Monumento ai caduti della 46° Brigata Aerea sul monte Javello

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Monumento ai caduti della 46° Brigata Aerea sul monte Javello

Descrizione

L’opera d’arte “Verso il cielo”, conosciuta come Monumento ai caduti della 46° Brigata Aerea sul monte Javello, realizzata nel 1994 dall’artista Lindo Meoni a Montemurlo, nacque per commemorare e ricordare un disastroso incidente aereo avvenuto nella zona nel 1992.
Un’esercitazione finita male! Il disastro…
L’8 gennaio 1992 alle 14:30 decollò dall’aeroporto di Pisa un G-222 detto “Lyra 35” accompagnato da un bimotore gemello comandato dal tenente colonnello Italo Oddone, appartenenti al 2° gruppo della 46° Brigata Aerea di Pisa dell’Aeronautica Militare. I due velivoli erano ufficialmente in volo di addestramento tattico di intervento militare e missione antincendio. Volarono a vista, mantenendosi ad una quota di circa 500 metri, fino a Prato dove incontrarono una perturbazione. Una volta infilatisi all’interno di una massa di nubi, soltanto uno dei due potè uscire dal banco, l’altro (il G-222 “Lyra 35”) sparì dai radar alle ore 14:42 (Riconda 1992).
Difficile definire con esattezza cosa sia successo (a proposito fu aperta un’indagine sia dall’Aeronautica che dalla Magistratura), probabilmente all’interno della fitta coltre la visibilità dovette affievolirsi e un’ala del Lyra si suppone possa aver sfiorato il fianco del monte Javello.
Il relitto fu avvistato dall’elicottero Drago 16 dei Vigili del fuoco, partito da Arezzo per supportare le ricerche, soltanto alle ore 15:45 del 9 gennaio 1992.
Quella stessa sera il Ministero della Difesa comunicò ufficialmente che, nel disastro, i membri dell’equipaggio - il maggiore Carlo Stoppani, 32 anni; il tenente Paolo Dutto, 25 anni; il maresciallo Cesare Nieri, 54 anni – avevano perso la vita (Riconda 1992).
La nascita di un legame con la città: i primi soccorsi!
Le 25 ore di ricerca furono vissute con profonda ed emotiva partecipazione. Da un lato le famiglie in attesa di ricevere qualche buona notizia, dall’altro una grande mobilitazione militare proveniente dai territori vicini. Furono messe in campo centinaia di persone provenienti da: Carabinieri, Esercito, Guardia forestale e Vigili del Fuoco (in un secondo momento anche da altri enti, tra i quali gli Alpini, la Misericordia etc.).
La difficoltà delle ricerche era acuita dal maltempo e dalla peculiare connotazione geofisica del territorio (boschivo ed impervio); i piccoli comuni di Cantagallo (PO), Montale (PT), Montemurlo (PO), Vaiano (PO), Vernio (PO), furono quindi inondati dalla massiccia, quanto insolita, presenza militare.
Il ritrovamento fu comunicato alle squadre di soccorso alle 16:05 e alle 16:30 alla 46° Brigata Aerea. Nell’arco di queste ore fu subito predisposta, da un magistrato, la chiusura dell’area.
La risposta immediata e numericamente potente che lo Stato aveva dato, coinvolse emotivamente anche i civili. Ai tempi, durante i quali le notizie viaggiavano molto più lentamente rispetto ad oggi, circolava una forte inconsapevolezza di cosa stesse succedendo. Risulta quindi normale il ventaglio di reazioni che ne derivarono. Molti cittadini, completamente all’oscuro, provarono curiosità per quella particolare condizione; altri, scoprendo i primi dettagli, valutarono con sospetto la massiccia militarizzazione dell’area. Furono alimentate “le voci che parlavano di un giallo, di un mistero, forse di un pericolo imminente”. Fu detto che l’aereo trasportasse mercurio, notizia smentita sia dal comandante in seconda della 46° Brigata che dai Vigili del Fuoco sul campo (Riconda 1992).
Ben presto la curiosità e il dubbio lasciarono il posto al cordoglio e alla consapevolezza, il territorio montemurlese si strinse attorno alla vicenda, alle famiglie delle vittime e alla 46° Brigata. L’intensità di questo profondo legame si deve, anche e soprattutto, all’attività esemplare portata avanti dai soccorritori (per ricordarne almeno alcuni: Mauro Baglioni, Alfiero Franchi, Vito Messineo, Romano Pronti etc.).
