religiosa un elemento essenziale alla conservazione del cattolicesimo nell'isola.
Marcos Vatica, uno dei leader della colonia greca di Mahón, si reca personalmente in Corsica, dove incontra il sacerdote Giorgio Cassara, appartenente alla colonia greco-maniota di Paomia fondata sull'isola nella seconda metà del Seicento e che nel 1743 attraversa un momento di grave difficoltà.
Genova è informata anche delle mosse dei greci di Minorca. Nel novembre del 1743 il Senato avvisa tutti gli ufficiali di stanza in Corsica dell’imminente arrivo della missione greco-minorchina di Vatica e ordina che le sia impedito di entrare in contatto coi greci di Paomia.
Il divieto colpisce anche il sacerdote Cassara che lascia comunque la Corsica verso Minorca, compiendo così il reato di diserzione. Cassara non ottiene nemmeno l'autorizzazione a sbarcare a Minorca.
A Minorca la situazione sembra sbloccarsi. Davanti al rifiuto delle autorità ecclesiastiche di consentire una chiesa greco-cattolica, il governo britannico, spinto anche da quello russo, autorizza la costruzione di un luogo di culto ortodosso. Nasce così la chiesa di San Nicola, completata nei primi anni Cinquanta.
Allo scoppio della guerra dei Sette Anni, una flotta francese assedia e occupa Minorca: gli inglesi e i forestieri che hanno sostenuto i britannici vengono espulsi dall'isola.
Quando, al termine del conflitto, Minorca torna alla Gran Bretagna, tornano molti dei forestieri che ne erano stati espulsi. La vita della colonia termina con l’occupazione spagnola di Minorca del 19 agosto 1781.
Nel 1722 i nuovi signori dell’isola spostano la capitale da Ciutadella a Mahón che diventa base militare, corsara e commerciale di primo rango nel contesto mediterraneo. La presenza della flotta britannica attiva una domanda di beni e servizi che l’economia di Mahón e dell'intera Minorca non è in grado di soddisfare. Anche per questa ragione le autorità britanniche decidono di aprire Mahón ai mercanti forestieri: vi arrivano sopratutto ebrei, genovesi, greci e persino armeni.
È in questo quadro che a metà Settecento a Mahón prende forma una colonia di mercanti greci. L’insediamento di una comunità in forma stabile implica la costruzione di un luogo di culto. Il 9 dicembre 1743 i greci di Mahón chiedono alle locali autorità cattoliche di essere autorizzati ad aprire un proprio luogo di culto.
Tuttavia, il clero minorchino considera la purezza religiosa un elemento essenziale alla conservazione del cattolicesimo nell'isola.
Marcos Vatica, uno dei leader della colonia greca di Mahón, si reca personalmente in Corsica, dove incontra il sacerdote Giorgio Cassara, appartenente alla colonia greco-maniota di Paomia fondata sull'isola nella seconda metà del Seicento e che nel 1743 attraversa un momento di grave difficoltà.
Genova è informata anche delle mosse dei greci di Minorca. Nel novembre del 1743 il Senato avvisa tutti gli ufficiali di stanza in Corsica dell’imminente arrivo della missione greco-minorchina di Vatica e ordina che le sia impedito di entrare in contatto coi greci di Paomia.
Il divieto colpisce anche il sacerdote Cassara che lascia comunque la Corsica verso Minorca, compiendo così il reato di diserzione. Cassara non ottiene nemmeno l'autorizzazione a sbarcare a Minorca.
A Minorca la situazione sembra sbloccarsi. Davanti al rifiuto delle autorità ecclesiastiche di consentire una chiesa greco-cattolica, il governo britannico, spinto anche da quello russo, autorizza la costruzione di un luogo di culto ortodosso. Nasce così la chiesa di San Nicola, completata nei primi anni Cinquanta.
Allo scoppio della guerra dei Sette Anni, una flotta francese assedia e occupa Minorca: gli inglesi e i forestieri che hanno sostenuto i britannici vengono espulsi dall'isola.
Quando, al termine del conflitto, Minorca torna alla Gran Bretagna, tornano molti dei forestieri che ne erano stati espulsi. La vita della colonia termina con l’occupazione spagnola di Minorca del 19 agosto 1781.
Latitudine
it
39.88576906748341
Longitudine
it
4.263250261533526
Creatore
Giampaolo Salice
Data d'invio
05/12/2019
Relazione
Collezione
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Titolo | Etichetta alternativa | Classe |
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