Facciata e campanile della Chiesa di San Pietro

Contenuto

Titolo
Facciata e campanile della Chiesa di San Pietro
tipologia
Facciata di una chiesa parrocchiale
Data costruzione
Dal XVI secolo
Autore dell'opera
Autori vari
Descrizione
La facciata della chiesa di San Pietro è rivolta verso nord con singolo ingresso centrale a cui si accede attraverso una gradinata in granito di forma semicircolare. Nel primo gradino in alto è presente un’iscrizione che recita “VICARIO V. SADDI 1891”. L’iscrizione vuole ricordare il committente dell’opera, il parroco Vincenzo Saddi.

La facciata venne terminata nella prima metà del XVII secolo dai costruttori Giovanni Antonio Pinna e Giuliano Taris. I due artisti impressero all’opera uno stile tardo-gotico di origine iberica caratterizzato dagli elementi propri dello stile tipico della Sardegna meridionale. Si può quindi affermare che si tratta di un gotico sardo. È inoltre forte la commistione con elementi classicheggianti.

La parete muraria è in pietra arenaria e presenta un terminale piatto sormontato da sei elementi merlati e da una croce centrale.
Il portale è di materiale ligneo, a doppia anta e chiuso fra due colonne in struttura murale scanalata. Sulle colonne, dove poggiano due capitelli in stile composito corinzio, si regge l’architrave di pietra. Sopra il portale poggia una nicchia classicheggiante che ospita una statua di San Pietro, posta nel 1952 in sostituzione della precedente, andata distrutta per una caduta.

La facciata anticamente era abbellita da un rosone aragonese, andato distrutto nei primi del ‘900 in favore di una finestra lucifera, a sua volta demolita per permettere un tentativo di ripristino del precedente rosone. Tale restauro non andò a buon fine, infatti oggi è presente un’ampia finestra circolare decorata con una vetrata che ritrae la scena, tratta dal vangelo di Giovanni, nella quale Gesù ordina all’Apostolo Pietro: “Pasci le mie pecorelle”.

Nel piazzale dirimpetto alla chiesa, e poco distante dall’edificio stesso, è presente una struttura quadrangolare in pietra che sostiene una colonna su cui a sua volta è fissata una croce di ferro.

A sinistra della facciata si erge il campanile a canna quadrata, la cui sommità è ornata da un cornicione decorato con metope traforate a motivi gotici.

La costruzione e il suo stile ricordano notevolmente il campanile della chiesa di San Giacomo situata a Cagliari. Tale somiglianza potrebbe derivare da molteplici fattori. Per prima cosa è possibile che circolassero le medesime maestranze in molte zone della Sardegna meridionale. Inoltre, non è da escludere che tali professionisti potessero avere la loro bottega proprio a Cagliari.

Aspetto sicuramente non secondario potrebbe riguardare il culto di San Giacomo con le sue implicazioni politiche e religiose. Nel ‘500 e nel ‘600 ci furono accese dispute riguardanti San Giacomo che coinvolsero varie realtà politiche e religiose del Regno di Sardegna. Gli intellettuali e gli ecclesiastici del Regno rivendicavano con orgoglio il primato del presunto passaggio in Sardegna di San Giacomo prima che l’Apostolo raggiungesse la penisola iberica. In tale contesto si inserì la disputa interna tra Cagliari e Sassari. Mentre la fazione filo-cagliaritana, rivendicando il primato del passaggio di San Giacomo, sottolineava nettamente il suo sbarco in città, la fazione filo-sassarese ometteva sempre questo dettaglio, riferendosi al suo arrivo nell’isola senza specificare il luogo preciso. Tali polemiche si inserirono perfettamente e contestualmente all’interno del conflitto in corso tra Cagliari e Sassari, riguardante il primato delle Diocesi e delle città stesse all’interno del Regno. È dunque ipotizzabile che imitare stilisticamente il campanile della chiesa cagliaritana di San Giacomo fosse una presa di posizione a favore della fazione cittadina.

Nel novembre del 1837 un fulmine colpì il campanile, arrecando seri danni alla struttura e alla facciata della chiesa. Si rese necessario un intervento di restauro e rifacimento repentino, in modo tale da evitare ulteriori problemi alle strutture. L’opera di restauro si concluse già nel gennaio 1838, al costo della rilevante somma di 1127.10 Lire. Il costo elevato che richiese l’operazione fece nascere una disputa sul pagamento tra le varie parti in causa. Il Reggente la Regia Segreteria di Stato e di Guerra sostenne la linea dell’Intendente del Monte di Riscatto, secondo cui il pagamento non dovesse gravare sulle casse dell’azienda del Monte ma fosse responsabilità dell’amministratore delle Chiese Camerali della Mitra di Cagliari.

Nel 1912, durante ulteriori lavori di restauro, venne rimossa dal campanile una struttura piramidale lignea, che ne sormontava la sommità, perché ritenuta instabile. Inoltre, vennero realizzati dei gradini esterni per accedere alla torre e murato l’ingresso interno utilizzato precedentemente, situato nella Cappella delle Anime.

Tra i conci della muratura frontale della torre campanaria, sono stati individuati dei materiali di recupero, tra cui una lastra divisa verticalmente in due quadranti, con un’iscrizione in lingua latina nella parte sinistra. Dalla cella campanaria (contenente quattro campane) si aprono, sui lati del campanile, delle monofore ad arco a tutto sesto.
Riferimenti bibliografici
Batzella Armando, Nuraminis attraverso i secoli. Storia e tradizioni, Giampaolo Salice (a cura di), Grafica del Parteolla, Dolianova 2018.
Sarais Alessio, Nuraminis. Le chiese e le feste, Grafica del Parteolla, Dolianova 2005.
Porrà Roberto, "Il culto di San Giacomo in Sardegna" in RiME, Rivista dell'Istituto di Storia dell'Europa Mediterranea. N°4. Giugno 2010. 672 p.
Schirru Marcello, "Forme e modelli architettonici tra la Spagna e la Sardegna del '500" in ArcheoArte. Rivista elettronica di Archeologia e Arte. N° 2. 2013.
Altre fonti
Archivio di Stato di Cagliari, Segreteria di Stato e di Guerra, Serie II, Faldone 494
Documento relativo ai lavori di manutenzione e restauro del campanile della chiesa parrocchiale di Nuraminis.
Autore della scheda
Stella Barbarossa, Laura Lucia Lai, Mara Mudu. Modificato da Mirko Mascia il 13-05-2025
Data schedatura
2025-05-12
Categoria di appartenenza
Nuraminis in età moderna
Copertura territoriale
Comune di Nuraminis; Diocesi di Cagliari;
Editore
LUDiCa

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