Tilted Arc
Collezione
Titolo
Tilted Arc
Titolo originale
Tilted Arc
Autore dell'opera
Richard Serra
Definizione
“Can public art be independent, analytical and fully ambitious and yet accepted within its community? How much real diversity within Government-commissioned art is now possible?” (Brenson 1989)
Si domandò Michael Brenson, giornalista del New York Times, in un articolo scritto nei giorni successivi alla rimozione del Tilted Arc di Richard Serra dalla Federal Plaza di New York.
Ragionando a posteriori sulla vicenda della quale l’opera fu protagonista, la risposta a tale interrogativo sembrerebbe vertere su un esito negativo.
Al momento della commissione, Richard Serra era già ampiamente conosciuto nel panorama artistico internazionale. Nel corso della prima parte della sua carriera si dedicò soprattutto all’ideazione di opere mirate a indagare le potenzialità di espressione offerte da una disparata varietà di materiali, tra i quali la gomma, la fibra di vetro il neon, l’acciaio e la pietra.1 Fu solo a partire dagli anni Settanta che, abbracciando la corrente minimalista, propose di lavori che attestarono un diverso orientamento della sua ricerca: indagare sulle possibili interazioni tra ambiente espositivo e volume dell’oggetto artistico. (Andresen 1994) Seguendo questo orientamento, l'artista espanse il suo progetto creativo all'ambito architettonico e paesaggistico nel tentativo di instaurare un rapporto, talvolta di violento contrasto, tra l'opera e lo spazio circostante (la quasi totalità delle opere venne pensata per degli ambienti esterni) secondo un programma di ricerca che diverrà costante del suo lavoro.
A partire da questi presupposti nacque il Tilted Arc. L’opera, una lastra d’acciaio leggermente ricurva del peso di settantatre tonnellate, venne inaugurata nell’estate del 1981. Commissionata due anni prima da parte del governo degli Stati Uniti per essere posizionata al centro della Federal Plaza, un’area semicircolare di circa quaranta metri, la statua fu al centro di una controversia che vide lo stesso governo che la commissionò schierarsi a favore della sua rimozione. (Del Puppo 2013)
Come una gran parte delle opere create da Serra su commissione, anche il Tilted Arc era site-specific: cioè creata per un determinato luogo, che diventa “funzione” dell’opera stessa. Come suggerisce lo stesso Serra durante un’intervista del 1989:
“any given place has a preexisting character and identity and when you intervene with a form, that form necessarily changes the character and description of the space and place giving it a new sculptural identity. Often this new identity is considered to be anti-environmental because it alters and changes the existing condition, whether it is urban, architectural or a landscape. It changes how one relates to those spaces and places both perceptually and conceptually.” (Ottmann 1989)
Quanto affermato dall’artista esemplifica esattamente quanto avvenne a seguito dell’edificazione del Tilted Arc, nato appunto con il fine ultimo di far mutare nei frequentatori della piazza la comprensione di quella spazialità. Per permettere ciò, era fondamentale creare un’opera che potesse coinvolgere attivamente chi percorreva quell’area, proiettandolo all’interno di un nuovo contesto ambientale determinato appunto dall’esistenza dell’opera stessa. “L’obiettivo dell’arte per me è l’esperienza di vivere fra le opere” (Richard Serra 2017) affermò Serra. A New York tale fine venne perseguito costringendo i passanti a costeggiare quell’immenso muro di metallo, a rallentare in uno spazio che, gremito di lavoratori, veniva attraversato con rapidità e disattenzione. “I am interested in a behavioral space in which the viewer interacts with the sculpture in its context.”5, ribadì nel 2002. (Levine 2002)
Tuttavia, l’intenzione che fondava la concezione dell’opera non fu mai compresa da quegli stessi frequentatori della piazza, per la maggior parte lavoratori presso la sede della corte federale – frequentatori per i quali il Tilted Arc era stato in realtà pensato. Ciò che venne prevalentemente contestato fu l’”inutilità” dell’opera che, secondo i cittadini newyorkesi, fungeva solo da riparo per i senzatetto e come punto nel quale i writers potevano agire indisturbati. Si scatenarono aspre polemiche e, in breve, si arrivò ad organizzare una petizione per la sua rimozione. La legittimità dell’opera era però difesa dall’intero establishment dell’arte contemporanea, e aveva dalla sua parte la commissione diretta da parte del governo. Si arrivò inevitabilmente a una causa civile, durante la quale il tribunale propose la dislocazione del Tilted Arc in un altro sito della città. Serra rifiutò il compromesso in quanto, secondo il principio fondante dell’arte site-specific, rimuovere il lavoro avrebbe significato distruggerlo.
