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Copertura territoriale è esattamente
Nuraminis
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Statua di Santa Barbara
La statua lignea è datata al XVIII secolo e si trova sul sopragrado dell’altare marmoreo, alla destra della nicchia in cui è conservata la statua della Madonna di Bonaria.Spatial CoverageNuraminis -
Località is Cresieddas
La ricognizione di superficie effettuata nella località nota come «is Cresieddas» ha permesso di osservare la presenza di alcuni grandi massi nei pressi dei quali, in mezzo all'erba, è possibile individuare materiale da costruzione e alcuni frammenti di ceramica, tra questi anche alcuni post medievali. Le testimonianze orali raccolte parlano della presenza di un nuraghe: «Nuraghe Cresieddas», distrutto da alcuni lavori di manutenzione. Si potrebbe ipotizzare che il sito sia stato abitato (forse in maniera continua) dalla protostoria sino almeno al XV-XVI secolo. Però, per poter avvalorare la tesi è necessario uno studio documentario, che possa confermare quanto ipotizzato o che comunque possa fornire informazioni più certe.Spatial CoverageNuraminis -
Chiesa di santu Sadurru
Dopo aver visitato il sito, la ricognizione ha restituito poche tracce materiali, troppo poche per poter avanzare ipotesi sul sito. Dalle testimonianze orali raccolte è emerso che nella località visitata la memoria dei nuraminesi ricorda la presenza di una chiesa nota come «santu Sadurru». Considerando la ricognizione di superficie e le testimonianze orali, ci sono gli estremi per iniziare una ricerca bibliografia e documentaria, per comprendere meglio la storia del sito.Spatial CoverageNuraminis -
Statua di Sant'Agnese
Nella parete destra della Cappella della Madonna di Bonaria, troviamo il simulacro di Sant’Agnese, la santa è raffigurata con una veste bianca e un manto rosso.Spatial CoverageNuraminis -
Statua di Madonna con Bambino
Nella nicchia a sinistra è collocato il simulacro scultoreo che rappresenta la Vergine con il Bambino tenuto in braccio, al cui cospetto è inginocchiato un pastore con le pecore.Spatial CoverageNuraminis -
Statua di San Luigi Gonzaga
Nella teca dietro la statua di Santa Barbara, sul lato destro della cappella, è situato il simulacro ligneo di san Luigi Gonzaga in talare e cotta e con il crocifisso rivolto verso sé nella mano destra, e Santa Barbara del 700 .Spatial CoverageNuraminis -
Statua di Sant'Efisio
Nella Cappella della Madonna di Bonaria, a sinistra della statua centrale è collocata la statua di Sant'Efisio. Datata al Settecento, è in legno intagliato e policromato. Il santo segue l'iconografia tradizionale, è raffigurato con delle vesti da guerriero romano, in una delle mani mantiene una croce.Spatial CoverageNuraminis -
Statua di Santa Teresina del Bambin Gesù
Alla sinistra della Madonna di Bonaria troviamo la piccola e più recente statua di santa Teresina del Bambin Gesù, raffigurata nel suo abito carmelitano, con la veste marrone e il manto bianco, e con il Crocifisso e le rose stretti al petto.Spatial CoverageNuraminis -
Il pulpito di San Pietro
Il pulpito è collocato sul lato sinistro della navata, tra la terza e la quarta cappella dall'ingresso. Ad esso si accede attraverso delle scalette che partono dalla Cappella della Croce. Il pulpito è in marmo intarsiato policromo ed è sormontato da un baldacchino finemente decorato. Sulla parte frontale vi è l'iscrizione: "PRINCIPI APOSTOLORUM / EMANUEL ARCHIEP. KARAL / ANNO MDCCCXLVIII", che data la posa al 1848.Spatial CoverageNuraminis -
La navata di San Pietro
