Sand-casting
Contenuto
Titolo
Sand-casting
Titolo originale
Tecnica scultorea
Autore dell'opera
Costantino Nivola
Definizione
Nivola è tra i non molti scultori che hanno aggiunto una nuova tecnica di esecuzione alla serie di quelle già esistenti: si tratta del sand-casting, col quale esegue le sue opere di maggiore impegno a partire dagli anni Cinquanta. Il sand-casting è un tipo di rilievo ottenuto con un procedimento piuttosto semplice, cui l’artista arrivò quasi per caso, giocando con i figli sulla spiaggia di Springs. La forma viene modellata in negativo sulla sabbia; su di essa si versa poi una colata di gesso (nei modelli e nelle sculture piccole) o di cemento (nelle opere più grandi), che asciugandosi dà vita al rilievo definitivo. Questo può essere arricchito dal colore aggiunto nell’impasto. In un primo momento i sand-cast, realizzati con sabbia marina, includevano piccole conchiglie e sassolini che ne animavano la superficie. Erano però anche molto fragili, per via del sale contenuto nella sabbia, e tendevano a sfaldarsi e a sgretolarsi; forse anche per questo conosciamo pochi esemplari relativi alla prima fase di utilizzo della tecnica. Successivamente Nivola perfezionò il procedimento, adattandolo all’esecuzione di grandi opere monumentali. Dapprima, per evitare che il peso della colata distruggesse la matrice in sabbia, versava un leggero strato di cemento bianco liquido, per consolidare la superficie. Quindi stendeva con la cazzuola uno spessore di cemento di due-tre centimetri sui vuoti più ampi. Dopo l’applicazione di una cassaforma con una struttura in ferro, munita di attacchi per consentire di sollevare e appendere l’opera finita, seguiva la gettata vera e propria, versata direttamente dalla betoniera. Il pannello, una volta asciutto, veniva sollevato con la cassaforma, che, chiusa, si trasformava in una cassa da imballaggio. I rilievi venivano quindi trasportati con gli stessi mezzi e alle stesse condizioni assicurative degli altri materiali da costruzione: Nivola aveva introdotto una “normalizzazione” della tecnica della scultura che la equiparava nei fatti alle altre pratiche da cantiere, cancellando la distinzione fra l’opera
dell’artista e quella del muratore. Montati a comporre pannelli anche di dimensioni eccezionali, i rilievi erano in grado di resistere bene all’esposizione agli elementi grazie alla ruvidezza delle superfici in cemento. Dal punto di vista degli effetti formali, il sand-casting si prestava alla ricerca di forme sintetiche ed elementari, ma anche – attraverso la moltiplicazione di piani obliqui e di giochi di negativo-positivo – alla creazione di quei sottili trapassi luministici in cui l’artista era maestro; ed è sorprendente notare come da un materiale grezzo e inerte Nivola abbia saputo ricavare inattese morbidezze e perfino preziosità di modellato quali quelle che si osservano ad esempio nel grande pannello Olivetti del 1953. Inoltre, questa tecnica permetteva allo scultore di conciliare una volontà di immediatezza e spontaneità esecutiva con quel rigore e quella compostezza che caratterizzano tutta la sua opera. Alla fine degli anni Cinquanta, Nivola cominciò a sperimentare un diverso trattamento del cemento, consistente nell’intagliare il blocco allo stato semisolido (cement carving). Ancora una
volta, si tratta di una tecnica semplice e spontanea, che permette di instaurare una continuità fra l’intervento scultoreo e i normali procedimenti costruttivi. L’artista se ne serviva per la realizzazione di figure compatte e geometricamente squadrate, memori delle scomposizioni cubiste.
dell’artista e quella del muratore. Montati a comporre pannelli anche di dimensioni eccezionali, i rilievi erano in grado di resistere bene all’esposizione agli elementi grazie alla ruvidezza delle superfici in cemento. Dal punto di vista degli effetti formali, il sand-casting si prestava alla ricerca di forme sintetiche ed elementari, ma anche – attraverso la moltiplicazione di piani obliqui e di giochi di negativo-positivo – alla creazione di quei sottili trapassi luministici in cui l’artista era maestro; ed è sorprendente notare come da un materiale grezzo e inerte Nivola abbia saputo ricavare inattese morbidezze e perfino preziosità di modellato quali quelle che si osservano ad esempio nel grande pannello Olivetti del 1953. Inoltre, questa tecnica permetteva allo scultore di conciliare una volontà di immediatezza e spontaneità esecutiva con quel rigore e quella compostezza che caratterizzano tutta la sua opera. Alla fine degli anni Cinquanta, Nivola cominciò a sperimentare un diverso trattamento del cemento, consistente nell’intagliare il blocco allo stato semisolido (cement carving). Ancora una
volta, si tratta di una tecnica semplice e spontanea, che permette di instaurare una continuità fra l’intervento scultoreo e i normali procedimenti costruttivi. L’artista se ne serviva per la realizzazione di figure compatte e geometricamente squadrate, memori delle scomposizioni cubiste.
Collocazione specifica
Cronologia generica
XX secolo
Cronologia specifica
1940
1988
ECP - Ente competente per tutela
Autore della riproduzione digitale
Courtesy Fondazione Nivola
Data della riproduzione digitale
14/05/2003
Formato
JPG
Dimensioni dell'immagine
4800 x 1788
Dimensione del file
2,8 MB
ESC - Ente schedatore
Autore della scheda
Marta Melis
Data
23/06/2021
Licenza d'uso
Libera
Collezione
Pagine del sito
Annotazioni
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