Il Tilted Arc venne definitivamente rimosso la notte del 15 marzo 1989, neanche dieci anni dopo la sua installazione. Venne diviso in pezzi e stoccato in un deposito. (Brenson 1989)
Da un punto di vista meramente artistico la “riluttanza” verso l’opera va ricercata nella scelta delle forme del modernismo alle quali Serra rimase sempre fedele e che erano ormai considerate superate, per lasciare spazio alle correnti neofigurativa e post-modernista caratterizzanti di tutto il periodo degli anni Ottanta. Tuttavia, per comprendere tale controversia, non ci si può limitare a valutazioni o giudizi di natura esclusivamente estetica, concettuale o artistica. Come lo nota Del Puppo:
“L’amministrazione di Regan stava ridefinendo l’intera politica di sovvenzioni pubbliche, gettando così i presupposti per la «guerra culturale» del decennio entrante. Il Tilted Arc rese evidente, in maniera traumatica, il fragile fondamento delle teorie istituzionali: qualcosa che aveva successo come opera d’arte all’interno del mondo dell’arte falliva come opera d’arte nella sfera pubblica.” (Del Puppo 2013)
Bibliografia/Sitografia
Adam Chodzko. 1999. «Site-specific». Sito ente museale. tate.org. 1999. https://www.tate.org.uk/art/art-terms/s/site-specific.
Alexandra Andresen. 1994. «Serra, Richard». In Enciclopedia Treccani, Enciclopedia Treccani Online. V Appendice. https://www.treccani.it/enciclopedia/richard-serra_(Enciclopedia-Italiana)/.
Brenson, Michael. 1989. «The Messy Saga of “Tilted Arc” Is Far From Over». Giornale online. NYTimes.com. 2 aprile 1989. https://www.nytimes.com/1989/04/02/arts/art-view-the-messy-saga-of-tilted-arc-is-far-from-over.html.
Crimp, Douglas. 2001. «On Tilted Arc». In Dialogues in Public Art, di Tom Finkelpearl, 60–79. Cambridge: MIT Press.
Del Puppo, Alessandro. 2013. «Istituzioni e spazio pubblico». In L’arte contemporanea - Il secondo ’900., 96–107. Milano: Einaudi.
Horowitz, Gregg. 1996. «Public Art/Public Space: The Spectacle of the Tilted Arc Controversy». The Journal of Aesthetics and Art Criticism 54 (1): 8–14.
Hughes, Robert. 2005. «Man of steel». Giornale online. The Guardian. 22 giugno 2005. https://www.theguardian.com/artanddesign/2005/jun/22/art.
Levine, Caroline. 2002. «The paradox of public art: Democratic space,the avant-garde, and Richard Serra’s “Tilted Arc”.» in Philosophy & Geography 5 (1): 51–68. https://doi.org/10.1080/10903770120116831.
Mundy, Jennifer. s.d. «Lost Art: Richard Serra». Sito ente museale. tate.org. https://www.tate.org.uk/art/artists/richard-serra-1923/lost-art-richard-serra.
Passmore, John. 1985. «Richard Serra’s Tilted Arc». Audio. NYPR Archives & Preservation. Consultato 13 giugno 2021. https://www.wnyc.org/story/richard-serras-tilted-arc/.
Ottman, Klauss. 1989a. Richard Serra intervistato da Klaus Ottmann Intervista di Klaus Ottmann. Stampa. journal of contemporary art. http://www.jca-online.com/serra.html.
Rose, Charlie. 2017. Richard Serra interview (2001) - The Best Documentary Ever Intervista di Charlie Rose. Televisione. YouTube. https://www.youtube.com/watch?v=ANRfB4xyieY.
