Torri costiere in Sardegna

di Beatrice Carta, esame di Storia digitale e pubblica della Sardegna moderna | Corso di laurea magistrale in Storia e Società | a.a. 2021-22 | Docente Giampaolo Salice.

 

Torre di Sant'Elia

Torre del Poetto

Torre di Mezza Spiaggia

Torre Capo Malfatano

Torre di Chia

Introduzione

Nell’ambito del corso di Storia digitale e pubblica della Sardegna moderna mi sono interessata allo studio delle torri costiere di difesa del Sud della Sardegna, del periodo che va dal XVI al XVIII secolo. Ho studiato questi "luoghi della memoria" attraverso la costruzione di una mappa interattiva.

Le torri, lungo tutte le coste della Sardegna, non risultano distribuite in maniera omogenea e la loro presenza risulta più fitta solo nelle zone di maggiore importanza strategica: nel golfo di Cagliari, la costa  meridionale della Sardegna che va da capo Carbonara fino a capo Teulada, nel Golfo di Oristano ad Alghero e nella costa dell’0gliastra; la Gallura era pressoché sguarnita in quanto poco abitata. 

Queste torri di avvistamento e di difesa risultano in gran parte costruite sotto il dominio spagnolo, ma anche nel periodo antecedente, con materiali e tecniche costruttive simili, in luoghi strategici che potevano consentire il repentino intervento contro il pericolo che sopraggiungeva dal mare,  rappresentato dai pirati saraceni, in particolare dal VII alla II metà del XV secolo,  e dai corsari barbareschi dal XVI secolo al XIX, in concomitanza con la caduta di Costantinopoli nel 1453 e la cacciati dei Mori dalla Spagna nel 1492.

Si tratta generalmente di costruzioni rotonde, disposte in punti strategici da cui è possibile scrutare ampi tratti di mare. Ciascuna torre comunicava con almeno altre due e svolgeva un ruolo prevalentemente di guardia: i soldati rilevavano il pericolo e, attraverso dei segnali luminosi o di fumo lo trasmettevano alle altre torri, che a loro volta allertavano i villaggi vicini.

L'accesso alle torri avveniva attraverso un boccaporto posto ad una altezza di 4/6 metri dal suolo e vi si accedeva con l'ausilio di  scale in corda o a pioli, che venivavo poi  ritirate all'interno dai soldati di guardia. Nelle torri più piccole la terrazza, detta piazza d'armi, si raggiungeva con le stesse modalità, mentre nelle senzillas e nelle torrezillas vi si accedeva attraverso delle scale in muratura poste in aderenza al muro perimetrale o ricavate all'interno di esso, oppure a chiocciola, anch'esse poste a ridosso del muro.

Le torri esaminate sono 17, situate nell'area di Cagliari sino a CapoTeulada. 

La regia amministrazione delle torri

Per la gestione di questo sistema difensivo venne creata, da Filippo II di Spagna, una vera e propria Amministrazione, alle dipendenze del Viceré, coadiuvato da tre rappresentanti degli stamenti.  Alle dipendenze c'era del personale civile (clavari, cassieri, esattori, segretario, notaio, ecc.) e un capitano, per le funzioni militari.  Rientrava tra i suoi compiti istituzionali anche la ricerca dei fondi per il finanziamento della gestione, del funzionamento, dell'arruolamento dei soldati oltre che del rifornimento delle armi per i presidi stessi. L'amministrazione, che aveva sede a Cagliari, dirigeva e controllava l'attività delle torri di tutta l'isola. Parzialmente riformata dal pregone 16 genn. 1766, fu soppressa per esaurimento dei suoi compiti con regio editto 17 sett. 1842

Tipologie

Le torri erano di tre tipi: Le più grandi e di difesa pesante, erano dette torri de armas o gagliarde, come quella di Oristano o quella di Calamosca a Cagliari, erano presidiate da un alcaide, e cinque soldati, armate solitamente di quattro cannoni e alte circa 17 metri; Quelle di difesa leggera, chiamate senzillas, come le torri di Chia e Malfatano, erano presidiate da un alcaide e tre soldati, dotate solitamente di due cannoni di medio calibro e diversi fucili, erano alte circa 10 metri; Alla fine c'erano le più piccole, come quelle di Sant'Elia e del Prezzemolo, sono le torrezillas e fungevano quasi esclusivamente da punto di osservazione; erano presidiate da due soldati con in dotazione una spingarda e due fucili, erano alte circa 7 metri. Personale impiegato All'interno delle torri vi erano dei torrieri, degli Alcaidi e dei soldati, scarsamente armati. Molto raramente potevano contare su un cannone, perché in Sardegna non esisteva una fonderia e dovevano essere acquistati fuori a costi elevatissimi. Il corpo di guardia che presiedeva le torri viveva in condizioni di vita molto precarie, sia a causa dei continui pericoli che mettevano a rischio la loro vita, sia per le retribuzioni molto basse e non sempre pagate in maniera puntuale e, i soldati, pur di poter vivere, talvolta, ricorrevano al contrabbando.

Dismissioni

La funzione delle torri costiere venne meno nei primi anni del XIX secolo in coicidenza con la fine della guerra di corsa. Alcune torri vennero utilizzate fino alla Seconda guerra mondiale come presidio militare o come sede di impianti telemetrici, di segnalazione o di avvistamento ottico. La definitiva dismissione delle torri costiere come sistema difensivo avvenne nel 1989, attraverso una intesa Stato-Regione.

Mappa delle torri (in corso di costruzione)

Bibliografia

G. MONTALDO, Le torri costiere della Sardegna, Carlo Delfino, Sassari 1992.
F. FOIS, Torri spagnole e forti piemontesi in Sardegna, La voce sarda, Cagliari 1981.
M. RASSU, Sentinelle del mare, le torri della difesa costiera della Sardegna, Grafica del Parteolla, Dolianova, 2005.
Sitografia
 
Sardegna - Virtual Archaeology
Wikipedia: Torri costiere della Sardegna
Storia della Sardegna 30: le invasioni barbaresche e le torri difensive nella Sardegna spagnola
Sardegna Coste, patrimonio conservatoria 
Cammino delle 100 torri della Sardegna
Torri costiere della Sardegna -  Regione Autonoma della Sardegna
 
 
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