Statua di sant'Antonio abate

Contenuto

Titolo
Statua di sant'Antonio abate
Autore dell'opera
Ignoto
Definizione
Statua in legno intagliato, dorato e policromato
Identificazione
La prima biografia di Antonio, vissuto a Coma in Egitto, fu composta da Atanasio, vescovo di Alessandria. L'infanzia di Antonio risulta un modello di rettitudine con la frequentazione assidua della chiesa. A 18 anni viene illuminato da un passo evangelico tanto da vendere i possedimenti ereditati dai ricchi genitori e distribuire le ricchezze ai poveri prima di iniziare il percorso di ascesa spirituale, decidendo di vivere come eremita nel deserto della Tebaide. Non a caso viene raffigurato come un anziano con la barba bianca e vestito talora come un eremita.

S.Antonio è infatti riconoscibile dagli elementi iconografici che lo contraddistinguono, il bastone a forma di Tau, l'abito e il maiale. Ciò che accompagna la statua è proprio la presenza di due maiali ai piedi del santo e come affermato dal parroco di Nuraminis Don Andrea Busia, S.Antonio è patrono degli animali.

Il maiale, in particolare, sembra essere legato alla pratica dell'allevamento dei canonici regolari di S. Antonio Abate e fungeva da cibo per i ricoverati degli ospedali gestiti dall'ordine. Se il santo è legato alla guarigione, è tuttavia riconducibile anche alle punizioni, per esempio nei confronti di chi tentava di danneggiare i maiali. Il maiale, inoltre, indicherebbe la carnalità da condannare.

Il tau, così chiamato per la somiglianza con la lettera T dell'alfabeto greco, ricorda il legame del santo con le solitudini del deserto e viene spesso indicato come il bastone dell'eremita.

Il culto del Santo è presente sul territorio di Nuraminis già a partire dalla seconda metà del Seicento e la sua diffusione si deve anche alla nascita dell'Ordine dei canonici , la cui attività era fortemente legata all'assistenza dei malati. Tra il basso medioevo e l'età moderna, infatti, S.Antonio assume la veste del guaritore e il passaggio da eremita a taumaturgo è legato anche alla gestione da parte dell'ordine di una rete di ospedali in Europa.

Nelle rappresentazioni del Santo tale capacità viene spesso associata alla presenza del fuoco, elemento di grande ispirazione per gli artisti. Il fuoco, in realtà, ha avuto tante interpretazioni. Tra le più accreditate, oltre alla capacità del santo di strappare dalle fiamme dell'inferno le anime dei peccatori, vi è quella riconducibile all'ignis sacer ( il fuoco sacro ), malattia urente dalla cui guarigione erano specialisti i canonici dell'ordine. Solo in età moderna l'ignis sacer viene strettamente e in modo esclusivo legato al santo. Tra le pratiche messe in atto per la guarigione vi era la preparazione di un pharmaka, un vinage. Si tratta di una composizione liquida, spesso del vino versato sulle reliquie e il contatto con gli oggetti sacralizzava la bevanda medicinale. Il fuoco è una caratteristica tipica ed importante a tal punto che in Sardegna, il santo, viene chiamato "Sant'Antoni de su fogu". Alcuni studiosi hanno inoltre avanzato l'ipotesi che anche il lardo di maiale venisse utilizzato per la cura dell'ignis sacer.

La statua, ospitata nella nicchia d’altare della chiesetta, è opera di un abile operatore locale aggiornato al gusto della scultura lignea barocca di matrice campana. Va avanzata, infatti, l'ipotesi che l'opera sia stata realizzata o da scultori partenopei che avevano bottega in Sardegna o che sia stata importata direttamente da Napoli. Per questo motivo la tradizione che attribuisce detta statua alla mano di Giuseppe Antioco Lonis risulta erronea.

I caratteri stilistici permettono di ascrivere l’opera a bottega locale di tardo Seicento. Di derivazione iberica e segnatamente derivante da modelli napoletani è la fine decorazione diffusa su tutto il territorio isolano ad estofado de oro, (realizzata applicando il colore sopra la foglia d'oro) tuttavia non apprezzabile in seguito a un lavoro di restaurazione.

In quanto assalita dai tarli è stata prontamente restaurata secondo le testimonianze della famiglia tra gli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso. Nuraminis ogni 17 gennaio festeggia questo grande taumaturgo e la festa prevede la benedizione degli animali e il trasporto della legna per l'accensione del falò.
Localizzazione geografico-amministrativa attuale
Italia, Sardegna, Nuraminis
Cronologia specifica
Realizzata nella prima metà del XVII secolo
Citazione bibliografica
Scano, M.G. 1991, Pittura e scultura del '600 e del '700. Nuoro: Ilisso

Naitza, S. 1993, "La scultura del Seicento", in Manconi, F. (a cura di), La società sarda in età spagnola, vol. II. Cagliari: Consiglio regionale della Sardegna, pp. 154-177

Batzella A. 2018, Nuraminis attraverso i secoli. Storia e tradizioni, a cura di G. Salice. Dolianova: Grafica del Parteolla, pp. 110-113

Laura Fenelli: Sant'Antonio abate: parole, reliquie, immagini, tesi di dottorato, università degli studi di Bologna 2007

AISSCA, associazione Italiana per lo studio della santità dei culti e dell'agiografia. Marco Papasidero: il culto di sant'Antonio abate tra medioevo ed età moderna

AISSCA, associazione Italiana per lo studio della santità dei culti e dell'agiografia. Marco Papasidero: il maiale nell'iconografia antoniana e nella tradizione

AISSCA, associazione Italiana per lo studio della santità dei culti e dell'agiografia. Marco Papasidero: il fuoco nell'iconografia antoniana e nella tradizione agiografica

Laura Fenelli, "Dall'eremo alla stalla. Storia di sant'Antonio abate e del suo culto, Laterza, pp. 5-8

Carlo Gelmetti: "Il fuoco di sant'Antonio - storia, tradizioni e medicina", springer, pp. 7-9
AISSCA, associazione Italiana per lo studio della santità dei culti e dell'agiografia
Laura Fenelli, Sant'Antonio abate, parole, reliquie, immagini, tesi di dottorato, università degli studi di Bologna 2007
Formato
.jpg
ESC - Ente schedatore
LUDiCa
Autore della scheda
Giommaria Carboni, Rachele Piras (2019)
Modificato da Simone Lecis (2025)
Data
Prima schedatura 2019
Licenza d'uso
Creative Commons
Categoria di appartenenza
Nuraminis in età moderna
Copertura territoriale
Comune di Nuraminis
Data di modifica
Scheda modificata il 15/05/2025
Tipo
Statuaria

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Titolo Classe
Chiesetta di Sant'Antonio Abate Luogo