Si domandò Michael Brenson, giornalista del New York Times, in un articolo scritto nei giorni successivi alla rimozione del Tilted Arc di Richard Serra dalla Federal Plaza di New York.
Ragionando a posteriori sulla vicenda della quale l’opera fu protagonista, la risposta a tale interrogativo sembrerebbe vertere su un esito negativo.
Al momento della commissione, Richard Serra era già ampiamente conosciuto nel panorama artistico internazionale. Nel corso della prima parte della sua carriera si dedicò soprattutto all’ideazione di opere mirate a indagare le potenzialità di espressione offerte da una disparata varietà di materiali, tra i quali la gomma, la fibra di vetro il neon, l’acciaio e la pietra.1 Fu solo a partire dagli anni Settanta che, abbracciando la corrente minimalista, propose di lavori che attestarono un diverso orientamento della sua ricerca: indagare sulle possibili interazioni tra ambiente espositivo e volume dell’oggetto artistico. (Andresen 1994) Seguendo questo orientamento, l'artista espanse il suo progetto creativo all'ambito architettonico e paesaggistico nel tentativo di instaurare un rapporto, talvolta di violento contrasto, tra l'opera e lo spazio circostante (la quasi totalità delle opere venne pensata per degli ambienti esterni) secondo un programma di ricerca che diverrà costante del suo lavoro.
A partire da questi presupposti nacque il Tilted Arc. L’opera, una lastra d’acciaio leggermente ricurva del peso di settantatre tonnellate, venne inaugurata nell’estate del 1981. Commissionata due anni prima da parte del governo degli Stati Uniti per essere posizionata al centro della Federal Plaza, un’area semicircolare di circa quaranta metri, la statua fu al centro di una controversia che vide lo stesso governo che la commissionò schierarsi a favore della sua rimozione. (Del Puppo 2013)
Come una gran parte delle opere create da Serra su commissione, anche il Tilted Arc era site-specific: cioè creata per un determinato luogo, che diventa “funzione” dell’opera stessa. Come suggerisce lo stesso Serra durante un’intervista del 1989:
“any given place has a preexisting character and identity and when you intervene with a form, that form necessarily changes the character and description of the space and place giving it a new sculptural identity. Often this new identity is considered to be anti-environmental because it alters and changes the existing condition, whether it is urban, architectural or a landscape. It changes how one relates to those spaces and places both perceptually and conceptually.” (Ottmann 1989)
Quanto affermato dall’artista esemplifica esattamente quanto avvenne a seguito dell’edificazione del Tilted Arc, nato appunto con il fine ultimo di far mutare nei frequentatori della piazza la comprensione di quella spazialità. Per permettere ciò, era fondamentale creare un’opera che potesse coinvolgere attivamente chi percorreva quell’area, proiettandolo all’interno di un nuovo contesto ambientale determinato appunto dall’esistenza dell’opera stessa. “L’obiettivo dell’arte per me è l’esperienza di vivere fra le opere” (Richard Serra 2017) affermò Serra. A New York tale fine venne perseguito costringendo i passanti a costeggiare quell’immenso muro di metallo, a rallentare in uno spazio che, gremito di lavoratori, veniva attraversato con rapidità e disattenzione. “I am interested in a behavioral space in which the viewer interacts with the sculpture in its context.”5, ribadì nel 2002. (Levine 2002)
Tuttavia, l’intenzione che fondava la concezione dell’opera non fu mai compresa da quegli stessi frequentatori della piazza, per la maggior parte lavoratori presso la sede della corte federale – frequentatori per i quali il Tilted Arc era stato in realtà pensato. Ciò che venne prevalentemente contestato fu l’”inutilità” dell’opera che, secondo i cittadini newyorkesi, fungeva solo da riparo per i senzatetto e come punto nel quale i writers potevano agire indisturbati. Si scatenarono aspre polemiche e, in breve, si arrivò ad organizzare una petizione per la sua rimozione. La legittimità dell’opera era però difesa dall’intero establishment dell’arte contemporanea, e aveva dalla sua parte la commissione diretta da parte del governo. Si arrivò inevitabilmente a una causa civile, durante la quale il tribunale propose la dislocazione del Tilted Arc in un altro sito della città. Serra rifiutò il compromesso in quanto, secondo il principio fondante dell’arte site-specific, rimuovere il lavoro avrebbe significato distruggerlo.
