Isabel la Catòlica y Colòn | complesso

di Daniela Cocco

L'artista

Il monumento a Isabel la Catòlica y Colòn, detto anche Las Capitulaciones, è un complesso scultoreo dell’artista valenzano Mariano Benlliure, prolifico protagonista, tra il XIX e gli inizi del XX secolo dell’arte realista ispanica. All’interno della sua copiosa e variegata produzione artistica, emerge l’attività scultorea, con un centinaio di monumenti sparsi tra Spagna e America Latina.

Si tratta di opere complesse, risultato della combinazione di materiali differenti quali marmo, metalli e pietra,  con cui l'artista ha dato forma a sculture, iscrizioni, rilievi, volumi architettonici, tutti caratterizzati da grande cura nei dettagli.

Il Monumento

L'opera Isabel la Catòlica y Colòn è figlia di questo universo artistico ed è inoltre al centro di una vicenda molto peculiare che nel corso del tempo ha assunto un valore rappresentativo e identificativo per la città in cui si trova, Granada, di cui è diventata un simbolo conosciuto e riconoscibile.

Las Capitulaciones, che dal 1962 si trova nella piazza intitolata alla regina Isabella la Cattolica, può essere considerata una delle opere più rappresentative dell’arte di Benlliure.

Il Monumento è costituito da due imponenti figure principali: da una parte la regina Isabella seduta su un trono in stile gotico;  dall’altra, al suo cospetto, ma su un gradino più basso, Cristoforo Colombo in ginocchio nell’atto di ricevere le capitolazioni, firmate il 17 aprile 1492, a La Casa Real de Santa Fe.

Sul fronte della scultura sono visibili due grandi figure allegoriche, rappresentanti Granada e l'America. Nell’atto di alzare un ampio arazzo scoprono due date: 2 gennaio e 12 ottobre 1492: la “presa” di Granada e la scoperta dell’America.

Nel basamento compaiono trentacinque nomi di illustri personaggi legati alla guerra di Granada e all'avventura colombina. L'intera opera era originariamente circondata da un cancello tardo gotico, anch'esso disegnato da Benlliure, e fuso a Granada.

La genesi

La storia dell’opera inizia nel 1890. Ce la racconta la rivista La Ilustraciòn española y americana del 22 ottobre del 1892, con un’appassionata e dettagliata descrizione del monumento.

Nel 1890 il ministero dei Lavori Pubblici spagnolo indisse un concorso per erigere un monumento scultoreo che commemorasse i due grandi eventi del 1492. Diversi artisti di fama risposero al bando, ma il concorso venne dichiarato nullo senza peraltro chiarirne il motivo.

L’anno successivo iniziarono i preparativi per celebrare in modo sontuoso il quarto centenario della scoperta dell’ America e di nuovo si fece proposta di erigere il monumento scultoreo a Granada.

I mesi passarono senza che il progetto prendesse forma concreta. Finalmente, il Consiglio del Centenario affidò l’incarico all’allora giovane scultore Mariano Benlliure. Nonostante il poco tempo a disposizione e risorse economiche ridimensionate, Benlliure portò a termine il compito.

L’opera ambiva a raccogliere in un unico monumento la gloria e lo sforzo di Colombo e la sana e forte iniziativa di Isabella, nonché alcuni momenti chiave della guerra di Granada. L'artista riuscì a dare alla composizione una forma armonica che rendesse giustizia ed espressione a impostazioni ideologiche e letture storiche impegnative, senza perdere in bellezza e raffinatezza artistica.

Nel settembre del 1890, l’opera arrivò a Granada e venne posizionata coperta nel Paseo del Salon,  in attesa dell’inaugurazione ufficiale che sarebbe avvenuta alla presenza della regina reggente e del re bambino Alfonso XIII. La cerimonia era prevista in occasione del quattrocentenario della scoperta dell'America, il 12 ottobre, dìa de la hispanidad.

Ma i reali non si presentarono.

Il 22 ottobre il monumento venne svelato alla popolazione, in maniera del tutto involontaria, proprio da La Ilustracion. Il giornale, convinto dell’arrivo dei reali, dedicò la copertina al monumento con alcune illustrazioni all'interno, oltre all'accuratissima descrizione già citata.

