Contenuti
Copertura territoriale è esattamente
Comune di Nuraminis, frazione di Villagreca
-
Candelieri Lignei
I candelieri monumentali, corredo in coppia dell'altare o della mensa stessa, si ergono su una base a piramide tronca sostenuta da tre zampe leonine. I poggiante su disco baccellato con globo sommitale. Stilisticamente databili al tardo XII presentano tracce di doratura a guazzo. -
Altare maggiore di San Vito
L’altare maggiore venne montato all’inizio del XVIII secolo in occasione dell’ammodernamento generale degli arredi della chiesa. Coerentemente con l’acquasantiera e il pulpito marmorei, rispettivamente nella prima cappella a destra sottostante il campanile il primo e addossato sul fianco sinistro della navata il secondo, infatti, si richiese l’intervento dei marmorari Pietro Malcione e Alessandro Frediani, liguri, per la messa in opera del nuovo altare in sostituzione di un precedente altare ligneo. I loro nomi risultano da un documento del 1714 per il pagamento dei lavori del pulpito, databile quindi al 1715 come testimonia l’epigrafe incisa sulla modanatura della base. L’altare, di poco precedente, risponde agli stessi caratteri stilistici. Finemente decorato a intarsi policromi, le lastre frontali, di pregevolissima fattura, riportano motivi fitomorfi a girali, decorazione ripresa nei sopragradi accanto al tabernacolo; nel paliotto centrale, per il quale son registrati gli interventi dello scultore Gerardo da Novi e dello stesso Frediani, è rappresentata, all’interno di un clipeo, la fuga in barca di san Vito. Piuttosto precoce all’interno del panorama artistico sardo, l’altare, riferito dall’iscrizione sulla base al 1711, si deve alla commissione del “curato Piras”; il medesimo è citato, evidentemente come committente generale dei lavori, nell’epigrafe del pulpito ad opera dei suddetti operatori liguri. -
Statua lignea di San Vito Martire
La statua lignea raffigura il santo patrono della parrocchia: San Vito martire. Il culto del santo sembra essere legato alle antiche origini greche della comunità Villagreca . La statua del martire è collocata all'interno del nicchione centrale del retablo omonimo. La collocazione del simulacro in origine era però un’altra: proviene verosimilmente dalla perduta chiesa di San Costantino. La statua si trova stante sul piedistallo e regge con la mano destra la croce e con la sinistra la palma del martirio. Il vestiario suggerisce una tendenza innovatrice da parte dello scultore. Infatti, il Santo non indossa vesti da gentile romano come da tradizione iconografica, ma abiti di moda secentesca. Inoltre, si può supporre che presentasse in origine la tipica decorazione ad estofado de oro. Attraverso la consultazione di un Inventario della parrocchia redatto fra il 1916 e il 1935, è possibile risalire all’artista che ha realizzato la scultura: «San Vito martire, all’Altare maggiore, con testa che si attribuisce al […] Lonis». La scultura, nello specifico la testa, può essere così attribuita a Giuseppe Antonio Lonis, celebre scultore attivo in Sardegna nel secondo Settecento. -
Retablo di San Vito
Il retablo, grande macchina lignea barocca, è posizionato sul fondo del presbiterio, in area absidale, ed insiste sul settecentesco altare marmoreo. È parte integrante dell'altare maggiore della chiesa. Riccamente decorato con motivi fitomorfi, è suddiviso in tre scomparti scanditi da colonnine modanate con capitelli compositi; la trabeazione è sormontata da una cornice fortemente aggettante che separa l'ordine inferiore dal fastigio sovrastante. Termina la parte sommitale il frontone spezzato tra volute a “S”, che incornicia visivamente, in posizione retrostante, una piccola edicola timpanata. La nicchia centrale, coperta con volta cassettonata a rosette, ospita il simulacro del Santo proveniente dalla distrutta chiesa di San Costantino. I due scomparti laterali, coerentemente con la lunetta del fastigio, contenevano verosimilmente le pale pittoriche oggi perdute e sostituite da pannelli riempitivi. La superficie del retablo, interamente intagliato e dorato, presenta uno strato pittorico omogeneo di colore verde con lumeggiature color oro; completano la decorazione teste di putti e festoni. Ancora conservata è l’iscrizione AÑO 1759 A 27 DE 7BRE PRIOR + ANTONIO BONFIL CL(AVERO) PEDRU PORCEDDU CURAVIT ZONQUELLO, che ci permette di datare precisamente l’opera. -
Statua lignea di Sant'Elena
Sant'Elena è rappresentata in piedi su un piedistallo e, come da tradizione medievale, regge con la mano destra la croce. Le vesti, policromate, sono caratterizzate da decorazioni dorate, probabile imitazione della tecnica decorativa estofado de oro, mentre il capo è coperto da un manto bianco. La resa anatomica è scarsa, in quanto le mani sono troppo grandi in proporzione al resto del corpo. La figura è regida, mossa solo da uno scarto in avanti del piede sinistro. Questi segnali inducono a collocare l'opera nel XVII secolo in ambito di produzione locale.