Relazione sullo stato delle saline di Cagliari: Media #9
Titolo originale:5r

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faci la raccolta, il che suole succedere in fine d’agosto, cavandosene ordinariamente da sette in ottocento salme di netto, delle quali se ne formano cinque montoni, cioè un montone per ogni due caselle.
L’anno 1721 che se ne fece la spesa ed ecconomia detti travaglii costorono cento cinque scudi compresavi la compra degl’uttensilii, tutto che li Gesuiti vi avessero antecedentemente fatta qualche spesa nell’essersi messi al possesso della medema salina poco avanti la partenza delli Spagnoli, come pretesi heredi del suddetto Marini.
L’anno 1722, e 1723 detta salina fu data a partito agli istessi operarii, che la solevano coltivare per il prezzo di ottanta due scudi, con obligo di dover anche invigilare alle boche delle due calzate, che dividono li sudetti tre stagni per aprirle, e chiudere a misura de venti, e delle occasioni che si presentassero per far passare l’aque ne rispettivi stagni ove fossero più necessarie.
Detto anno 1723 vedendo il fu signor Intendente generale Capello di non poter vincere la renitenza di questi mercanti a volersi servire del sale macinato di detta salina per uso delle loro tonnare, risolse finalmente di farne la prova, come in fatti nel tempo della pesca fece salare nella tonnara di Portoscuso con sale di detta salina sei barilli di tonno, senza che vi habbino posto come si suole il sale minerale di Camarata. Questi l’anno seguente in principio di Quadragesima furono aperti, e confrontati con altrettanti stati salati con sale di Trapani, e con un suolo di sale minerale di Camarata sopra il totale del varrile. La tonnina de medemi fu trovata ugualmente buona, né si potè distinguere quale delle due fosse la migliore nel mangiarla. Un solo appiglio trovarono li mercanti, e fu che la carne del tonno salato con sale di Trapani parve un poco più rossa al contrario dell’altra//