Chiesetta di Sant'Antonio Abate
Contenuto
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Data costruzione
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1974 - Inizio lavori di ricostruzione
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Descrizione
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La chiesa di sant'Antonio abate di Nuraminis sorgeva in età moderna dove oggi è presente la cappella attuale. Era un'antica costruzione in mattoni crudi con un piccolo spiazzo dinanzi all'ingresso in cui tutti gli anni veniva acceso il falò alla vigilia della festa di sant'Antonio. Tutt'oggi è una chiesa privata tant'è che nacque come cappella all'interno dell'abitazione di una famiglia locale nella seconda metà del 1500 (casa Mudu Serci).
Vi sono diversi elementi che ci portano a pensare che la cappella effettivamente esisteva nel XVII secolo, tra cui la presenza al suo interno di una campana che presenta l'inscrizione S.ANTONI ORA PRO NOBIS ANNO DOMINI MDCXXXII (datazione 1632).
Va specificato che non sappiamo con certezza a chi appartenesse nel corso del 500 e risulta che i Mudu, famiglia non originaria del villaggio, ancora dovesse insediarsi a Nuraminis. A tal proposito, riportiamo il matrimonio tra Diego Mudu (di Sestu) e Serafina Corona (di Nuraminis) del 1699, in seguito alla quale Diego decise di trasferirsi . Uno dei figli di Diego Mudu e Serafina Corona è Juan Baptista Mudu che sposò Theresa Vacca, appartenente a una famiglia benestante. Dalla loro unione nacquero tre figli, tra cui Juan Augustin Mudu che sposò Ritta Serra, altro cognome rilevante già dal XVII secolo.
A Juan Augustin Mudu fece da testimone di nozze Battista Taris e il figlio di quest'ultimo, Antonio Andrea Taris (major di giustizia e molto influente nel villaggio) , diede in sposa la figlia Maria Taris a Paolo Mudu ( nipote di Juan Augustin Mudu e figlio di Juan Ramon Mudu).
Paolo sposò due donne benestanti, la già citata Maria Taris e successivamente Pasquala Musio di Donori. Lo stabile con la cappella del santo, che dalle respuestas del 1777 risulta in stato di abbandono, alla fine del XVIII secolo fu da Paolo Mudu o acquistato o ereditato dalla moglie Maria Taris (che potrebbe averlo ottenuto dall'eredità dello zio Antioco Taris, vicario in Nuraminis tra il 1770-1773). Si può ipotizzare questo aspetto perchè alla morte di costui iniziò una lite giudiziaria tra i fratelli di Antioco, zii di Maria.
Questa lite, riporta i nomi di Felicia Taris e Juan Andres Taris e al suo interno si parla del possesso di una casa ma senza ulteriori precisazioni. Ciò che attira la nostra attenzione è il censo presente nella lite poichè risulta uguale a quello dovuto da Paolo Mudu alla Causa Pia per la chiesa di sant'Antonio abate nell'inventario dei suoi beni del 1843 e nelle ricevute degli anni 1836-1842. Ciò che va evidenziato, è che questi elementi ci portano a comprendere che la chiesa diventò di proprietà di Paolo Mudu. La chiesa stessa, in un contesto storico come questo, diventa un simbolo di potere all'interno del villaggio.
Egli decise di diseredare tre dei quattro figli avuti dalla prima moglie poichè gli crearono numerosi dissapori in quanto problematici nei confronti della giustizia, una vera disfatta con i figli Taris. Dall'unione con la seconda moglie nacque Benigno Mudu alla quale Paolo concesse, attraverso un testamento, lo stabile con la chiesa e il compito di organizzare la festa. Abbiamo testimonianza di tale testamento e risulta che ci siano due differenti versioni.
Benigno diventò notaio studiando presso l'università di Cagliari e ricoprì la carica di sindaco nel villaggio negli anni 1869-1871 e 1892-1894. Sposò Maria Serci (figlia di un altro notaio) e dai due nacquero Maria Mudu maritata Podda e Antonietta Mudu maritata Batzella. Precisamente Antonietta sposò Battista Batzella (padre di Armando Batzella) e da questo matrimonio nacquero Silvio e Benigna Batzella. Ecco che Benigno Mudu divise la casa in due trasmettendo il bene alle figlie con il dovere di impegnarsi per la riparazione dello stabile. Nel 1909 muore Antonietta e si crearono divergenze tra i familiari per la gestione mentre la chiesa andò in decadenza.
Maria Mudu decise così di trasmettere la quota ai nipoti e questo portò alla stesura del rogito a favore del nipote Silvio Batzella che riuscì ad ottenere l'autorizzazione per la demolizione e ricostruzione dello stabile. Tutto ciò spiega perchè la chiesa sia oggi di proprietà degli eredi Batzella. Si decise, compatibilmente con il permesso rilasciato dalla Sovrintendenza ai Monumenti e Gallerie del 28 marzo 1973, alla demolizione dell’antica struttura considerata di scarsa rilevanza storica e artistica. Successivamente il sindaco di Nuraminis concesse il prioprio nullaosta autorizzando Benigna Batzella. Nel dicembre 1973 viene firmata la scrittura privata fra il generale Silvio Batzella e la ditta appaltatrice Mandis Luigi.
I lavori iniziarono nel 1974 e la chiesa, ricostruita, si presenta oggi completamente rinnovata e abbellita nella parte frontale mediante l’innalzamento di un loggiato. Il rifacimento comprende inoltre la messa in opera di una nuova pavimentazione e di un altare marmorei. La chiesa risulta dotata di paramenti sacri e arredi liturgici indispensabili per le funzioni religiose ancora oggi officiate.
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Riferimenti bibliografici
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Batzella A. 2018, Nuraminis attraverso i secoli. Storie e tradizioni, a cura di G. Salice. Dolianova: Grafica del Parteolla, pp.110-113
M. G. Batzella, ascesa socioeconomica di una famiglia rurale tra XVIII e XIX secolo in Sardegna, tesi di laurea magistrale, università degli studi di Cagliari 2022
Giampaolo Salice, Élites rurali e assetti urbani tra età moderna e Risorgimento: due casi di studio in "Un archivio digitale del Risorgimento". Politica, cultura e questioni sociali nella Sardegna dell’800, a cura di F. Atzeni, Dolianova, Grafiche del Parteolla, 2015, pp. 80-81
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Autore della scheda
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Rachele Piras - modificato da Simone Lecis
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Data schedatura
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Prima schedatura 2019
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Copertura territoriale
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Comune di Nuraminis
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Editore
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L.U.Di.Ca.
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Data di modifica
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Scheda modificata il 21/05/2025