Il rito di vestizione di Sant'Efisio tra privato e pubblico
di Ilenia Luzzu
Durante il mio percorso al LUDiCa 25 ho riflettuto sulla celebrazione del culto di Sant’Efisio martire - Santo venuto dal mare - venerato a Cagliari, ma capace di raggiungere i fedeli di tutta la Sardegna.
Custodire e tramandare un culto significa conoscerne ogni suo dettaglio e significato, per tenere viva la memoria storica e i rituali consolidati, praticati dai confratelli e dalle consorelle ed offerti alla venerazione dei devoti.
A Cagliari i primi custodi della memoria e del culto di Sant’Efisio sono i confratelli e le consorelle dell’antica Confraternita di Sant’Efisio, nata nello storico quartiere cagliaritano di Stampace e canonicamente nel 1564 e poi aggregata all’Arciconfraternita del Gonfalone sotto l’invocazione della SS.ma Vergine del Riscatto di Roma il 24 marzo del 1618 (Calatri Franca,1999, pag. 71).
Personalmente, durante i giorni del LUDiCa, mi sono interrogata nello specifico su come sia cambiato il modo in cui i confratelli e le consorelle dell’Arciconfraternita compiono il rituale della vestizione del Santo del 29 e del 30 aprile, che da diversi anni si svolge alla presenza del pubblico.
Grazie alle testimonianze rese dal presidente, dal sacrista maggiore e dalla priora, ho potuto capire come oggi l’Arciconfraternita coniuga l’aspetto intimo del rito di vestizione con l’apertura alla partecipazione popolare dei devoti.
Dal racconto del sacrista signor Mazzaglia e della priora signora Banchero emerge che la preparazione della “valigia del Santo” e la vestizione del 29 e 30 aprile si svolgevano all’interno della Chiesa, alla sola presenza di pochi confratelli e consorelle.
Attualmente, soltanto la sua preparazione resta un momento privato, non pubblico, di esclusiva competenza del Sacrista che, insieme alla priora, decide e predispone nella sacrestia il corredo per il pellegrinaggio di maggio.
La vestizione fa inoltre risaltare il ruolo della priora come custode del vestiario, nonché della chiesa, riconosciutole in via esclusiva dallo Statuto delle consorelle (Statuto Consorelle del 1814).
Proseguendo il racconto, il signor Mazzaglia ricorda che l’arrivo del parroco don Mario Ledda presso l’Arciconfraternita ha portato “un po’ di modernità”, fino all’apertura del rito della vestizione al pubblico.
Dall’interno della chiesa esso si è spostato all’esterno sul sagrato e alla presenza dei fedeli. Non è stato soltanto uno spostamento fisico per rendere visibile il rito, ma un modo per coinvolgere realmente i devoti presenti.
La signora Banchero e il signor Mazzaglia raccontano come si svolge, ormai da diversi anni, la vestizione nei giorni di aprile che precedono la grande festa del 1° maggio e l’inizio del pellegrinaggio: il santo viene esposto davanti all’antico portone della chiesa e la priora inviterà personalmente le persone che vestiranno la statua, scegliendole tra quelle che vivono situazioni personali delicate, di solito legate alla salute.
I devoti scelti potranno così vestire Efis con il suo corredo: polsini, colletto, panciotto, fiocco.
Anche il 30 aprile, in occasione dell’ornamento della statua con gli ori e gli ex voto, alcuni fedeli possono essere invitati a partecipare, stavolta alla presenza del Tesoriere responsabile della cerimonia.
L’Arciconfraternita si apre ai fedeli anche in altre occasioni; ad esempio accettando le donazioni di parti del corredo, di crocefissi o di monili, poi utilizzati durante le varie vestizioni annuali. Diversi sono i polsini, i colletti, i panciotti, i bracciali indossati dal santo, provenienti dalle famiglie devote.
A chiusura dell’incontro la signora Banchero e il signor Mazzaglia concordano sul fatto che la scelta di spostare il rito all’esterno è un fatto positivo perché riunisce i fedeli in un momento di devozione comunitaria e li rende partecipi direttamente. Tante sono infatti le persone incontrate dalla priora che affidando al santo una richiesta di grazia, per sé o per i propri cari, “si avvicinano e chiedono di vestirlo”.
Il tema della vestizione di Sant’Efisio è legato alla riflessione sulla custodia e diffusione del culto del santo, oggetto dell’incontro con il presidente dell’Arciconfraternita Andrea Loi.
Secondo il signor Loi, l’attività dell’Arciconfraternita non può consistere nella sterile riproduzione di riti antichi ma deve realizzarsi nella “riproposizione di riti antichi e delle celebrazioni…con motivazioni nuove”. Secondo il presidente custodire il culto di Efisio non significa appropriarsene e tenere al chiuso la sua celebrazione, come fosse un affare privato di famiglia.
La promozione del culto passa attraverso l’apertura alla popolazione devota, anche accogliendo i gesti di vicinanza spontanea espressi nei modi più vari. Tra gli esempi riferiti ci sono i nuovi residenti, anche di origine straniera, che rispettosamente seguono i festeggiamenti della festa di maggio; i fedeli che portano i fiori per la chiesa; i (pochi) residenti storici di Stampace che addobbano i balconi con drappi o fanno sa ramadura lanciando petali al passaggio del Santo.
Questi gesti rappresentano forme di partecipazione spontanea al culto che si realizzano spesso in pubblico e fra il pubblico dei devoti, nel quartiere e oltre.
Dalla riflessione finale del Presidente emerge la convinzione che il punto di forza dell’Arciconfraternita di Sant’Efisio per coinvolgere sempre più i devoti nella pratica del culto è promuovere l’aspetto spirituale della festa di maggio e delle altre celebrazioni.
Aprirsi alla comunità locale e farsi portatori di un messaggio spirituale vero, libero da condizionamenti estranei all’aspetto votivo, è il modo più auspicabile di mantenere vivo il culto del nostro Sant’Efis Martiri Gloriosu tra quei riti che ancora rimangono privati, confraternali, e la sempre crescente partecipazione popolare alle celebrazioni in suo onore.
Bibliografia
Bibliografia
Angioni A, Gorini P, Muggianu P., Pinna E. ,La via di Sant’Efisio. GIA editore, 2004
Matta P., I segreti di un culto. La Festa di Maggio momento per momento. L’Unione Sarda S.p.A, Cagliari, 2017
Calatri Franca, S. Efisio : storia del più celebrato martire in Sardegna, della sagra e della Arciconfraternita. S.A.UM, 1989.
Corda Mario, Sardae patronus insulae. Il culto di Sant’Efisio attraverso i secoli. Cuec, 2005
Constituzioni della società delle consorelle del riscatto agregata all’Arciconfraternita di S.Efisio. Bernardo Titari stampatore, 1814