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Revisione come di 16:08:31, 14 February 2024daGcarboni
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far passare l’aque da un stagno all’altro, quando li venti sono favorevoli all’intento senza di che nulla di puol operare. All’istesso sito delle due calzate sboccano nelli sudetti stagni due canali scavati semplicemente nell’arena sino al mare, quali in occasione di borasca prodotta dal levante, ch’è la traversia di quelle spiaggie, e non in altro tempo introducono l’aqua del mate ne medemi, non ricevendone altra fuorché quella che vi piove a’ dirittura dentro. Detti canali si mantengono continuamente aperti, et a misura che si riempiono d’arena nel passarvi l’aqua del mare si tornano di nuovo a riaprire, accioché in ogni tempo siino in stato di quella ricevere, quando il mare naturalmente ve la tramanda; nel resto non puotendosi dar l’aqua a tempo, e luogo alli sudetti stagni, fa che li medemi quasi sempre ne penuriano. Il stagno di Carcangiolo il più distante di tutti mantiene l’aqua più degl’altri per il suo naturale declivio, e quando s’incontra esservene mediocramente vi si raccoglie del buon sale, quale, e per la qualità dell’aque, e quella del terreno pare debba essere più puro, e più salubre di quello di Molentargius.
Il stagno di Boccadirio non dà sale, quando li aque non sono sufficienti per tutti li tre stagni, mentre in quel caso, per quanto è possibile si fanno tutte passare da questo a quello di Palamontis il più vicino per i trasporti, come anche il più facile a maneggiare per essere il più piccolo. In questo a misure delle occorenze si vanno facendo degli arginetti, et altri simili travaglii di poca spesa per contenere l’aque ne liti opportuni a formarvisi il sale, e per fare, che li venti non le consumino, con trabalzarle qua, e là, come sucede negl’altri due stagni per essere troppo dilatati, con che detto stagno simile al suddetto di Carcangiolo produce il sale.//