Il Tilted Arc venne definitivamente rimosso la notte del 15 marzo 1989, neanche dieci anni dopo la sua installazione. Venne diviso in pezzi e stoccato in un deposito. (Brenson 1989)
Da un punto di vista meramente artistico la “riluttanza” verso l’opera va ricercata nella scelta delle forme del modernismo alle quali Serra rimase sempre fedele e che erano ormai considerate superate, per lasciare spazio alle correnti neofigurativa e post-modernista caratterizzanti di tutto il periodo degli anni Ottanta. Tuttavia, per comprendere tale controversia, non ci si può limitare a valutazioni o giudizi di natura esclusivamente estetica, concettuale o artistica. Come lo nota Del Puppo:
“L’amministrazione di Regan stava ridefinendo l’intera politica di sovvenzioni pubbliche, gettando così i presupposti per la «guerra culturale» del decennio entrante. Il Tilted Arc rese evidente, in maniera traumatica, il fragile fondamento delle teorie istituzionali: qualcosa che aveva successo come opera d’arte all’interno del mondo dell’arte falliva come opera d’arte nella sfera pubblica.” (Del Puppo 2013)
Bibliografia/Sitografia
Adam Chodzko. 1999. «Site-specific». Sito ente museale. tate.org. 1999. https://www.tate.org.uk/art/art-terms/s/site-specific.
Alexandra Andresen. 1994. «Serra, Richard». In Enciclopedia Treccani, Enciclopedia Treccani Online. V Appendice. https://www.treccani.it/enciclopedia/richard-serra_(Enciclopedia-Italiana)/.
Brenson, Michael. 1989. «The Messy Saga of “Tilted Arc” Is Far From Over». Giornale online. NYTimes.com. 2 aprile 1989. https://www.nytimes.com/1989/04/02/arts/art-view-the-messy-saga-of-tilted-arc-is-far-from-over.html.
Crimp, Douglas. 2001. «On Tilted Arc». In Dialogues in Public Art, di Tom Finkelpearl, 60–79. Cambridge: MIT Press.
Del Puppo, Alessandro. 2013. «Istituzioni e spazio pubblico». In L’arte contemporanea - Il secondo ’900., 96–107. Milano: Einaudi.
Horowitz, Gregg. 1996. «Public Art/Public Space: The Spectacle of the Tilted Arc Controversy». The Journal of Aesthetics and Art Criticism 54 (1): 8–14.
Hughes, Robert. 2005. «Man of steel». Giornale online. The Guardian. 22 giugno 2005. https://www.theguardian.com/artanddesign/2005/jun/22/art.
Levine, Caroline. 2002. «The paradox of public art: Democratic space,the avant-garde, and Richard Serra’s “Tilted Arc”.» in Philosophy & Geography 5 (1): 51–68. https://doi.org/10.1080/10903770120116831.
Mundy, Jennifer. s.d. «Lost Art: Richard Serra». Sito ente museale. tate.org. https://www.tate.org.uk/art/artists/richard-serra-1923/lost-art-richard-serra.
Passmore, John. 1985. «Richard Serra’s Tilted Arc». Audio. NYPR Archives & Preservation. Consultato 13 giugno 2021. https://www.wnyc.org/story/richard-serras-tilted-arc/.
Ottman, Klauss. 1989a. Richard Serra intervistato da Klaus Ottmann Intervista di Klaus Ottmann. Stampa. journal of contemporary art. http://www.jca-online.com/serra.html.
Rose, Charlie. 2017. Richard Serra interview (2001) - The Best Documentary Ever Intervista di Charlie Rose. Televisione. YouTube. https://www.youtube.com/watch?v=ANRfB4xyieY.
Misure
Statua
Localizzazione geografico-amministrativa attuale
New York, Manhattan, Federal Plaza
Cronologia specifica
1981
Autore della scheda
Michela Murru
Contenuti
-
Serra Richard
1939-11-02 -
Richard Serra's Tilted Arc
21/02/1985