Lavori invisibili
a cura di Riccardo Angius
È l’8 novembre 1956: a Cagliari, nella sala riunioni del Palazzo Viceregio, il Consiglio Regionale discute la “Mozione sulla valorizzazione economica dell'Isola di San Pietro”, primo firmatario Giacomo Covacivich. Dopo la relazione iniziale, sono iscritti a parlare un altro consigliere carlofortino, Giuseppe Borghero e, a seguire, altri quattro uomini: Giovanni Frau, Pietro Melis, Francesco Caput, Giuseppe Brotzu.
In una famiglia ponzese di pescatori arrivata sull’isola dopo l’Unità d’Italia - così come tante altre di origine partenopea - già da una vita iniziava ogni giorno alle tre del mattino “la giornata, la lunga giornata” di Candida Aversano, insieme a quella del marito pescatore: mentre lui era fuori a mare, lei si occupava della casa, dei figli e delle conserve.
Con la forza delle proprie braccia, distribuita attraverso le bottiglie di vetro, macinava il sale necessario a proteggere le sardine e i tagli del tonno che avrebbero garantito il nutrimento futuro.
Grazie anche a questo incessante lavoro, pochi anni dopo nacquero le nipoti: Cesarina, Angela e Candida Ferraro. Tutti i giorni, una vicina andava in campagna, per poi tornare la sera con capre e pecore al seguito. Le tre sorelle e i loro genitori, insieme alle tre vicine più strette - le loro “zie” - lavoravano insieme, attraverso il vicinato e dentro le loro case.
In quella di paese, lasciata dal nonno pescatore, le giovani aiutavano la madre nei lavori di casa e, quando necessario, Cesarina sostituiva i genitori nel prendersi cura delle più piccole. In quella di campagna, costruita dal padre muratore grazie anche alle loro braccia - usate per raccogliere dai campi intorno i sassi necessari per la getta - si andava per annaffiare i terreni, per poi raccogliere patate, frutta, uva da vino e pomodori per le buttigie, per garantire il sostentamento nei mesi successivi.
Similmente a quanto invece faceva loro nonna Cesira che, oltre a seminare e raccogliere le verdure, si occupava di venderle, anche tante altre donne avevano in carico la gestione del portafoglio familiare. Quando i loro mariti si imbarcavano per anni lontano da casa a guadagnare “il pane che ti dava il mare”, incombeva su di loro l’intenso lavoro di crescita e di educazione della prole, a beneficio dell’interdipendenza economica di tutta l’isola, in un momento storico in cui la realizzazione individuale era prerogativa di pochi.
Tonio Borghero, marito di Candida, racconta di dovere al lavoro di sua nonna, che “si occupava di tutto”, la sicurezza di casa e terre, garantite ai propri figli e nipoti. A fianco a lei, suo marito bracciante che curava il bestiame altrui, e le tre zie, quotidianamente impegnate nel duro lavoro di campagna, come gli uomini, “se non di più”.
Negli stessi anni, all’Isola Piana qualche chilometro più a Nord del paese, nella tonnara oggi nota come P.I.A.M., al lavoro maschile in acqua, si accompagnava il lavoro femminile a terra, di stivaggio del tonno.
Un lavoro senza gloria, quello delle tonnarotte, che dal pesce scartavano pelle, spine e squame, per stivare nello scatolame i tagli destinati al consumo. Un lavoro povero, talmente povero da includere la vessazione delle perquisizioni all’uscita, per accertare che nessuna avesse nascosto il tonno sotto la veste. Un lavoro ritenuto allora degradante, così come degradante era che una donna lavorasse per un salario, invece che dedicare anima e corpo solo alla propria famiglia. Un lavoro difficilmente rintracciabile nella letteratura storica autoctona e accademica su Carloforte, testimoniato però dalle fotografie conservate nella corniceria di Angela Farris.
Per chi negli anni ‘80 arrivava dalla Sardegna a presiedere l’Istituto Magistrale, la “memoria storica” fu Paola Boggio, docente di pedagogia e filosofia, vicepreside e “riferimento sull’isola”, come richiesto dai superiori succedutisi sino a che lei stessa diventò preside. Dopo la fatica degli studi e degli interminabili viaggi, a inizio carriera, per insegnare sull’isola di Sardegna, un nuovo lavoro intenso, di mediazione tra furesti e locali, forme mentis continentali e metodi didattici da adattare alla tradizione, agli usi e costumi, al parlare tabarchino.
Per la comunità, Boggio ha sacrificato il tempo da dedicare alla propria passione maggiore, l’insegnamento di pedagogia e filosofia a contatto stretto con gli studenti, facendosi carico della gestione dei conflitti. Oltre al grande carico di lavoro organizzativo e logistico, anche quello che oggi in psicologia del lavoro è definito lavoro emotivo, e include la regolazione delle emozioni collettive.
Nel 1988, per l’occasione dei 250 anni dalla fondazione di Carloforte, a fatica e ben oltre ai doveri istituzionali, su idea del pisano ed ex-preside Umberto Chiaramonte, e insieme ai genitori, Boggio allestí la mostra “A Cà du Paize, arredi e corredi tabarchini”, un lavoro di vera e propria ricostruzione storica degli ambienti domestici carlofortini tradizionali, di cui poi verrà pubblicato catalogo a beneficio della memoria storica collettiva. Al suo interno, anche l’impegno delle giovani carlofortine a confezionare e rammendare gli abiti necessari per la pesca, spesso trattenendosi “a cucire anche alla luce del lûmme, se il lavoro era urgente e doveva essere consegnato l'indomani.”
È l’8 novembre 1956: a Cagliari, nella sala riunioni del Palazzo Viceregio, dai resoconti non sappiamo se sia presente l’unica donna eletta consigliera per la II Legislatura. Nessun uomo obietta alle parole del carlofortino Covacivich: “L'economia turistica può rappresentare a Carloforte quello che rappresenta in Lombardia il lavoro della donna nella filanda; l'attività turistica deve essere lasciata e sarà lasciata alle donne carlofortine, perchè gli uomini intendono guadagnarsi il pane duramente come sempre hanno fatto da quando sono sbarcati, nel lontano 1738, nell'isola di San Pietro.”
Ma le donne di Carloforte non lo sanno, e lavorano duramente lo stesso.
Bibliografia
Alimonda Giuseppe, Boggio Paola, Chiaramonte Umberto. A Cà du Paize, arredi e corredi tabarchini, Catalogo della mostra allestita dall’Ist. Magistrale G. Pagani di Carloforte per il 250° anniversario della fondazione della città. Pontedera, 1989
Studio monografico sulla città di Carloforte : geografia, storia, economia, tradizioni. Cagliari: Fossataro, 1969
Emery, Katherine B. Tonnare in Italy: Science, History and Culture of Sardinian Tuna Fishing. California Italian Studies, 2010
Folbre, Nancy. Measuring Care: Gender, Empowerment, and the Care Economy. Journal of Human Development, 2006
Bellè Elisa, Bruni Attila, Poggio Barbara. Motions at work: between emotional labour and sentimental work, Rassegna Italiana di Sociologia, 2014