Gonzalo Jiménez de Quesada | statua

a cura di Alice Agus

Il monumento

La statua del conquistador spagnolo Gonzalo Jiménez de Quesada (1509-1579) è un dono del governo spagnolo alla città di Bogotà, in segno di fratellanza tra i due Paesi.

Venne inizialmente posizionata nel quartiere di Las Aguas. Fu inaugurata una prima volta il 6 agosto del 1960 e una seconda il 6 agosto del 1968. Dieci anni più tardi l’opera venne messa in sicurezza con una rete metallica, a protezione dagli atti vandalici (Secretaría de Cultura, Recreación y Deporte 2008, 1:141).

Nel 1988, in occasione dei festeggiamenti per i 430 anni dalla fondazione di Bogotá, il monumento venne posizionato su un nuovo piedistallo e collocato al centro della Plazoleta del Rosario, cuore del quartiere storico della Candelaria.

Il 7 agosto dello stesso anno il mumento fu inaugurato per la terza volta («Bienes de Interés Cultural Muebles en Espacio Público: Gonzalo Jiménez de Quesada» s.d.).

Dalla Spagna, con amore

L’opera venne realizzata da Juan de Ávalos García, considerato il più importante scultore spagnolo del XX secolo («Juan de Ávalos» 2020). La sua scultura, di clamoroso monumentalismo, è la più rappresentativa dell'arte spagnola legata al regime franchista (Ruiza et al. 2004).

Il soggetto del monumento colombiano è il conquistador spagnolo Gonzalo Jiménez de Quesada, ‘fondatore’ della città di Bogotá - villaggio indigeno, originariamente chiamato Bacata, il cui nome divenne nel 1538 Santa Fé de Bogotá («Gonzalo Jiménez de Quesada» 2019).

La statua è posizionata su un piedistallo a forma di stella, decorato con una bellissima varietà di fiori e piante, omaggio alla Spedizione Botanica Reale del Nuovo Regno di Granada (1783-1816).

Dichiarato nel 2006 bene mobile di Interesse Culturale, il monumento ha subito diversi interventi di restauro. L’ultimo, del 2017,  è stato finanziato dal governo cittadino e dalla Universidad del Rosario nell’ambito del progetto “Adotta un Monumento”. L'intervento ha incluso la pulitura della scultura e la rimozione di disegni e graffiti («La Alcaldía Mayor entregó a la comunidad el monumento a Gonzalo Jiménez de Quesada» 2017).

Vandalismo o semantizzazione?

L’opera è stata più volte vandalizzata, senza peraltro suscitare particolari reazioni nell’opinione pubblica. Ampio dibattito è invece sorto a seguito dell’azione promossa da un gruppo di indigen* Misak, che il 7 maggio 2021 ha abbattuto la statua e rivendicato l’atto sul proprio canale Social definendolo una “riscrittura della storia” (Movimiento de Autoridades Indígenas del Sur Occidente - AISO 2021).

Contestualizzare l’azione senza cadere nella retorica binaria conquistador-conquistado non è semplice. È necessario ascoltare più voci, direttamente provenienti dal cuore della Colombia, per delineare un quadro consapevole.

Il gruppo indigeno Misak ( = la gente dell’acqua, della conoscenza e dei sogni), ribattezzato “guambiano” dagli spagnoli arrivati in Colombia all’inizio del XVI secolo (Acosta Afanador 2021), ha scatenato il dibattito già sul finire del 2020: sul Morro de Tulcán a Popayán, monte sacro alla popolazione (Castellanos Sepúlveda 2021), il gruppo Misak demolì il monumento eretto in onore del fondatore della città, Sebastián de Belalcázar, dopo averlo dichiarato  colpevole di genocidio ed espropriazione della terra ai nativi. Il 28 aprile 2021, primo giorno dello sciopero nazionale colombiano, i Misak hanno abbattuto un'altra statua dello stesso Belalcázar, a Cali, per poi raggiungere la capitale e la statua di Gonzalo Jiménez de Quesada.

