Il sito di Segafenu
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Collezione
Titolo
Il sito di Segafenu
Descrizione
Il sito di Segafenu, storicamente noto come Arruinalis de Segavenu, sorge a 135m s.l.m. nell’area dell’ex stagno di Nuraminis su via Donori, a 3 km a sud-est dal centro abitato. Fino alla metà del 1900 era presente nella zona una fonte d’acqua conosciuta come Sa Mitza de Segafenu, il cui rivolo defluiva in un piccolo fiume nel territorio di Samatzai.
Nel 1997 la Soprintendenza archeologica di Cagliari vi individuò un sito pluristratificato suddiviso in strutture megalitiche, presumibilmente riferibili a un nuraghe complesso, che si articolerebbe anche al di sotto della collinetta artificiale su cui giacciono le rovine.
Al nuraghe faceva capo un abitato, la cui esistenza è testimoniata dal rinvenimento di materiale da costruzione fittile e litico: il materiale fittile risale al calcolitico (III millennio a.C.), al bronzo medio (dal 1600 a.C.), all’età punica e di età romana. I grossi blocchi litici visibili si presentano danneggiati dall’utilizzo dei mezzi agricoli.
Per quanto riguarda le epoche successive, dei diplomi medievali attestano nella curatoria di Nuraminis il villaggio (villa) chiamato Segafè (o Segaffe), che nel 1355 e nel 1358 aveva come signore Pietro de Costa. Nel secolo successivo lo ritroviamo appartenente alla curatoria di Bonavoja, sotto la signoria di Nicolò da Caciano.
Secondo John Day il sito fu presumibilmente abbandonato tra il 1455 e il 1476, in seguito alle gravi guerre, carestie e pestilenze dei decenni precedenti. La località viene menzionata insieme a Sehutas in un processo civile agli inizi del 1500, con il quale don Giovanni Bellit y Aragall rivendicò e ottenne la proprietà dei salti delle due ville distrutte.
Nel 1997 la Soprintendenza archeologica di Cagliari vi individuò un sito pluristratificato suddiviso in strutture megalitiche, presumibilmente riferibili a un nuraghe complesso, che si articolerebbe anche al di sotto della collinetta artificiale su cui giacciono le rovine.
Al nuraghe faceva capo un abitato, la cui esistenza è testimoniata dal rinvenimento di materiale da costruzione fittile e litico: il materiale fittile risale al calcolitico (III millennio a.C.), al bronzo medio (dal 1600 a.C.), all’età punica e di età romana. I grossi blocchi litici visibili si presentano danneggiati dall’utilizzo dei mezzi agricoli.
Per quanto riguarda le epoche successive, dei diplomi medievali attestano nella curatoria di Nuraminis il villaggio (villa) chiamato Segafè (o Segaffe), che nel 1355 e nel 1358 aveva come signore Pietro de Costa. Nel secolo successivo lo ritroviamo appartenente alla curatoria di Bonavoja, sotto la signoria di Nicolò da Caciano.
Secondo John Day il sito fu presumibilmente abbandonato tra il 1455 e il 1476, in seguito alle gravi guerre, carestie e pestilenze dei decenni precedenti. La località viene menzionata insieme a Sehutas in un processo civile agli inizi del 1500, con il quale don Giovanni Bellit y Aragall rivendicò e ottenne la proprietà dei salti delle due ville distrutte.
Data
Dal IV millennio a.C al XV secolo d.C.
Copertura territoriale
Nuraminis
Editore
L.U.Di.Ca.
Autori della scheda
Stella Barbarossa, Laura Lucia Lai, Mara Mudu
Fonte bibliografica o d'archivio
Batzella Armando, Nuraminis attraverso i secoli. Storia e tradizioni, Giampaolo Salice (a cura di), Grafica del Parteolla, Dolianova 2018.
Caboni Fernando, Uno sguardo nel passato. Monografia sui comuni di Nuraminis, Samassi, Sanluri e Serrenti, Vol. 1, Grafica del Parteolla, Dolianova 2002.
John Day, Villaggi abbandonati in Sardegna dal Trecento al Settecento, Éditions du Centre de la Recherche Scientifique, 1973.
Mura Tanino, Nuraminis. Sguardo d’insieme, T.E.A., Cagliari 1976.
Caboni Fernando, Uno sguardo nel passato. Monografia sui comuni di Nuraminis, Samassi, Sanluri e Serrenti, Vol. 1, Grafica del Parteolla, Dolianova 2002.
John Day, Villaggi abbandonati in Sardegna dal Trecento al Settecento, Éditions du Centre de la Recherche Scientifique, 1973.
Mura Tanino, Nuraminis. Sguardo d’insieme, T.E.A., Cagliari 1976.
Spiga Attilio, Ricordi nuraminesi antichi e moderni e appendice di storia sarda,1964. Manoscritto inedito conservato nell’archivio privato della famiglia Mudu-Pisano.
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