Vestiti di fede
A cura di Andrea Sinatra
All’interno del quartiere Stampace fiorisce una congregazione, che dal 2005, anno della sua rinascita, segue e dà nuova vita a tradizioni che la contraddistinguono fin dall’anno della sua fondazione (1586). Questa è la Congregazione Mariana degli Artieri di San Michele sotto l’invocazione di Santa Maria Bambina, anche detta degli Artieri
Già dall’anno della sua istituzione, nel 1586, gli Artieri si sono contraddistinti per il carattere altruistico.
Nelle Regole del 1839 (Regole, preci ed indulgenze della congregazione mariana) si legge che i fini dei Confratelli sono due: «servire Dio e sua Santissima madre, e di salvarsi l’anima».
Nelle Regole sopracitate viene lasciato intendere come il valore principale delle buone azioni è l'azione stessa: non deve darsi importanza alla ragione che spinge a compierla né a colui che compie il gesto.
Questo sentimento emerge appena si entra nella chiesa di San Michele Arcangelo, nel quartiere di Stampace a Cagliari, dove ha sede la Congregazione. Si rimane stupiti dalla ricchezza di decorazioni e dalla struttura della chiesa. Ciò che più colpisce il visitatore sono le grate che chiudono lo spazio dedicato al coro.
Infatti, la chiesa non era frequentata da monache di clausura. La chiusura dello spazio del coro si pensa fosse finalizzata a dare maggiore risonanza al canto, descritto come la più pura delle preghiere, senza mostrare ai fedeli gli esecutori.
Il tema dell'invisibilità si ritrova nella veste dei confratelli: «un abbigliamento tra i più semplici delle Confraternite e delle Congregazioni cagliaritane», così viene descritto dal segretario della Congregazione Gianni Agnesa.
L’abbigliamento è uno dei pochi elementi che non sono cambiati con il tempo, se non in minima parte.
Il classico artiere aveva un abbigliamento composto da una semplice tunica in tela cruda bianca, con due fori per inserire le maniche; la tunica aveva un risvolto in vita ed era legata con un cordone, che poteva essere di diversi materiali ma solitamente era di corda. La nappa finale di questo cordone pendeva al lato sinistro dell’artiere e ad essa era legato il rosario che doveva scendere lungo la gamba.
Al collo pendeva un medaglione che raffigurava la santa protettrice della Congregazione, Santa Maria Bambina. Il tutto era corredato da un copricapo, del medesimo tessuto e colore della tunica, che veniva indossato per coprire tutto il volto del confratello; infatti, il cappuccio era provvisto di due fori in corrispondenza degli occhi. Questo espediente, come riferito in precedenza era utile per non far riconoscere il protagonista dell’azione caritatevole, dando maggiore significato e rilevanza all’azione stessa.
Ad oggi ciò non è più necessario. I confratelli indossano il copricapo rivolto all’indietro, mettendo un elastico in testa e rivoltando il cappuccio.
Dalla rifondazione del 2005 (le attività erano state sospese nel 1968), uno dei momenti durante l'anno in cui i confratelli indossano l’abito tradizionale è in occasione della processione dei Misteri del martedì santo.
Durante il pomeriggio del martedì santo la Congregazione degli Artieri prepara una processione che scorta in un tragitto, che tocca sette chiese, i sette misteri. Il mistero dell'Addolorata accompagna in ogni chiesa una delle statue per l'adorazione; queste statue sono state realizzate dallo scultore Giuseppe Antonio Lonis.
Anche in questo caso l’abbigliamento dei confratelli mette in risalto l’Addolorata, una delle vere protagoniste dell’Adorazione, il cui abbigliamento colpisce per la ricchezza di decorazioni e la lucentezza dei tessuti. I colori blu e rosso, corredati dal pizzo, conferiscono un aspetto regale all’Addolorata. Nonostante questa regalità, lo sguardo della Madonna trasmette il dolore provato da una madre alla vista della tortura del figlio, sentimento questo che viene reso realistico dal pugnale che spunta dal petto della Vergine.
Ed ecco che l'essere vestiti di fede assume un duplice significato: gli Artieri portano avanti la loro fede che li "veste" e li contraddistingue, d'altra parte questa povertà di abiti comunica un sentimento profondo di apertura al prossimo.
Marco Ardau, uno degli Artieri storici, racconta che ancora oggi i Confratelli si riuniscono una volta al mese, seguendo le indicazioni delle Regole sopracitate, come una vera e propria comunità cristiana e contemplano, attraverso letture e preghiere, un Mistero, questi Misteri si alternano nei vari incontri mensili.
Questo sentimento di comunità religiosa è ciò che emerge più fortemente dalle testimonianze degli attuali confratelli della Congregazione degli Artieri.
Bibliografia:
Dadea, Mauro. Misterius. La Settimana Santa a Cagliari. Janus, 2008.
Pireddu, P. Guglielmo . La «Congregazione della Natività di Maria Vergine» in Cagliari. La storia della Congregazione degli Artieri dalle origini ai nostri giorni. Stampato in proprio Cosimo Fadda Communication, 2014.
Regole, preci ed indulgenze della congregazione della Natività di Maria Vergine stabilita in Cagliari presso i padri della Compagnia di Gesù. 1 vol. Editore della stamperia reale di Cagliari, 1839.