Ci sono stati tentativi - falliti - di abbattere le statue di Cristoforo Colombo e Isabella di Castiglia a Bogotà. Le statue sono state oggi temporaneamente rimosse a scopo di salvaguardia per decisione del Consiglio del Patrimonio (García-Peña 2021).

La popolazione Misak ha avuto il merito di aprire un dibattito a livello nazionale su monumenti e spazi di commemorazione.

Monumento in quanto moneo [dal latino monere, «ricordare» («monuménto in Vocabolario - Treccani» s.d.)], ammonimento per il presente e per il futuro: in mezzo al risveglio cittadino delle recentissime proteste e al movimento verso la giustizia, il riscatto e la non ripetizione, l’accaduto offre una fertile opportunità per indagare i significati di storia e memoria. Se la prima è sedimentazione di eventi per i quali, oggi, la popolazione colombiana può a pieno titolo chiamare i conquistadores “antenati” - e non genericamente “spagnoli” (Hurtado Beltrán 2021) -, memoria è ciò che si sceglie di far diventare monumento.

Giorni dopo l’abbattimento della statua di Gonzalo Jiménez de Quesada, il piedistallo vuoto della Plazoleta del Rosario è stato occupato da una statua di Dilan Cruz, studente assassinato da un membro dell'ESMAD (Squadra Mobile Antisommossa) durante le proteste del novembre 2019. Tale ulteriore intervento non è stato esente da polemiche: sebbene accolto in quanto simbolo della rivendicazione della libertà di manifestare, è emersa fortemente la volontà di dialogare nel momento in cui si voglia risignificare uno spazio  (Pomés Trujillo 2021).

Queste azioni, che mirano a risemantizzare i simboli e persino a demolirli per costruirne dei nuovi, rappresentativi ‘delle persone’, non sempre sono consapevoli del fatto che la violenza non può essere eradicata con altra violenza; esse sono anzi più spesso legate a gesti d’impeto, di forza e rivendicazione. Eppure il loro potere va ben oltre l’atto materiale, diventando gesto catartico di autorappresentazione partecipata. 

Ringraziamenti

Ringrazio Carolina Preciado, per avermi messo in contatto con Diana Acosta e con i professori Hurtado Beltrán e Castellanos Sepúlveda: la gentilezza e la disponibilità incontrate, così come la profondità degli spunti di riflessione offerti, mi hanno arricchito tanto e regalato prospettive, nutrendo l’amore che provo nei confronti della Colombia.

Bibliografia e sitografia

Acosta Afanador, Diana. 2021. Intervista a Diana Acosta Afanador. Zoom Online Platform.

«Bienes de Interés Cultural Muebles en Espacio Público: Gonzalo Jiménez de Quesada». s.d. Portale nazionale. Secretaría Distrital de Planeación. Consultato 1 luglio 2021.

Castellanos Sepúlveda, Luis Felipe. 2021. Intervista a Luis Felipe Castellanos Sepúlveda. Zoom Online Platform.

García-Peña, Daniel. 2021. «Tumbando estatuas, resignificando monumentos y construyendo memoria». Rivista online. El Espectador. 22 giugno 2021.

Hurtado Beltrán, Mario Fernando. 2021. Intervista a Mario Fernando Hurtado Beltrán. Zoom Online Platform.

«La Alcaldía Mayor entregó a la comunidad el monumento a Gonzalo Jiménez de Quesada». 2017. Portale nazionale. Secretaría de Cultura, Recreación y Deporte. 1 agosto 2017.

«Monuménto» in Vocabolario Treccani. s.d. In Treccani. Dizionario della Lingua Italiana. Consultato 2 luglio 2021.

Movimiento de Autoridades Indígenas del Sur Occidente - AISO. 2021. «Reescribiendo la historia de nuestro País». Social Network. Facebook. 7 maggio 2021.

Pomés Trujillo, Daniela. 2021. «Resignificar los símbolos, otra de las victorias del Paro Nacional». Rivista online. Cartel Urbano. 26 maggio 2021.

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