La navata ha pianta rettangolare ed è coperta da una volta a botte, frutto di un rifacimento di XVII secolo, mentre il tetto precedente doveva essere ligneo. La volta è divisa in quattro settori da diaframmi, che poggiano su delle semicolonne laterali con capitello decorato. Tra le semicolonne delle pareti laterali si aprono le otto cappelle con archi a tutto sesto. Gli affreschi della volta furono realizzati tra il 1922 e il 1924 dalla bottega dell’artista cagliaritano Battista Scanu e presentano per ciascun settore un grande medaglione centrale polilobato su un fondo di motivi geometrici e vegetali. Partendo dal primo settore dall’entrata, i medaglioni raffigurano: una croce greca dorata su fondo azzurro; la scena evangelica di Gesù che parla con i bambini; la liberazione di San Pietro dal carcere ad opera di un angelo; una colomba dorata su fondo azzurro. Le fasce laterali alla base della volta, al di sopra del cornicione, recano al di sopra della seconda e terza cappella di entrambi i lati quattro medaglioni che ritraggono gli evangelisti: san Marco e san Giovanni a sinistra; san Matteo e san Luca a destra. All’altezza dei capitelli delle semicolonne, a entrambi lati della navata, sono disposte quattordici formelle della Via Crucis, realizzate in bronzo nel 1997 dall’artista monserratino Gianni Argiolas, che andarono a sostituire le precedenti in gesso dipinto. Nelle parete sinistra, tra prima e seconda cappella, è presente una lastra marmorea funeraria di Mons. Paolo Maria Serci; tra la terza e la quarta cappella si erge il ricco pulpito marmoreo. Nella parete destra, tra terza e quarta cappella, è appesa un’altra lastra di marmo con l’ultima consacrazione della chiesa. Nella parete di fondo si apre l’arco a sesto acuto che introduce al presbiterio. Ai lati di questo si aprono due nicchie in marmo intarsiato in stile classicheggiante, che recano iscritta la committenza e la data: “DONO DI CARLO E MARIA CASU - 1956”. La nicchia sinistra ospita la statua ottocentesca di San Pietro, quella destra il complesso scultoreo della Madonna del Rosario di Pompei col bambinello, san Domenico di Guzman e un cagnolino. Al di sopra delle nicchie corre una fascia affrescata che reca a sinistra un medaglione con il Sacro Cuore di Gesù e a destra un uguale medaglione con il Cuore Immacolato di Maria. Lo spicchio superiore della volta è decorato invece da motivi geometrici. Nella parete d’ingresso, in corrispondenza del portale, è collocata una preziosa struttura lignea settecentesca, dipinta di verde con decorazioni vegetali dorate. Essa consiste della bussola, che presenta due porte laterali e il grande portone frontale, con una fascia superiore traforata di finestrelle quadrate; di una grande tribuna con balaustra e stemma centrale, che si estende fino alle pareti laterali, adibita fino al secolo scorso ad ospitare il coro. La parte di parete superiore al piano della tribuna è affrescata con motivi geometrici ed è aperta al centro dal rosone. A destra della bussola è appesa la grande croce di legno con due scalette, utilizzate ogni anno di Venerdì Santo per la cerimonia de “Su scravamentu”. Agli angoli della parete sono collocate le due acquesantiere di marmo bianco. La pavimentazione è in ampi pannelli di marmo quadrati a scacchi grigi e bianchi, disposti diagonalmente rispetto alla navata.Spatial CoverageNuraminis -
Epigrafe Paolo Maria Serci
L'epigrafe, incisa su supporto marmoreo, è posta nell'aula della parrocchiale di San Pietro, nel pilastro tra prima e seconda cappella del lato sinistro.Spatial CoverageNuraminis -
Epigrafe per la dedicazione della parrocchiale
L'epigrafe, incisa su supporto marmoreo, è posta nell'aula della parrocchiale di San Pietro, nel pilastro tra terza e quarta cappella del lato destro. La lastra presenta forma di cartiglio: ha il vertice superiore destro e quello inferiore sinistro arrotolati verso l'interno ed al centro è ondulata. Nel vertice superiore sinistro è riprodotto lo stemma araldico, comprensivo di motto, di monsignor Paolo Maria Serci, arcivescovo di Cagliari. Questo il testo: "PAOLO MARIA SERCI / DA NURAMINIS / ARCIVESCOVO DI CAGLIARI / PREDISPOSTO IL POPOLO CON LE SANTE MISSIONI / COADIUVATO DA TRE CANONICI / DA DOCICI PARROCHI DIOCESANI / CONSACRO' CON SOLENNE RITO / QUESTA SUA PARROCCHIA NATIA / IL 24 APRILE 1898 / RICORRENDO LA FESTA DI N(OSTRA) S(IGNORA) INCORONATA DI BONARIA / LE S(ANTE) RELIQUIE INCLUDENDO / NEL SEPOLCRETTO DELL'ALTARE MAGGIORE / DEI S(ANTI) APOSTOLI PIETRO E PAOLO / ANTIOCO ED EFISIO MARTIRI / CON SCHEGGIA DELLA CASA DI N(OSTRA) S(IGNORA) DI BONARIA / FISSANDO L'ANNIVERSARIO / ALLA PRIMA DOMENICA DI MAGGIO".Spatial CoverageNuraminis -
