Il XVIII secolo segnò una fase cruciale per l'impero russo, caratterizzata da una rapida espansione territoriale e da politiche mirate al popolamento delle nuove regioni annesse. Guidata da figure chiave come Pietro il Grande e Caterina la Grande, la Russia affrontò le sfide demografiche puntando a valorizzare le risorse dei suoi vasti territori.
Particolarmente rilevante fu l'interesse per l'immigrazione dall'estero, concretizzato attraverso un ambizioso programma di reclutamento e insediamento su larga scala. Avviato ufficialmente nel 1763, tale programma attrasse decine di migliaia di stranieri in Russia nell'ultimo terzo del secolo, offrendo opportunità economiche e una nuova vita a coloni provenienti da diverse nazioni europee.
I manifesti imperiali del 4 dicembre 1672 e del 22 luglio 1763 costituirono il quadro normativo che regolò gran parte dell’immigrazione successiva. Il primo manifesto venne inviato a tutti gli ambasciatori russi all'estero, trasformando le ambasciate in centri attivi per il reclutamento di stranieri interessati a stabilirsi in Russia
Il secondo manifesto, emesso sotto il regno di Caterina la Grande, sancì la creazione della Cancelleria per la Tutela degli Stranieri (Kantselyariya Opekunsiva Inostrannykh), diretta da Grigorij Orlov, il favorito dell’imperatrice. Questo organismo fu centrale nella gestione dell’immigrazione e nell’integrazione dei coloni, garantendo loro supporto e facilitazioni per l’insediamento.