Le sorelle della Vergine

A cura di Beatrice Basciu 

L’Arciconfraternita della Vergine Solitudine, ancora operante a Cagliari, fu fondata nei primi anni del XVII secolo ed aggregata all’Arciconfraternita della Santissima Trinità di Roma nel 1616.

Una bolla emanata da papa Innocenzo XII nel 1697 sancì il trasferimento dell’Arciconfraternita della Vergine della Solitudine nella chiesa di San Giovanni, poiché prima possedeva un’altra sede nella Chiesa di San Basilio.

Originariamente la Confraternita ebbe i seguenti scopi: reperire i fondi necessari per riscattare e liberare i cristiani fatti schiavi dai barbareschi nel corso delle loro incursioni, fornire assistenza ai condannati a morte e degna sepoltura, assistere gli appestati e dare sostegno ai carcerati.

Oggi l’Arciconfraternita della Vergine della Solitudine è impegnat nei riti della Settimana Santa, con particolare riguardo al le processioni del Venerdì e Sabato.

La processione del Venerdì Santo prevede il trasporto del Cristo in croce verso la Cattedrale per mezzo del seguente tragitto: si parte dalla Chiesa di San Giovanni e si prosegue verso il Bastione, via Mazzini, Porta dei Leoni, via Canelles, fino alla Cattedrale.

Il Cristo esce per primo dalla chiesa di San Giovanni, seguito dalle consorelle, i confratelli, dai cantori e dalla Madonna addolorata. La Madonna Addolorata accompagna il Cristo in croce fino alla Cattedrale e ritorna successivamente nella Chiesa di San Giovanni, dalla quale è partita.

La processione del Sabato Santo prevede la partenza della Madonna Addolorata dalla chiesa di San Giovanni per riportare il Cristo (con indosso la corona di spine), nella lettiga dopo il rito de S’Iscravamentu, (scravai significa togliere i chiodi) attraverso lo stesso percorso effettuato dalla processione il Venerdì Santo. Il rito de S’Iscravamentu viene compiuto il sabato mattina ed è il procedimento che prevede lo schiodamento del Cristo dalla croce e la sua deposizione nella lettiga.

In entrambe le processioni i confratelli indossano un saio bianco con l’aggiunta di una fascia nera, medaglione dell’arciconfraternita con il rosario; le consorelle vestono l’abito e il velo nero, in segno di lutto.

Le donne furono ammesse nell'arciconfraternita nel 1878.

Le consorelle hanno l’obbligo del reciproco rispetto e dell’amore e devono astenersi da qualunque atto che possa turbare la buona armonia del sodalizio. L'adesione o la vicinanza all'arciconfraternita si radica spesso nelle famiglie, che in molti casi sono legate al sodalizio da generazioni.

Le consorelle stanno sullo stesso piano dei confratelli, ma svolgono mansioni diverse, le quali riflettono la divisione, tradizionale, dei ruoli tra uomini e donne. Spetta dunque alle consorelle la cura dei simulacri, in particolare di quello mariano e del Cristo. Le consorelle percepiscono le statue come se fossero degli esseri umani vivi e presenti, infatti la Vergine viene considerata una sorella, un'amica  sofferente, da accudire, e confortare nel suo lutto per la perdita del figlio.

La vestizione della Madonna è un momento molto sentito. Dalla Domenica delle Palme inizia la preparazione delle vesti che vengono precedentemente lavate, stirate e fatte indossare alla Vergine. Questo processo è particolarmente delicato e complesso poiché il simulacro possiede le mani giunte e dunque le maniche del vestito vengono cucite ogni volta, sulla statua stessa.  

Le Consorelle hanno anche il compito di occuparsi della chiesa, un po’ come se fosse la loro casa,  a partire dalla pulizia, all’addobbo con i fiori freschi.

Inoltre viene anche preparato il simulacro del Cristo che viene bendato con delle fasce di cotone. Si associa il bendaggio sia una pratica di pulizia, sia pratiche mediche di cura di un malato.

Successivamente le bende vengono profumate con un’acqua di colonia alla lavanda, tagliate e confezionate per essere distribuite tra i fedeli.  

Al cotone viene attribuito quasi un potere taumaturgico, che viene posizionato in parti doloranti o vicino ad una persona che sta male.

 Riferimenti bibliografici essenziali

F. Masala, M. Pintus, L’Arciconfraternita della Solitudine. Il rilievo della chiesa di San Giovanni nel quartiere di Villanova a Cagliari, Estratto da Atti del Convegno “Arte e Cultura del ‘600 e ‘700 in Sardegna” Cagliari- Sassari – 5 Maggio 1983, Stef -Cagliari, 1983.

A. Angioni, Cagliari Villanova. Un paese dentro la città, GIA Giorgio Aru editore, Cagliari, 2023.

Precedente Seguente