Nonostante ormai si conoscessero le fattezze dell’opera, questa rimase coperta fino al comunicato ufficiale del primo ministro, il 1° novembre 1892, che informava che la reggente e il re bambino non sarebbero più venuti a Granada per presiedere agli atti locali del IV Centenario.

Indifferenza regia e rabbia popolare

La statua a Isabel y Colòn divenne così il simbolo della indifferenza della casa reale verso una città da tempo in condizioni di abbandono.

Granada si svegliò il 2 novembre con una rabbia monumentale, supportata dalla stampa locale, in particolare da El Defensor, quotidiano di orientamento liberale e repubblicano, che riportava la notizia dell’arrivo di tre ministri in sostituzione della reggente e di suo figlio.

"Que no vengan" (El Defensor de Granada e Andalucía 1892) fu il duro editoriale del giornale. La folla offesa si riversò nelle strade, manifestando un forte malcontento che si tradusse in atti vandalici. La gente corse al Paseo del Salón, scoprì il monumento e di fatto, lo inaugurò.

La reggente non chiese mai scusa alla popolazione di Granada e non visitò mai la città. In risposta, Maria Cristina non fu mai perdonata: forse è per questo che in tutta Granada la regina non ha monumenti, busti, strade o ricordi a lei dedicati (Gabriel Pozo Felguera 2017).

Il magnifico monumento a Isabel y Colon resistette, nella sua imponenza, ad alcuni tentativi di rovesciamento fino al 1962, quando fu spostato nella sua ubicazione attuale, la Plaza de Isabel la Católica. Nella sua nuova collocazione fu sistemata una scalinata principale e davanti ad essa uno scudo della città in bronzo.

L’inferriata, che andrà a recintare gli ingressi della Cappella Reale, fu sostituita da un gioco d'acqua per mezzo di una fontana stilisticamente molto popolare all'epoca.

Nonostante il suo esordio tumultuoso, il monumento è oggi uno dei simboli della città, grazie alla sua indiscutibile qualità artistica e alla sua collocazione strategica, in un crocevia obbligato, se si visita Granada. Posto davanti al modernissimo palazzo della Banca Santander, genera un suggestivo contrasto tra vecchio e nuovo.

Molto amata dai turisti, che la omaggiano con continue fotografie, la statua è popolare e indenne alle polemiche che invece investono altrove monumenti analoghi.

Colombo soprattutto è molto amato a Granada, che ancora lo celebra come colui che portò la Spagna nel mondo. La stessa Università di Granada ha appena promosso una ricerca volta a confermare i natali spagnoli del navigatore, in una disputa sempiterna con Siviglia, che ne custodisce i resti.

Si tratta di operazioni che hanno elementi di marketing, volte a incrementare ulteriormente la curiosità turistica nei confronti della città.

Eredità contese

Tuttavia gli eventi storici celebrati dal monumento, in particolare la presa di Granada, sono invece oggetto di un forte revisionismo storico. Da 529 anni senza interruzioni (Afán de Ribera 1885), ogni 2 gennaio si commemora a Granada la festa popolare della Toma de la Ciudad (festa della Presa di Granada), conosciuta anche come la Fiesta de la Rendiciòn (festa della Resa).

Questa doppia denominazione è sintomatica della controversia sorta intorno alla festività. Storicamente è considerata più appropriata la seconda opzione, dal momento che Granada, sebbene abbia sofferto l'assedio per diversi anni, in nessun momento fu “presa” o conquistata militarmente.

Dopo la firma del trattato, la città e il suo sultano, Boabdil, si arresero alle schiere cristiane , che, almeno inizialmente, la occuparono pacificamente.

El dìa de La Toma, ha accentuato il suo sapore divisorio (López 2019) soprattutto a partire dagli anni 80, quando alla caduta del regime franchista, comparvero i primi gruppi a sostegno di un profondo ripensamento della celebrazione.

Nel XXI secolo, la controversia si è inasprita. Da una parte, c’è chi vede La Toma come la celebrazione dell'unificazione della Penisola Iberica; all’estremo opposto, c’è chi la rifiuta perché la considera un errore storico e un pericoloso richiamo all'estrema destra, razzista e xenofoba; per altri ancora si tratta semplicemente di difendere la giornata come tradizione della città.

