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ferro amanicati a’ guisa d’una verrina, e taglianti in fondo si inoltrano ducento passi circa dentro lo stagno, ove col rompere il sale segnano li limiti sin dove gl’operarii sono in obligo di inoltrarsi per raccoglierlo. Nell’istesso tempo questi entrano in detto stagno diretti dal Mastro delle saline, e portando ogn’uno di essi due, o tre tavole, quelle vanno distendendo per longo una doppo l’altra sopra l’istesso sale sino alli suddetti limiti, e formano in quella maniera due strade, una per entrare, e l’altra per sortire carrico del sale dal sopradetto stagno. Principiano dalli sudetti limiti, e della parte più lontana a’ raccoglierlo, indi successivamente retrocedendo vanno raccogliendo tutto quello, che s’erano lasciati alle spalle, e lo trasportano sino al luogo, ove si forma il montone mediante il prezzo di denari sei per ogni gavetata portata da due huomini a’ guisa di siviera, quale contiene circa due tumoli di sale, che fanno l’ottava parte d’una salma, e finito il sale in una parte si portano in un altra, ove fanno l’istesso, e così di mano in mano insin a’ tanto che sii finita la raccolta.

Si cava parimente sale per via della sudetta strada artiffiziale, qual riesce sempre migliore, e ciò nella maniera che segue, si segnano come sopra li limiti agli operarii distati ducento passi più oltre, et altretanti tutto all’intorno della ponta della sudetta strada. Detti operarii formano nella maniera detta di sopra le strade con le tavole, indi raccolgono tutto il sale, che si trova tra li sudetti limiti, e la detta calzata sopra la quale lo posano a’ misura che lo vanno trasportando con le gavette: li carratori lo venghono ivi a’ carricare coli loro carrettoni, che contenghono due terze parti d’una salma,//