L’importanza memoriale
Nel gennaio del 1993 fu svolta la prima commemorazione (foto). A seguito della messa, celebrata presso la chiesa del Sacro Cuore di Montemurlo, un lungo corteo si snodò per le vie della città. Tra i tantissimi partecipanti si annoverano i familiari delle vittime, le cariche della 46° brigata, le autorità civili ed ecclesiastiche, le associazioni e tanta gente comune. Il numeroso gruppo attraversò una parte della città per raggiungere il Monumento ai caduti di Montemurlo (Zucchelli 1993).
Fu proprio in tale occasione che il generale della 46° Brigata Aerea di Pisa, Valtero Pomponi, confermò alle autorità civili del Comune la volontà di costruire un monumento in quel territorio. Le testimonianze ci raccontano come all’epoca fosse già possibile l’esistenza di un bozzetto “con un’elica fissata su una base di plexiglass” (Il Tirreno 1993).
A seguito di tale evento fu costituito un Comitato promotore monumenti di Montemurlo all’interno del quale entrarono numerose associazioni e Mauro Baglioni (del Gruppo Alpini) ne divenne presidente (Baglioni 2021).
La creazione dell’opera fu affidata a Lindo Meoni che la realizzò nel corso del 1994. Il sabato 10 settembre, di quello stesso anno, si procedette all’inaugurazione con una mattinata ricca di eventi ai quali parteciparono i familiari e numerose autorità.
Il Monumento come opera collettiva
Il Monumento ai caduti della 46° Brigata Aerea sul monte Javello è un’opera d’arte dal titolo “Verso il cielo” realizzata dall’artista Lindo Meoni. L’autore montalese - sempre propenso all’ascolto del territorio e dei suoi abitanti - è riuscito a canalizzare nell’opera molte ispirazioni provenienti da sensibilità diverse. Grazie all’appoggio e alla piena collaborazione con il Comitato e l’Aeronautica, ha costruito quello che potremmo definire ‘un progetto idealmente condiviso’.
Anche nella realizzazione è forte la componente emotiva e collettiva. Varie ditte di Montemurlo hanno proposto la loro manodopera, soprattutto lavori di “carpenteria”, in maniera totalmente gratuita … “a zero lire” (Baglioni 2021).
Ovviamente un ruolo di assoluta centralità fu ricoperto dalla 46° Brigata Aerea:
coinvolse la ditta Saint-Gobain che donò i cristalli per la costruzione della teca. (Farina e Cipriani 2021b, 2);
fornì la pala dell’elica - appartenente ad un C-119 “un velivolo storico per l’Aeronautica e per la Brigata in particolare” - e concesse l’uso della “piccola leva che si vede alla sinistra della pala” ovvero la leva di parcheggio recuperata dal velivolo G-222 “Lyra 35” (Farina e Cipriani 2021a, 1);
volle inserire all’interno del Monumento - quindi non visibile - un bauletto contenente alcuni oggetti (tra i quali: uno spadino con lo stemma della 46° e una pergamena con i riferimenti dei caduti) (Farina e Cipriani 2021b, 2).
Il territorio e le commemorazioni: il ruolo dell’Associazione Arma Aeronautica (AAA)
“Una piccola città si è sentita coinvolta in una pagina di impegno civile” (Zucchelli 1993).
L’evento “ha lasciato un segno indelebile” nella zona, fu “un intervento collettivo”, la popolazione si è “stretta molto attorno all’Aeronautica Militare” (Messineo 2021).
Il compito di preservare la memoria e la commemorazione fu portato avanti dal Comitato promotore monumenti di Montemurlo fino al 1996, anno in cui fu sciolto. Ad ereditare la staffetta del ricordo fu l’Associazione Arma Aeronautica (AAA) che ancora oggi si occupa dell’iniziativa (Farina e Cipriani 2021b, 2).
Tale ente, fondato a Torino nel 1952, si struttura sulla base di sezioni territoriali. Nella Provincia di Prato ne è presente una dal 1987 (codice s-166) dalle cui membra si è andato a costituire il nucleo montemurlese (codice s-166/290) nel 1997. Oggi, quest’ultimo si compone di 3 membri: il capo nucleo Meraldo Cipriani e i due consiglieri Marco Cipriani e il maresciallo Ciro Esposito.
“L’Aeronautica da e sempre darà enfasi ai propri caduti” – come nel caso del sacrario di Kindu dove sono presenti tutti i nomi dei caduti della 46° Brigata - con queste parole Francesco Farina, presidente della AAA sezione di Prato, sottolinea l’importanza delle commemorazioni - svoltesi anche nel pandemico gennaio 2021 (Farina 2021) - a Montemurlo (Farina e Cipriani 2021b, 1).
