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Titolo
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Chiesa di San Lussorio
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tipologia
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Chiesa Campestre
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Nomi alternativi
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Santu Xori
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Data costruzione
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-Periodo edificazione ignoto.
-Riedificazione intorno al XVII sec. circa.
-1780 Aggiunta del loggiato e della sagrestia
-1986 Ampliamento del Parco adiacente la chiesa
-1988 Intervento di Restauro
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Descrizione
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-Descrizione Tecnica
Esternamente la chiesa di San Lussorio appare disadorna, con una struttura a capanna quadrangolare in pietra locale a vista e un campanile a vela; sempre posto esternamente sul prospetto anteriore è posta una lolla sarda (un loggiato) tipico sardo delimitato frontalmente da tre archi a tutto sesto e aperto lateralmente.
Oltre all'ingresso frontale principale, segnato sopra l'architrave da una finestrella a croce greca, vi sono due ingressi supplementari posti ai lati della struttura.
Internamente essa presenta un ambiente mononavato a due ambienti: l'aula, che si apre nei pressi dell'ingresso con una secolare acquasantiera in pietra calcarea e procede sino al muro di fondo dove è posto un notevole altare ligneo seicentesco, e la sagrestia a ridosso dell'altare, da cui si accede tramite un'apertura contrassegnata da una colonna in pietra; il tetto della chiesa è fabbricato con legno di zinnibiri (ginepro) e un intreccio di canne (su cannizzau) secondo una tecnica tradizionale sarda, con una copertura supplementare in tegole sarde.
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-Cenni Storici
La chiesa campestre di San Lussorio (o com'è nota nel linguaggio locale, Santu Xori) è tra quelle più importanti nel territorio nuraminese, ma le attestazioni risalenti alla sua fondazione sono scarse.
È attestato che fu modificata e riedificata intorno al XVII sec. in seguito allo scioglimento di qualche voto relativo alla terribile peste del 1652 ma si presume che fosse già presente un'impianto precedente; le steli scanalate presenti all’esterno ovest della chiesa ci suggeriscono inoltre l’antica presenza di un’ulteriore navata andata successivamente distrutta.
I pochi documenti inerenti alla chiesa raccontano i vari restauri subiti nel corso dei secoli: nel 1780 furono aggiunti la sagrestia e il loggiato antistante osservabili ancora oggi, mentre l’ultima modifica compiuta, messa in atto grazie alle offerte degli abitanti del paese, portò all’ampliamento del parco adiacente di 18.000 mq. ed è risalente al 1986; identico è il discorso per i restauri compiuti due anni dopo, che videro il consolidamento della struttura e il rifacimento di soffitti e pavimentazione
La tradizione locale vuole che lo stesso San Lussorio alloggiò nel luogo in cui poi fu costruita la chiesetta ma la totale mancanza di una croce o un simbolo religioso smentisce questa ipotesi; ciononostante l'importante ruolo ricoperto dalla chiesa e dal culto del Santo all’interno della comunità è sottolineato dall’ancora presente tradizione degli “eredi di San Lussorio”.
Esso è infatti un diritto riconosciuto sin dal medioevo, con citazioni negli archivi parrocchiali locali e negli archivi diocesani, e consiste nella successione ereditaria che tramanda di padre in figlio gli onori del “giuspatronato”, assegnando così ad una singola famiglia l'onore e l'onere di provvedere alla manutenzione della chiesa, all'acquisto delle candele e al pagamento delle spese relative alla messa in onore del Santo.
Questa plurisecolare e del tutto unica tradizione nel panorama religioso sardo venne riconfermata ufficialmente dall'Arcivescovo di Cagliari nel 1778 e rimase in vigore anche durante la seconda metà del XIX secolo, durante il periodo relativo alla soppressione degli ordini religiosi e la requisizione delle terre in loro possesso.
Un'aneddoto interessante da raccontare a proposito dell'importanza che San Lussorio assume nel contesto nuraminese è l'episodio di Giuseppina ''Peppa'' Serra ed il suo voto al santo: durante il Triennio rivoluzionario sardo (1793-6) infatti vennero arrestati suo marito Giuseppe Antonio Bazzella e il suo genero Gioacchino Sarais per via di alcuni legami con l'avvocato Vincenzo Sulis, figura di spicco della sarda rivoluzione.
La signora Serra chiese dunque intercessione al santo affinché venissero liberati i suoi congiunti facendo voto solenne di assistenza alla chiesa dedicata al santo e, quando avvenne la scarcerazione, la signora Scano sciolse il voto facendo restaurare l'altare della chiesa (forse proprio la ragione della scritta “DIE XVI MAIJ 1824” apposta nel basamento dell'altare) e lasciando una targa colorata a testimonianza dello scioglimento del voto e della grazia ricevuta dal santo.
Pertanto come si può evincere dai passaggi precedenti il culto del santo nella tradizione nuraminese è ben radicato e ogni anno si tiene in suo onore una grande festa, che inizia dalla sera del 20 agosto e si conclude il 23 agosto (date della flagellazione e martirio del Santo avvenute nel 304 D.C.).
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Lingua
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Italiano
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Riferimenti bibliografici
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- Batzella Armando, Nuraminis attraverso i secoli. Storia e tradizioni, (a cura di Giampaolo Salice), Edizioni Grafica del
Parteolla, Nuraminis 2018 pp. 96-110
- Caboni Fernando, Uno sguardo nel passato. Monografia sui comuni di Nuraminis, Samassi, Sanluri e Serrenti, Edizioni Grafica del Parteolla, 2002
- Rossi Nicoletta, Meloni Stefano, Villa dei Greci. Una Villagreca inedita tra storia, archeologia e arte, Edizioni Grafica del Parteolla, Nuraminis 2007. pp 167-176
- Sarais Alessio, Nuraminis. Le chiese e le feste, Edizioni Grafica del Parteolla, Nuraminis 2005.
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Autore della scheda
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Autrici Originali: Erica Luciano, M. Eleonora Prinzis
Modificato da: Andrea Lara
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Data schedatura
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Data Schedatura ??/7/2019
Data Modifica: 17/5/2025
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Copertura territoriale
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Comune di Nuraminis (SU)
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Editore
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L.U.Di.Ca.