Presbiterio
Il presbiterio della chiesa di San Pietro è databile verso la fine del ‘500 e i primi del ‘600, in linea con i lavori effettuati sulla facciata nel 1634, affidati al costruttore Giuliano Taris. Esso ha una pianta quadrangolare, è lungo 15 metri ed ampio 60 metri quadri; si trova su un piano rialzato rispetto alla navata centrale e vi si accede attraverso una scalinata in marmo di 3 gradini. Per delimitare il vano, vi è una balaustra in marmo policromo, posta parallelamente all’altare, la quale si interrompe centralmente dividendosi in due cancelletti decorati con due medaglioni riportanti le chiavi di San Pietro incrociate. Il presbiterio presenta una copertura con volta a crociera che si regge su 4 archi a sesto acuto, due aperti e due chiusi. La volta è stellata con i costoloni in rilievo che formano un dinamico gioco architettonico, da cui emergono cinque gemme, quella centrale recante una croce greca. Al centro della croce è inciso in rilievo l’acronimo IHS. Dietro il presbiterio si trova il coro e l’organo settecentesco; a sinistra l'accesso per la vecchia sagrestia e a destra la nuova sagrestia. L’altare maggiore si erge al centro del presbiterio su un piano elevato e fu realizzato nel 1775 dall'artista Giovanni Battista Franco. Il pannello marmoreo da cui è composto frontalmente reca scolpito in bassorilievo due rami di palme dorate, sopra le quali si erge lo spazio in cui vengono conservate le reliquie dei santi. Appoggi in marmo laterali sostengono il piano dell’altare, sul cui lato frontale sono scolpiti una foglia e un fiore. Il tabernacolo all’interno del quale viene conservato il SS. Sacramento è al centro dell’altare ed è chiuso da uno sportellino dorato. Al di sopra del tabernacolo si trova un baldacchino marmoreo, all’interno del quale è scolpita una raggera dorata. I due piani vicini all’altare sono interamente in marmo e composti, il primo da marmi di forma quadrangolare grigio-verde, e il secondo da una cornice rettangolare gialla con intarsio rosso. Al centro dell’altare si erge una struttura ovale che contiene il dipinto del santo patrono; ai suoi lati si trovano invece due sculture di colore rosso. San Pietro è rappresentato con una veste azzurra e un manto marrone, il capo chinato a destra e il palmo della mano sinistra aperto frontalmente. Negli anni Settanta viene eretto, sempre al centro del presbiterio ma più in basso, l’altare conciliare in marmo, che riprende la colorazione rossastra dell’altare maggiore.Spatial CoverageNuraminis -
Tomba di Francesco Vaquer
La tomba di Francesco Vaquer è situata nel cimitero di Nuraminis, nel lato sinistro del viale perpendicolare a quello principale. Il monumento funebre è composto da un pilastro in marmo, poggiato su un basamento raccordato con modanature e sormontato da un cornicione anch'esso con modanature. Il lato frontale del monumento è spartito orizzontalmente in due ordini da un cornicione: nell'ordine inferiore vi è la lapide ornata; in quello superiore, dentro un ovale, vi è il ritratto del Vaquer.Spatial CoverageNuraminis -
Gruppo scultoreo della Madonna d’Itria
Il gruppo scultoreo della Madonna d’Itria è posto all’interno di una teca in legno, poggiata su una mensola in marmo. La Vergine è rappresentata con una veste bianca e un manto azzurro, alla sua destra vi è un personaggio inginocchiato con un copricapo.Spatial CoverageNuraminis -
Simulacro di San Giuseppe