La proposta più sensata sembra essere quella avallata da molti storici, che leggono negli avvenimenti del due gennaio non il punto finale della Reconquista, ma “semplicemente” una delle tante conquiste del tardo Medioevo che porta all'incorporazione di Granada in un regno specifico, il Regno di Castiglia.

L’eredità musulmana è una componente fondamentale dell'identità cittadina, insieme a quella sefardita e cristiana. La festa del 2 gennaio allo stato attuale evidenzia e riconosce però solo la parte castigliano-cristiana. Si suggerisce non la soppressione della commemorazione quanto piuttosto la sua ri-significazione: commemorare è ripercorrere la memoria, ma una memoria attraverso la quale passi la “verità” nel suo senso più strettamente etimologico di non-dimenticanza (áletheia).

In questo senso un monumento come quello oggetto di questa trattazione può collaborare a questa risignificazione.

“Un monumento è un documento”, ha scritto lo storico francese Jacques Le Goff, la testimonianza di un fatto che si è deciso di considerare degno di memoria e di lezione/ammonimento per le generazioni future.

Una testimonianza che permette di ricostruire un particolare sentire, che gioco forza è spesso quello dei vincitori o del gruppo egemone. Questo ovviamente non ha nulla a che fare con una oggettiva valutazione del valore dei personaggi rappresentati né tanto meno, appunto, con la “verità” storica. Ha a che fare con la memoria e con l’identità.

Da 129 anni Isabella e Colombo assistono immobili ai cambiamenti di una città multiculturale, viva e in evoluzione, ma fortemente ancorata al passato e alle tradizioni. Lo scudo bronzeo posizionato nella parte anteriore del monumento rivela perfettamente la natura multiforme di Granada: vi sono raffigurati la coppia reale e il melograno, simbolo del Regno, a simboleggiare l’auspicato rispetto interculturale tra le tre anime della città: la judía la musulmana y la cristiana.

Biblio/Sitografia

Granada por el Mundo. 2015. GRANADA | CENTRO | Plaza Isabel la Católica. Estatua de Colón. Inicio de Gran Vía.

J.H.Elliott “La Spagna imperiale 1469-1716”, Il Mulino, Bologna, 2012.

Cervantes, Biblioteca Virtual Miguel de. s.d. «La Ilustración española y americana. Año XXXVI. Núm. 39. Madrid, 22 de octubre de 1892 | Biblioteca Virtual Miguel de Cervantes». Consultato 4 giugno 2021.

Gabriel Pozo Felguera. 2017. «Cuando Granada “mandó a la porra” a la regente María Cristina y al gobierno de Cánovas, en 1892 | El Independiente de Granada». 14 maggio 2017.

"Que no vengan" in "El defensor de Granada", Año XIII Número 5819, 2ª ed. - 1892 Noviembre 02.

Descendientes y estudiosos de Colón: “No es revisionismo, es vandalismo

Afán de Ribera, A. J. Fiestas populares de Granada; Granada, Le Lealtad, 1885.

López, Álvaro. 2019. «La Toma de Granada: entre gritos de “yo soy español” y “no hay nada que celebrar”». ElDiario.es. 2 gennaio 2019.

«Granada Abierta: No a la toma». Granada Abierta (blog). Consultato 11 giugno 2021.

Benlliure, Fundación Mariano. s.d. «Mariano Benlliure». Fundación Mariano Benlliure. Consultato 4 giugno 2021.

«RUEDA DE PRENSA: Investigación sobre el ADN de Cristóbal Colón». s.d. RUEDA DE PRENSA: Investigación sobre el ADN de Cristóbal Colón | Universidad de Granada. Consultato 29 giugno 2021.

«Día de la Toma de Granada – 2 de enero de 1492». s.d. Consultato 11 giugno 2021.

«Trattato di Granada (1491)». 2021. In Wikipedia. https://it.wikipedia.org

Jacques LE GOFF, Documento/Monumento, Enciclopedia Einaudi, Torino 1978, vol.V, ; pp. 38-43.

