Peschiera di Colostrai LA PESCHIERA ALL'INIZIO DEL NOVECENTO.
Una breve scheda prodotta dal Ministero dell'agricoltura nel 1910 fotografa la condizione dello stagno all'inizio del Novecento.
Nonostante le dimensioni ridotte non permettano grandi impianti, lo stagno di Colostrai offre un'attività di pesca proficua e diversificata. Esiste un'unica peschiera, costituita da uno sbarramento di pali che collega le due sponde (tra l'are detta "'e foras" e quella 'e mesu).
La struttura della peschiera ricorda quella dello stagno di Santa Gilla, fatta di pali infissi nel fondale e fascinelle di lentisco bloccate con pietre.
A differenza di Santa Gilla, qui mancano i canali: le tre "giostre" (trappole), che partono direttamente dallo sbarramento, sono dotate di una caburiana e di un calice; vicino a quest'ultimo viene posizionato, parzialmente immerso, un grande cesto di giunchi detto controcalice, fondamentale per mantenere vivo il pesce prelevato col coppo (vóliga) fino al giorno successivo.
METODI DI PESCA
La pesca con le barche ("vagantiva") è limitata a causa delle dimensioni del bacino: vi operano solo tre imbarcazioni, una dedicata alla peschiera e due alla pesca libera (praticata "a Buligiu" con reti e nasse per muggini, anguille e ghiozzi).
La pesca all'amo è rara. Presso le foci dei fiumi si utilizzano i "nassargius" (o arrezzagliu), sarebbe a dire uno sbarramento di canne e frasche con aperture dove vengono piazzate nasse o reti a maglia stretta ("su filau") per catturare muggini e anguille.
Si registrano casi di bracconaggio con veleno o dinamite, problema aggravato dalla scarsa sorveglianza lamentata dai pescatori regolari.
Stagionalità e gestione economica
Il periodo migliore per la pesca, specialmente delle anguille (meno numerose che a Santa Gilla ma di taglia più grande), è tra la fine dell'autunno e l'inizio dell'inverno. In estate si produce la bottarga, seppur in quantità modeste (circa 100-150 kg).
I pescatori risiedono in una casa sulla sponda e pagano un affitto annuo di 1.500 lire al proprietario della peschiera, l'Avvocato Cavaliere Enrico Sulis (una cifra notevole se paragonata alle 150 lire del vicino stagno demaniale di Feraxi).
Tutto il pescato viene inviato quotidianamente al mercato di Cagliari (tramite il ricevitore Giovanni Puddu) e consumato localmente, senza esportazione verso il continente. La pesca di molluschi è lasciata liberamente ai poveri di Muravera, mentre granchi e gamberi non vengono pescati.