La statua di San Giuseppe è situata a sinistra rispetto alla nicchia della Madonna e rappresenta Giuseppe con un mantello, un bastone e un giglio nella mano destra, e al suo fianco il fanciullo Gesù con una croce sulla spalla.Spatial CoverageNuraminis -
Simulacro di Sant’Ignazio da Laconi
La statua si trova nella nicchia alla destra di quella della Madonna, e raffigura Sant’Ignazio nel saio di frate questuante con il rosario alla mano destra, il bastone nella sinistra e la bisaccia sulla spalla.Spatial CoverageNuraminis -
Simulacro della Vergine Dormiente
La statua della Vergine Dormiente è adagiata sulla lettiga, nel lato sinistro della cappella. Il vestito della statua della Madonna è finemente ricamato a mano da Marietta Serci, figlia di Daniele, fratello maggiore di Monsignor Paolo Maria Serci.Spatial CoverageNuraminis -
Statua della Madonna Assunta
Situata dentro una nicchia incorniciata da una striscia marmorea di colore nero e nella parte inferiore si legge DONO VAQUER D. GESUINA VED. SERCI 1959. La Madonna è rappresentata in piedi con una veste bianca e manto dorato, le mani sul petto e sotto di lei una nuvola e alcuni angioletti. Il simulacro è uno dei più recenti della parrocchia.Spatial CoverageNuraminis -
Don Attilio Spiga
Nato il 2 aprile 1882 a Sestu, laureato in teologia e canonico del Capitolo metropolitano di Cagliari, monsignor dottor Attilio Spiga fu parroco di Nuraminis dal 1911 al 1960. Morì il 13 aprile 1974 e fu sepolto nel cimitero di Nuraminis. La sua memoria è tuttora viva fra i nuraminesi, avendo guidato la comunità parrocchiale per quasi mezzo secolo. Una sua foto incorniciata è presente nella sacrestia della parrocchiale di San Pietro.Spatial CoverageNuraminis -
Cappella della Madonna Assunta in Cielo
La cappella dedicata alla Maria Assunta si apre con un arco a sesto acuto sul lato destro della navata centrale ed è costruita su un piano sopraelevato di un gradino. L’ingresso è delimitato da una balaustra in marmo bianco aperta al centro, che reca incisa la data di realizzazione “anno 1846”. Il pavimento è in mattonelle esagonali bianche e nere, disposte obliquamente. Le pareti laterali e quella di fondo sono delimitate in alto da un cornicione, al di sopra del quale si sviluppa la volta a botte affrescata. Affrescato è pure lo spicchio superiore della parete di fondo, sempre al di sopra del cornicione, dove due sipari dipinti incorniciano una piccola finestra quadrangolare che illumina la cappella. Nello spicchio superiore della parete opposta, sopra l’arco d’ingresso, vi è un’iscrizione dipinta che reca i nomi del committente, dell’autore degli affreschi e la data di realizzazione. Nella prima colonna: “Cappella decorata / A spese di Don / Vincenzo Vaquer / Maggio 1923”; nella seconda colonna: “Il pittore / Porra Silvio”. Sulla parete di fondo, sopraelevato da una base marmorea, si erge un altare in marmo intarsiato di vari colori, la cui data di realizzazione è scolpita alla base del lato frontale: “MDCCCXLVI”, ossia 1846. L’altare presenta il piano da mensa e altri due livelli superiori. Il piano orizzontale dell’ultimo livello è costituito da una lastra marmorea di reimpiego, che reca un’iscrizione in lingua latina, mutila della parte sinistra: “[...]lgarien / [...]arissimi/ [...]yli causa / [...]audati/ [...]t conterraneo / [...]at / [...]D. Algar/ [...]ae/ [...]ssimo / [...] patriae decori / [...]us / [...]munia illustris / [...]itudinis / [...]ignabat / [...]ad”. La parete ai lati dell’altare è rivestita da lastre di marmo decorate. Sulla parete destra, all’altezza del piano da mensa dell’altare, si trova una lastra di marmo nero semicircolare utilizzata come mensola per fiori e ceri votivi.Spatial CoverageNuraminis -
Facciata e campanile della Chiesa di San Pietro
