I rapporti tra Sant’Antioco e Calasetta letti attraverso le istituzioni museali

a cura di Elisabetta Onorati

Inaugurazione Museo Civico Sant'Antioco

Intervista Sara Muscuso direttrice Mab

Intervista a Sara Scopelliti

Intervista a Patrizia Zara

Intervista a Gianni Esu e Roberto Perseo

Delibera biglietto unico Mab e Macc

Delibera Istituzione Museo Civico Comunale

Se immaginassimo che quella lingua d’asfalto che separa i due centri dell’Isola di Sant’Antioco fosse l’asta di una bilancia e i due centri abitati i piatti, il paese di Sant’Antioco avrebbe decisamente un peso specifico maggiore. Oggettivamente ha il triplo degli abitanti rispetto a Calasetta e dà il nome all’isola intera. Ma il peso di una comunità è l’insieme di molteplici fattori tra i quali la cultura ha una grande importanza. In questo caso i due piatti risultano egualmente ricchi e complementari. Una comunità di contadini e l’altra di pescatori, una sarda e l’altra tabarchina, che vivono in un’isola di 109 km quadrati con terreno fertile e mare pescoso. Nell’elencare le componenti di una e dell’altra comunità l’ago della bilancia oscilla per tornare poi a livello. Perché alla fine quella lingua di asfalto che le separa è un’arteria vitale in cui in sistole e diastole scorre la vita di un’unica comunità che si è mischiata da sempre. Dunque, in questa perla dell’arcipelago dove si trovano diverse istituzioni museali e culturali, cosa accade? Ho cercato una risposta alla mia domanda: quali sono i rapporti tra Sant’Antioco e Calasetta secondo lo sguardo delle istituzioni museali. Ho intervistato le realtà dei due musei, uno di archeologia e l’altro di arte contemporanea posti nei due rispettivi piatti della bilancia. Il Mab (Museo archeologico Barreca) ha un peso storico ingombrante con i diversi siti nel paese. Gestisce tutto l’anno senza sosta il recente parco storico archeologico. La dott.ssa Sara Muscuso, direttrice del museo, nell’intervista allegata racconta di una apertura, già da diverso tempo, verso il territorio. Dal 2018 è stato istituito il biglietto integrato con le realtà museali di Calasetta: il museo di arte contemporanea MACC e la torre sabauda che ospita una donazione di reperti archeologici che creano un filo di unione con il museo archeologico. «Un segnale di coesione parte molto spesso dalla cultura» dice la direttrice. Nonostante questa collaborazione però si riscontrano difficoltà nel proporre il biglietto ai fruitori del museo. Diversi orari di apertura, soprattutto estiva, diversa gestione e tipologia del museo, creato dall’artista Ermanno Leinardi con la sua collezione di arte concreta, altre tipologie di attività, come le residenze artistiche, ma anche un’utenza diversa. Ha fatto presente anche le realtà associative d’arte contemporanea come Ottovolante e quella calasettana del museo digitale della cultura tabarchina Raixe gestito dall’associazione Millepiedi che svolge diverse attività nell’isola (didattica, sociale e culturale), con le quali si potrà proporre un’offerta culturale che includa tutto il territorio e pensare poi nel futuro a tutto l’Arcipelago.

Da Calasetta il MACC riporta una attività in stretto contatto con la comunità antiochense. Le loro proposte rivolte alla comunità vengono estese a tutti gli abitanti dell’isola, come dice Sara Scopellito, guida del museo, nell’intervista. Laboratori didattici rivolti a tutte le scuole, ma soprattutto una collaborazione con gli studenti del liceo artistico di Sant’Antioco, con corsi per curatela e allestimento di mostre d’arte. Corsi d’inglese per tutti. Queste attività si svolgono nel periodo invernale. Anche il MACC fa presente il biglietto integrato, che stenta ad ingranare secondo le statistiche, ma sul quale ci sono ampi margini di miglioramento con interazione coordinata tra i due musei

L’intervista di Patrizia Zara, guida del parco storico archeologico di Sant’Antioco, restituisce un nostalgico passato che sembrerebbe più ricco di offerte sparse nel territorio. Quando lo storico e suggestivo stabilimento calasettano per la lavorazione del tonno è stato restaurato, il giro di visite arrivava fino a lì. Lo stabilimento dava lavoro anche ai cosiddetti ‘Gruttaius’ di Sant’Antioco. Patrizia descrive lo stabilimento come un pezzo di storia che collegava tutta l’isola, sia quando era in attività che dopo il restauro. Ma con il cambio di amministrazione, tra gli anni Noventa e Duemila, la tappa alla ‘tonnara’, così come quella dei nuraghi nel territorio di Calasetta, sono state abolite riportando lo stabilimento ad un rudere. 

Un organico non numeroso per poter offrire un’ampia fruizione del territorio. Un organico che negli ultimi è anni impegnato nell’offerta del vasto parco storico archeologico di Sant’Antioco. Parla di fusione di culture che costituiscono l’originalità di quest’isola, carta vincente che attira i turisti. Nonostante tutto non c’è comunque ancora secondo Patrizia un discorso comunitario tra i due musei MACC e MAB. Ma ‘l’astio atavico’ sembra essere del tutto superato con i bambini che parlano i due dialetti indistintamente.

Tanti anni in cui le due comunità si sono ignorate hanno indebolito la volontà di condivisione dice ex sindaco di Calasetta Remigio Scopelletti.

Ma realtà come WelcometoSant’Antioco e CCNCalasetta  il cui operato spazia anche nel settore culturale, si stringono la mano e fanno rete per promuovere il territorio anche oltre l’isola. Ma parlano di un atteggiamento guardingo e provinciale da scalzare attraverso collaborazioni e calendari condivisi. Quindi cultura, storia e arte, possono superare gli ostacoli del pregiudizio, dell’individualismo, delle diversità culturali e fare da collante, se sostenute.

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