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Lettera di maniotti da Zante Michele Cozifachi Stefanopoli, a nome e per conto dei maniotti rifugiati nell'isola di Zante, scrive ai cugini Michele e Giovanni Stefanopoli, già stanziati a Paomia per chiedere di aiutarli a organizzare la loro migrazione verso la Corsica.
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Lettera dei greci di Minorca a quelli stanziati in Sardegna I greco-ortodossi dell'appena costituita comunità di Mahon invitano i greci stanziani nell'isola di Sardegna a trasferirsi a Minorca
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Greci a Vallerano di Murlo Il piccolo borgo di Vallerano (oggi frazione del comune di Murlo) rientra tra quelli che, negli anni Settanta del Seicento, il Granducato di Toscana cerca di rivitalizzare stanziandovi coloni giunti dalla penisola dil Mani.
La notizia di queste presenze è data da un documento che abbiamo reperito nell'archivio storico della Congregazione di Propaganda Fide, secondo il quale il 20 febbraio 1678 due sacerdoti e sei famiglie mainotte vengono espulsi in seguito a un violento scontro verbale col visitatore apostolico inviato da Roma per promuovere la loro piena conversione al cattolicesimo latino.
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Greci a Val di Perga Coloni insediati per evitare spopolamento di centro già esistente
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Greci a Sovana
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Greci a Pitigliano Nel maggio 1676, il monaco domenicano Piero Odorisi, vicario apostolico inviato in Toscana dalla Congregazione di Propaganda Fide per assicurare la conversione dei greco-maniotti alla religione cattolica, si trasferisce nel villaggio di Pitigliano.
Da Pitigliano si reca più volte a Sovana, il centro, oltre a Bibbona, nel quale si è trasferita una quota importante delle famiglie maniotte giunte in Toscana.
Il vicario fa delle predicazioni ai maniotti “e per rappacificarli in certi contrasti e differenze che avevano con un prete loro greco di Cirigo. E ora … son alquanto quietati”.
[Scheda in corso di allestimento]
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Colonia greca di Paomia Nel 1663 Demetrio Medici, il figlio Stefano, il nipote Anatasio Medici e un Tommaso Medici aprono un negoziato con la Repubblica di Genova per trattare il trasferimento di circa settecento maniotti nel regno di Corsica.
Le trattative sono segrete e si svolgono contemporaneamente a quelle che, nello stesso anno, gli stessi maniotti intavolano col Granducato di Toscana.
Il negoziato coi genovesi produce accordi che non conoscono attuazione, anche perché i maniotti decidono di tentare la colonizzazione delle Maremme senesi, messe a disposizione dalla Toscana.
Nel 1771 i maniotti riaprono la trattativa con Genova. Gli accordi del 1663 vengono revisionati e riformulati. Ha così inizio la fondazione della colonia di Paomia, che conoscerà nei decenni successivi una notevole fioritura demografica e agricola.
All'inizio degli anni Trenta del Settecento, lo scoppio dei tumulti genovesi impone ai maniotti di scegliere se schierarsi coi ribelli isolani oppure col governo della Superba. La scelta della seconda opzione costa caro ai maniotti: Paomia viene distrutta dai corsi e i coloni sono costretti a rifugiarsi ad Ajaccio.
È l'inizio di una nuova dispersione, che porterà i rappresentanti degli esuli ad aprire nuove trattative per trovare altrove un nuovo inizio. I maniotti trattano con la Minorca Britannica, con la Sardegna sabauda e con la Spagna borbonica.
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Maniotti a Montauto
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Colonia greca di Cargese Nel 1769, per impedire alla colonia maniotta di Corsica di emigrare verso la Spagna, la Francia, di recente entrata in possesso della Corsica, decide di finanziare il ristabilimento della colonia maniotta distrutta negli anni Trenta.
La colonia viene fondata più a sud di Paomia e assume il nome di Cargese.
[Scheda in completamento]
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Greci a Casalappi
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Greci a Campiglia Marittima Diverse famiglie di greco-maniotti, precedentemente stanziati a Bibbona, si trasferiscono a Campiglia Marittima “ed in altri luoghi” del Granducato di Toscana.
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Greci a Bibbona A metà del Seicento il villaggio maremmano di Bibbona, nella diocesi di Volterra, rischia di rimanere deserto, perché colpito da un forte processo di spopolamento.
Per queste ragioni negli anni Settanta, il governo granducale vi stanzia numerose famiglie di esuli maniotti, con l'obiettivo di rilanciare il borgo.
Con dispaccio del 21 maggio 1675, il vescovo di Volterra annuncia all'arcivescovo di Edessa, nunzio apostolico a Firenze, che il 12 maggio 1671 un certo numero delle citate famiglie maniotte ha fatto professione di fede cattolica nella chiesa parrocchiale di Santo Hilario a Bibbona.
Altri due sacerdoti maniotti hanno invece giurato nella chiesa di San Rocco sempre a Bibbona in presenza di Francesco Scotti, cerusico di Bibbona che fa loro da interprete.
È l'inizio di una vicenda insediativa che sarà difficile e di breve durata: dopo pochi mesi saranno tanti i coloni che decideranno di lasciare Bibbona per cercare in altre regioni della Toscana e oltre una nuova prospettiva di vita.
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San Cristoforo di Montresta
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Montresta. Carta reale di fondazione Carta reale con cui Carlo Emanuele III re di Sardegna disciplina la fondazione della colonia greco-cattolica di San Cristoforo di Montresta
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Maniotti in Val di Perga Accordi tra il nobile toscano Giulio Spellinghi e il greco Gio Greghis per lo stanziamento di venti famiglie maniotte in Val di Perga