Vittoriano | complesso monumentale

a cura di Leonardo Anchesi

L'Edificazione

Il monumento a Vittorio Emanuele II, altrimenti detto Vittoriano, è stato eretto a Roma, sul fianco del Campidoglio per celebrare l'Unità d'Italia e il Sovrano che ne fu promotore.

A tale scopo vennero indetti tre concorsi, fra il 1880 ed il 1884. Vinse il progetto del giovane architetto marchigiano Giuseppe Sacconi, che diresse i lavori della fabbrica sino alla morte nel 1905 (Enciclopedia Treccani s.d.). La costruzione era iniziata nel 1885 ed ebbe termine nel 1935. Il complesso venne comunque inaugurato il 4 giugno 1911.

L’impianto dell’opera, ideata per essere un moderno foro, un’agorà su tre livelli, sistemata in posizione sopraelevata rispetto alla piazza, trae ispirazione certa dai grandi templi religiosi dell’architettura classica, quali l’Altare di Zeus a Pergamo ed il Santuario di Primigenia a Palestrina.

Il corpo principale della struttura, completamente realizzata in marmo bianco botticino, è costituito da una larga scalinata, che conduce al primo ripiano, dov'è situato l'Altare della Patria con la tomba del Milite Ignoto. Al di sopra della tomba si trovano inoltre la Dea Roma e i due altorilievi ai lati con i Cortei del lavoro e dell'amor patrio, che sono opera Angelo Zanelli. Sovrasta, al centro, la statua equestre di bronzo dorato di Vittorio Emanuele II, opera di Enrico Chiaradia.

Un ampio porticato corona il complesso, che, nonostante alcuni pregevoli particolari e una certa eleganza decorativa di influenza liberty appare discordante con gli edifici e monumenti circostanti e con la struttura urbana dell'area in cui è inserito, sia per il colore bianco del materiale lapideo impiegato nella costruzione sia le proporzioni (Enciclopedia Treccani s.d.).

Per far spazio al monumento furono abbattuti le torri di Paolo IV, il chiostro dell'Aracoeli, numerose case risalenti al periodo medioevale e rinascimentale del quartiere Alessandrino. Venne inoltre spostato e ricostruito il palazzetto Venezia.

Le demolizioni intaccarono così il patrimonio architettonico medievale e moderno di Roma, colpendo strutture di indiscutibile valore: Palazzo Torlonia, la casa di Michelangelo, come anche quella di Giulio Romano, solo per citarne alcuni (Trastevere App 2019).

Il Vittoriano ospita la sede dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano, il Museo centrale del Risorgimento, il Sacrario delle Bandiere di Guerra dei reparti delle Forze Armate soppressi e il relativo archivio storico.

Il Milite ignoto

Sebbene la funzione originaria del Vittoriano fosse quella di celebrare il processo di unificazione nazionale, nel 1921 il monumento assunse un ulteriore significato, ospitando il sacello del Milite Ignoto.

L'idea di onorare una salma sconosciuta per commemorare i caduti della prima guerra mondiale risale in Italia al 1920; il relativo disegno di legge fu presentato alla Camera italiana nel 1921.

Il Ministero della guerra diede incarico a una commissione di percorrere i campi di battaglia per raccogliervi undici salme di impossibile identificazione, fra le quali la sorte ne avrebbe designata una, da tumulare in Roma sul Vittoriano.

La commissione esplorò i luoghi di battaglia della Grande Guerra, dal Carso agli Altipiani, dalle foci del Piave al Montello. Venne scelta una salma per ognuna delle seguenti località: Rovereto, Dolomiti, Altipiani, Grappa, Montello, Basso Piave, Cadore, Gorizia, Basso Isonzo, San Michele, tratto da Castagnevizza al mare.

In un primo tempo le salme vennero custodite a Gorizia. Da qui furono trasportate nella basilica di Aquileia il 28 ottobre 1921 dove si procedette alla scelta della salma destinata al riposo sull'Altare della patria.

