Ai Weiwei. Libero. Una sfida per Palazzo Strozzi

Contenuto

Titolo

Ai Weiwei. Libero. Una sfida per Palazzo Strozzi

Data di inizio

December 18, 2016

Ambiti e contenuto

Presentazione della mostra "Ai Weiwei. Libero" da parte del curatore

Autore del documento

Arturo Galansino

Segnatura o codice identificativo

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Lingua

Italiano

Condizioni che regolano l’accesso

Pubblico

Citazione bibliografica

Arturo Galansino, Ai Weiwei. Libero. Una sfida per Palazzo Strozzi, data ultima consultazione: 22/06/2021

Autore della riproduzione digitale

Fondazione Palazzo Strozzi

Formato

.html

ESC - Ente schedatore

Creatore

Giacomo Carmagnini

Data di creazione

22/06/2021

Licenza d'uso

Libera

riassunto

Fin da subito la mostra si è profilata come una sfida, sfida culturale e sfida di carattere tecnico.
Si trattava di portare installazioni di arte contemporanea all’interno di una struttura infinitamente più fragile e complessa delle grandi architetture per le quali l’arte contemporanea è pensata. La scelta curatoriale è stata perciò molto calibrata, pensata specificamente per le esigenze degli spazi di Palazzo Strozzi, per fornire al visitatore un percorso espositivo comprendente una rassegna il più possibile esaustiva della produzione di Ai Weiwei.

Sono presenti anche opere nuove, concepite apposta per Palazzo Strozzi. In particolare i quattro ritratti in LEGO di personaggi storici continuano, legandola saldamente alla storia di Firenze, la famosa galleria dedicata ai dissidenti politici di tutto il mondo attraverso le effigi di Dante, l’esiliato per eccellenza della nostra storia letteraria, di Galileo, personaggio che incarna gli ideali di verità e l’oppressione contro il progresso della scienza, di Savonarola, il predicatore simbolo della morale che si oppone al potere (personaggio controverso che, anche per questo motivo, ha interessato particolarmente l’artista) e, per legarsi ulteriormente alla nostra sede espositiva, di Filippo Strozzi, fondatore del palazzo e strenuo oppositore della famiglia Medici.
I quattro nuovi ritratti formano una sezione dedicata al Rinascimento, assieme a Divina Proportio, il poliedro che ricorda i disegni di Leonardo per il trattato di Luca Pacioli, ma che ha avuto come prima fonte di ispirazione un gioco usato dai gatti che popolano lo studio di Ai Weiwei a Pechino.
Sono stati pochi, fino a ora, i contatti tra l’opera di Ai Weiwei e il Rinascimento italiano, ma mi ha colpito molto, durante una visita fatta insieme agli Uffizi, vedere l’artista, sempre impenetrabile e controllato, quasi commosso di fronte alla Nascita di Venere e alla Primavera. I due capolavori di Botticelli erano infatti illustrati in uno dei pochi libri con immagini che da bambino egli aveva a disposizione negli anni dell’esilio nel deserto del Gobi, quando il padre, il poeta Ai Qing, era costretto dal regime di Mao alla rieducazione attraverso i lavori forzati.
Proprio agli Uffizi l’artista ha deciso di donare un autoritratto di LEGO – che si aggiunge alla più grande collezione al mondo di autoritratti – e nella Galleria, durante la mostra, viene esposta una iconica Surveillance Camera in marmo, messa in relazione con il Corridoio Vasariano, simbolo del potere e del controllo del principe sulla città.
Questa non è l’unica collaborazione messa in atto: il Mercato Centrale di Firenze ospita un’installazione di maxi fotografie della serie Study of Perspective mentre, in novembre a Torino, presso CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia ha aperto la mostra documentaria e fotografica Around Ai Weiwei. Photographs 1983-2016 (fino al 12 febbraio 2017).
Un altro segno importante è Reframe, l’opera site-specific che si è impadronita di due lati della facciata di Palazzo Strozzi: una fila di ventidue grandi gommoni di salvataggio arancioni che si innestano come una decorazione – una nuova cornice, appunto – composta di corpi estranei installati sulla pura architettura rinascimentale. L’opera si inserisce nella nuova linea produttiva di Ai Weiwei, legata ai temi delle migrazioni e dei migranti. Reframe vuole essere, quindi, un monito, una sorta di grido d’allarme, ma anche di speranza verso una risoluzione del problema.
Ospitare una simile retrospettiva oggi a Firenze significa pensare alla nostra città come a una moderna capitale culturale, legata non solo alle vestigia del proprio passato, ma finalmente in grado di partecipare in modo attivo al dibattito artistico e culturale del presente.

Arturo Galansino
Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra

trascritto da

Giacomo Carmagnini

Collezione

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