Donne e lavoro a Sant’Antioco
a cura di Alessandro Solla
Il lavatoio di Sant’Antioco è sito nella via Giuseppe Garibaldi, fronte lungomare. Prima della sua costruzione, le donne non avevano un luogo dedicato per svolgere uno dei compiti più gravosi della vita quotidiana, ossia il lavaggio dei panni; erano infatti costrette a recarsi presso altri luoghi.
La ricerca condotta nell’Archivio Storico Comunale di Sant’Antioco e l’analisi dei relativi documenti strutturali sul lavatoio, oltre a permetterci di conoscere le caratteristiche strettamente tecniche dell’edificio, ci fornisce un dato che può sembrare irrilevante, ma che ci consente invece di comprendere con maggiore ampiezza la diversificazione del lavoro femminile a Sant’Antioco, ossia il numero limitato di “postazioni” per il lavaggio.
Il lavatoio, infatti, non fu l’unico luogo usato per il “lavaggio dei vestiti”. Alcune donne, infatti, svolgevano questa mansione in altri siti; alcune famiglie disponevano di pozzi personali; altre usavano is pirixeddus (termine derivante da piri, cioè pozza d’acqua), delle “vasche naturali” che si formavano nei solchi delle famose grotte antiochensi quando pioveva. La costruzione del lavatoio, evidentemente, aveva come obiettivo primario la semplificazione del lavoro delle donne, offrendo loro un luogo nel centro abitato pensato appositamente per il lavaggio collettivo dei panni.
Tuttavia, dietro a questo luogo fisico e collettivo, si nascondeva un’importante funzione sociale e culturale. Il lavatoio diventava così il centro dell’attività femminile, un vero e proprio luogo di lavoro ma anche di incontro, un centro di socializzazione. Per molte donne era uno dei pochi spazi pubblici in cui potevano incontrarsi, parlare e scambiarsi esperienze di vita. Per l’appunto l’espressione "fare la lavandaia" non si riferisce soltanto al lavare i panni, ma anche all'abitudine di scambiarsi pettegolezzi e confidenze. Oltre al lavatoio, altri luoghi di socializzazione femminile erano la chiesa, il mercato e la filanda (estremamente importante nel lavoro femminile antiochense). Il lavatoio però aveva qualcosa di unico: non era uno spazio di culto o economico, bensì un ambiente quotidiano e confidenziale. Proprio per questa ragione, oggi molti lavatoi sono considerati luoghi storici di grande rilevanza e sono tutelati dall'Unione Europea come simboli del lavoro e della socializzazione femminile.
Non a caso la figura della lavandaia ha ispirato pittori, scultori, poeti e scrittori che hanno rappresentato la lavandaia in numerose opere. Ad esempio, Giovanni Pascoli nella sua poesia Lavandare immortala l'immagine di queste donne. Inoltre, grazie alle interviste sul campo è stato possibile scorgere un’importante caratteristica socio-economica attribuita al lavatoio, o più precisamente alle donne che vi lavoravano. Le “lavandaie” provenivano dalle famiglie più povere e prestavano il loro servizio in cambio di una esigua retribuzione in denaro. Il lavatoio di Sant’Antioco entrò in disuso già nel secondo dopoguerra ma le famiglie meno abbienti continuarono ad usarlo fino agli anni Sessanta e Settanta.
La lavatrice, oggi così comune nelle nostre case, arrivò in Italia solo nel 1946, presentata per la prima volta alla Fiera di Milano. Tuttavia, la sua diffusione fu lenta e incontrò le difficoltà economiche del dopoguerra che non permettevano alla maggior parte delle famiglie di investire in elettrodomestici. Solo dopo gli anni Cinquanta la lavatrice cominciò a diffondersi, segnando la fine di un antico mestiere, e le lavandaie, che per secoli avevano svolto un lavoro fondamentale per la comunità, furono progressivamente sostituite da questo nuovo elettrodomestico.
Il lavoro femminile a Sant’Antioco ha subito una trasformazione radicale. Se nel passato il lavatoio rappresentava uno dei pochi luoghi in cui le donne potevano lavorare e socializzare insieme, oggi lavorano in diversi settori. Questo ha portato ad una individualizzazione del lavoro per entrambi i generi. Tuttavia, questa trasformazione ha anche aperto opportunità per le donne, che possono accedere, a differenza del passato, a settori lavorativi un tempo preclusi. Questa evoluzione non cancella però l’importanza storica e simbolica dei lavatoi, che rimangono testimonianze vive di un passato in cui il lavoro femminile era tanto faticoso quanto fondamentale per la comunità. Cosa ci rimane allora del lavatoio di Sant’Antioco? Ciò è ben rappresentato dal murales del 2016, che si riproduce fedelmente una foto storica ritraente le lavandaie mentre lavorano: l’intenzione è di non dimenticare le loro fatiche.