Il monumento al Gommone di Palazzo Strozzi umilia l'Italia cinque volte
Contenuto
Titolo
Il monumento al Gommone di Palazzo Strozzi umilia l'Italia cinque volte
Data di inizio
September 13, 2016
Ambiti e contenuto
"Ci mancava il Monumento al Gommone, adesso c’è. Con l’installazione di Ai Weiwei a Firenze (gommoni, appunto, appesi alla facciata di Palazzo Strozzi), l’Italia viene umiliata cinque volte."
Autore del documento
Camillo Langone
Segnatura o codice identificativo
Lingua
Italiano
Condizioni che regolano l’accesso
Pubblico
Citazione bibliografica
Camillo Langone, Il monumento al Gommone di Palazzo Strozzi umilia l'Italia cinque volte, «Il Foglio - Edizione Online», 13 settembre 2016, data ultima consultazione: 22/06/2021
Autore della riproduzione digitale
Il Foglio - Edizione Online
Formato
.html
ESC - Ente schedatore
L.U.Di.Ca.
Creatore
Giacomo Carmagnini
Data di creazione
22/06/2021
Licenza d'uso
Libera
riassunto
Ci mancava il Monumento al Gommone, adesso c’è. Con l’installazione di Ai Weiwei a Firenze (gommoni, appunto, appesi alla facciata di Palazzo Strozzi), l’Italia viene umiliata cinque volte.Ci mancava il Monumento al Gommone, adesso c’è. Con l’installazione di Ai Weiwei a Firenze (gommoni, appunto, appesi alla facciata di Palazzo Strozzi), l’Italia viene umiliata cinque volte: 1) perché il monumento è realizzato da un artista della nazione che ci sta comprando in svendita, la Cina, e che non soddisfatta di averci in pugno economicamente ora ci invade artisticamente; 2) perché l’installazione profana la città culla del Rinascimento, trasformata (non da oggi, a onor del vero) in fossa del Disfacimento; 3) perché i maledetti gommoni non sono visibili solo ai visitatori della mostra ma anche ai passanti: i simbolismi della conquista e della resa devono essere recepiti universalmente; 4) perché Palazzo Strozzi è in via Tornabuoni, la strada delle griffe: chi si oppone alla presente sostituzione di popoli è dunque fuori moda e deve vergognarsi come se indossasse oggi un giubbotto da paninaro o se portasse oggi il codino alla Roberto Baggio; 5) perché la mostra si intitola “Libero”. Molto evidentemente Ai Weiwei è libero di sfotterci (col Partito comunista cinese ci va più piano, solo il necessario per atteggiarsi a dissidente). “L’invasore farà ciò che vorrà e nessuno gli si potrà opporre”: che almeno ci si risparmi il catalogo, il succo della mostra è tutto in Daniele 11,16.
trascritto da
Giacomo Carmagnini
Collezione
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