La scelta spettò a una popolana, Maria Bergamas di Trieste, il cui figlio Antonio aveva disertato dall'esercito austriaco per arruolarsi nelle file italiane ed era caduto in combattimento.

La bara prescelta fu collocata sull'affusto di un cannone e deposta in un carro disegnato dall'architetto Guido Cirilli. Il 4 novembre 1921 la salma ascese all'Altare della Patria, nel giorno del terzo anniversario della vittoria della Grande Guerra (Gazzetta Ufficiale 1918).

Il Vittoriano venne così consacrato come tempio laico della nazione, metafora dell'Italia indipendente, libera e unita, simboleggiata dalla figura del fondatore Vittorio Emanuele II di Savoia alla presenza dell'Altare della Patria e del Milite Ignoto, emblega massimo del martirio per la patria e per gli ideali nazionali.

Il monumento visse da quel momento un periodo di grande splendore, durante il quale divenne fulcro di tutte le cerimonie di Stato al suo vertice. Fu così fino agli anni Cinquanta del Novecento.

L'oblio

In età repubblicana il complesso monumentale ebbe un momento di oblio, non operando più come centro celebrativo principale della retorica dello Stato. La damnatio memoriae venne indotta principalmente dall’associazione tra il monumento e il fascismo, promossa soprattutto dal nuovo potere politico dei partiti repubblicani (Wikipedia 2021 vedi nota 133).

L'oblio si protrasse sino al principiare del XXI secolo, quando l'allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, all’interno di un più ampio progetto di valorizzazione dei simboli patri italiani, decise di ripristinare la centralità del Vittoriano nelle massime celebrazioni pubbliche nazionali.

La riscoperta

Ciampi volle reinserire a pieno titolo il Vittoriano nel cerimoniale presidenziale del 25 Aprile, del 2 Giugno, e del 4 Novembre, Giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, nonché anniversario della tumulazione del Milite Ignoto, di cui quest’anno cade il centenario.

Dal 4 novembre 2000 (Ardù 2000), tutti momenti culminanti di queste celebrazioni avvengono sul Vittoriano, dinanzi all’Altare della Patria, con la deposizione di una corona di alloro davanti al sacello del Milite Ignoto ed il caratteristico sorvolo acrobatico a bassa quota della Pattuglia Acrobatica Nazionale.

La rinascita del Vittoriano è andata di pari passo con l'opera di valorizzazione o degli altri simboli patri italiani. Attualmente il Vittoriano è proprietà del Ministero della Cultura che, dal 1º febbraio 2005, lo ha gestito tramite la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Lazio, poi Direzione regionale Musei Lazio.

Nel 2020 il monumento è stato unito al vicino Museo nazionale di Palazzo Venezia entro un'unica amministrazione, creando un nuovo ente dotato di autonomia speciale.

Oltre al rinnovato valore simbolico, oggi il Vittoriano è visto con maggior serenità di giudizio anche dal punto di vista artistico: il monumento è infatti considerato dalla più aggiornata critica d'arte come un ottimo esempio dell'arte italiana di fine Ottocento e un importante passo nella ricerca dello "stile nazionale" del Regno d'Italia appena costituito.

Uno stile che nel Vittoriano - che ospita numerosissime opere d'arte - è sintesi tra Neoclassicismo, Eclettismo e Liberty (Wikipedia 2021 vedi nota 146).

Bibliografia e sitografia

Ardù, Barbara. 2000. «Riapre il Vittoriano dopo un secolo di degrado». La Repubblica, 4 novembre 2000, Online edizione.

Enciclopedia Treccani. s.d. «Il Vittoriano». In Enciclopedia Treccani. Treccani Libri.

Enciclopedia Treccani. s.d. «Saccóni, Giuseppe». In Treccani -Enciclopedia online. Treccani Libri.

Gazzetta Ufficiale. 1918. «Gazzetta Ufficiale n. 260 del 5 novembre 1918», 5 novembre 1918.

Trastevere App. 2019. «Vittoriano: storia e trasformazione urbanistica». Trastevere App (blog). 17 gennaio 2019.

Wikipedia. 2021. «Vittoriano». In Wikipedia. Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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