 

Approfondimenti

  • Fuente Isabel la Catòlica

    Immagine Fotografica del Monumento a Isabel la Catòlica y Colòn; dettaglio del basamento e della fonte, aggiunta in seguito al suo trasferimento nell'attuale posizione, in Plaza Isabel la Catòlica.
  • Granada Plaza de Isabel la Católica Kolumbus-Denkmal

    Immagine fotografica del monumento
  • Immagine fotografica dettaglio basamento lato sinistro; Monumento a Isabel la Catòlica y Colòn

    Immagine fotografica che ritrae un dettaglio del basamento del monumento a Isabel la Catòlica y Colòn, lato sinistro. L'altorilievo bronzeo raffigura una scena della Guerra di Granada.
  • Dettaglio Basamento Monumento a Isabel la Catòlica y Colòn, lato destro

    Fotografia Dettaglio Basamento Monumento a Isabel la Catòlica y Colòn, lato destro; raffigurante la Regina nell'atto di firmare e consegnare le Capitolazioni a Colombo
  • Commemorazione Festa della Presa di Granada, 1939

    Documento originale del DEPARTAMENTO NACIONAL DE CINEMATOGRAFÍA. Registrazione Video del 2 gennaio del 1939. Possiamo osservare il carattere fortemente franchista che la celebrazione assunse con l'instaurarsi del regime, che ne fa una delle feste più rappresentative. Alla tradizionale formula di incitazione ai Re Cattolici viene inserita l'esclamazione Viva Franco GRANADA, GRANADA, GRANADA. POR LOS ÍNCLITOS REYES DE ESPAÑA, ISABEL I DE CASTILLA Y FERNANDO V DE ARAGÓN. ¡ VIVA ESPAÑA ! ¡ VIVA FRANCO ! ¡ VIVA GRANADA !
  • Granada Abierta: No a la toma

    Messaggio Blog della Plataforma Granada Abierta, dove vengono illustrate le ragioni che hanno spinto questo collettivo a creare un movimento per l'abolizione della Festa della Presa di Granada e a proporre una celebrazione alternativa e più inclusiva delle diverse componenti cittadine.
  • Descendientes y estudiosos de Colón: "No es revisionismo, es vandalismo"

    Articolo web sul processo di revisionismo storico che sta investendo la figura di Cristoforo Colombo.
  • Día de la Toma Granada 2019

    Migliaia di persone partecipano alla Festa del 2 di gennaio 2019 , a Granada; tra forti misure di sicurezza e con l'abituale presenza di detrattori e partitari.
  • Mariano Benlliure. El dominio de la materia

    Breve documentario sulla figura artistica e umana di M. Benlliure, protagonista dell'arte realista del IXI e autore del monumento a Isabel la Catòlica y Colòn. Il video è molto interessante perchè ci permette di sentire, dalla stessa voce del protagonista, la sua storia.
  • Dia de la Toma; Granada por el mundo

    Messaggio di Blog sulla Festa della Presa ( Resa) di Granada, chesi festeggia ogni anno, da 529 anni, il due di Gennaio. L'articolo è un estratto del libro di Cesar Giròn; “Miscelánea de Granada.” Editorial Comares.
  • El dos de Enero-Fiestas Populares de Granada

    Capitolo dell'opera del 1885 Fiestas populares de Granada, di Afàn de RIbera. Il capitolo dedicato alla Festa della Presa di Granada, è particolarmente interessante perchè ci fornisce una descrizione dettagliata di questa celebrazione , così come si svolgeva a fine 800; utile per comprendere quanto questa sia rimasta pressoché invariata nel corso dei secoli.
  • Fotografia dettaglio scudo bronzeo, basamento monumento

    Il dettaglio rappresenta lo scudo bronzeo della città di Granada, posto sul basamento del monumento, vi sono raffigurati i Re cattolici e il melograno, simbolo del Regno di Granada.
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Un ringraziamento a Rosa Siles Sanchez e a Josè Luis Moreno per il materiale fotografico e per il tempo dedicatomi in fruttuose chiacchierate, mi è sembrato di essere tornata a Granada sotto lo sguardo di Isabella e Colombo.

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