Le cerimonie, anche le più recenti, hanno una partecipazione “incredibile”. Le persone, il territorio e le autorità civili (incarnate soprattutto dal Comune di Montemurlo che non fa mai mancare il proprio sostegno all’iniziativa e alla memoria di tutti i caduti del territorio) si stringono attorno ai caduti. Anche i familiari delle vittime hanno stretto un rapporto con Montemurlo e col monumento, partecipando alle commemorazioni fin dal 1993.
Dopo 30 anni dall’accaduto, il ruolo dell’AAA è:
mantenere vivo il ricordo;
coltivare i rapporti con la società;
trasmettere ed educare le nuove generazioni.
Il valore del bene comune si costruisce con la memoria e gli ideali della collettività (locale e globale) (Cipriani et al. 2021).
Per concludere, il sentimento che lega Montemurlo al disastro aereo è ancora molto forte e radicato tra gli abitanti. Basti pensare che nel 2017 la Pubblica Assistenza di Prato pose una targa, a ricordo dell’avvenimento, presso il punto di caduta del Lyra 35 sul monte Javello. L’anno successivo si arrivò ad organizzare una doppia commemorazione che, nonostante le pregevoli intenzioni memoriali, dette adito ad un ‘botta e risposta’ tra enti.
Questo non fa altro che attestare come il fuoco della memoria, se adeguatamente alimentato, riesca a divampare anche a distanza di decenni.
Ringraziamenti
Un sentito ringraziamento a tutti coloro che, a vario titolo, hanno collaborato, guidato, aiutato, supportato, fornito testimonianze e materiali all’autore:
Associazione Arma Aeronautica (sezione Prato e nucleo di Montemurlo); Baglioni Mauro; Brachi Paolo; Brachi Valentina; Carboni Giommaria, Carucci Ginevra; Carucci Marco; Cipriani Marco; Cipriani Meraldo; Comune di Montemurlo; Esposito Ciro (maresciallo); Fallarini Lucia; Fanti Alberto; Farina Francesco; Lorenzini Mauro; Macelli Paola; Meoni Aleta; Messineo Gianluca; Messineo Vito (maresciallo); Salice Giampaolo e Voria Giorgio.
Bibliografia e sitografia
Baglioni, Mauro. 2021. Intervista a Mauro Baglioni Intervista di Lorenzo Sergi. Cellulare. https://storia.dh.unica.it/storiedigitali/s/monumenta/media/3624.
Cipriani, Marco, Francesco Farina, Ciro Esposito, e Meraldo Cipriani. 2021. Intervista ai membri dell’Associazione Arma Aeronautica (AAA), sezione Prato e nucleo di Montemurlo, parti 1 e 2 Intervista di Lorenzo Sergi. Cellulare. https://storia.dh.unica.it/storiedigitali/s/monumenta/item/3633.
Farina, Francesco. 2021. «Lyra 35, 1992-2021». Rivista Aeronautica: periodico bimestrale dell’Aeronautica Militare, n. 4/2021: 43–44.
Farina, Francesco, e Meraldo Cipriani. 2021a. Intervista ai presidenti dell’Associazione Arma Aeronautica (AAA), sezione Prato e nucleo di Montemurlo - parte 1 Intervista di Lorenzo Sergi. Cellulare. https://storia.dh.unica.it/storiedigitali/s/monumenta/media/3628.
———. 2021b. Intervista ai presidenti dell’Associazione Arma Aeronautica (AAA), sezione Prato e nucleo di Montemurlo - parte 2 Intervista di Lorenzo Sergi. Cellulare. https://storia.dh.unica.it/storiedigitali/s/monumenta/media/3639.
Il Tirreno. 1993. «E dopo la cerimonia confermata la volontà di fare un monumento», 12 gennaio 1993.
Messineo, Vito. 2021. Intervista al Maresciallo Vito Messineo sul disastro aereo Intervista di Lorenzo Sergi. Cellulare. https://storia.dh.unica.it/storiedigitali/s/monumenta/media/3620.
Riconda, Claudia. 1992. «Trovato l’aereo ma è top secret». Archivio - la Repubblica.it, 10 gennaio 1992. https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/01/10/trovato-aereo-ma-top-secret.html.
Zucchelli, Gianluca. 1993. «La 46° brigata aeronautica di Pisa alla commemorazione della sciagura del G222». Il Tirreno, 11 gennaio 1993.

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