La facciata della chiesa di San Pietro è rivolta verso nord con singolo ingresso centrale a cui si accede attraverso una gradinata semicircolare. Nel primo gradino è presente un’iscrizione ‘VICARIO V. SADDI 1891’, in ricordo della posa dell’opera commissionata dal parroco dell’epoca: don Vincenzo Saddi. La facciata fu terminata intorno al 1634 dai costruttori Giovanni Antonio Pinna e Giuliano Taris, che le impressero una stile tardo-gotico iberico commisto a elementi classicheggianti. La parete muraria è in pietra arenaria e presenta un terminale piatto sormontato da sei elementi merlati e da una croce centrale. Il portale ligneo a doppia anta è chiuso fra due colonne in struttura murale scanalata, sulle quali poggiano due capitelli in stile composito corinzio, reggenti l’architrave di pietra. Sopra il portale poggia una nicchia classicheggiante che ospita la statua di San Pietro, posta nel 1952 in sostituzione della precedente, andata distrutta per una caduta. La facciata anticamente era abbellita da un rosone aragonese, andato distrutto nei primi del ‘900 in favore di una finestra lucifera, a sua volta demolita per permettere un tentativo di ripristino del precedente rosone. Il restauro non andò a buon fine e oggi troviamo un’ampia finestra circolare decorata con una vetrata che ritrae la scena dal vangelo di Giovanni nella quale Gesù ordina all’apostolo Pietro: “Pasci le mie pecorelle”. A sinistra della facciata si erge il campanile a canna quadrata, la cui sommità è ornata da un cornicione decorato con metope traforate a motivi gotici. Questo era anticamente sormontato da una piramide lignea che fu rimossa, in quanto instabile, durante i lavori di ristrutturazione del 1912. Durante gli stessi lavori furono realizzati i gradini di accesso al campanile esterni e fu murato il precedente ingresso collocato internamente nella Cappella delle Anime. Tra i conci della muratura frontale della torre campanaria, sono stati individuati dei materiali di recupero tra cui una lastra divisa verticalmente in due quadranti, con un’iscrizione in lingua latina nella parte sinistra. Dalla cella campanaria (contenente quattro campane) si aprono, sui lati del campanile, delle monofore ad arco a tutto sesto.Spatial CoverageNuraminis -
Epigrafe per la benedizione del cimitero di Nuraminis
L'epigrafe, incisa su supporto marmoreo, è posta nel viale principale del cimitero di Nuraminis, sulla sinistra appena dopo il cancello d'ingresso. Essa ricorda la cerimonia di benedizione del camposanto. Questo il testo: "AD ETERNA MEMORIA / GAETANO DULCIS PARROCO DI NURAMINIS / CONSACRA QUESTA LAPIDA / IN COMMEMORAZIONE / DELLA SOLENNE BENEDIZIONE DI QUESTO CAMPO SANTO / IMPARTITA IL GIORNO 25 APRILE 1880 / NELLA QUALITA' DI DELEGATO / DA S(UA) E(CCELLENZA) REV(EREN)D(ISSI)MA MON(SI)G(NO)R D.D.[=DOMINI] GIOV(ANNI) ANTONIO BALMA / ARCIVESCOVO DI CAGLIARI / REGENTE IL SINDACO DON FRANCESCO VAQUER / E FUNGENTE FUNZIONI / SIG(NO)R BENIGNO MUDU MUSIU"Spatial CoverageNuraminis -
Cappella della Madonna di Bonaria
La seconda cappella a destra, stando davanti all'altare maggiore, della chiesa parrocchiale di Nuraminis prende il nome di «Cappella di Bonaria». A livello architettonico è caratterizzata da una volta a botte; al centro della cappella è collocato un altare in marmo bianco con intarsi policromi; la struttura è sopraelevata rispetto al piano del basamento nel cui gradino è scolpito l’anno d’impianto (1830). Nel compartimento vi è un dipinto che raffigura un mare in tempesta sul quale si eleva la lucente visione della Madonna di Bonaria. Nella parte centrale dell’altare è scolpito un medaglione circolare, raffigurante una corona di rose attorno ad una palma.Spatial CoverageNuraminis -
Cappella del Rosario
La quarta cappella a destra nota come la «Cappella del Rosario» al suo interno contiene i seguenti elementi: frammenti marmorei, Statua S. Antioco, il Retablo Madonna del Rosario, la Statua S. Giovanni Battista, la Statua S. Isidoro Agricola.Spatial CoverageNuraminis