Inventario di schiavi del 27 dicembre 1604
Contenuto
Titolo
Inventario di schiavi del 27 dicembre 1604
Livello descrittivo
Unità documentaria
Data di inizio
December 27, 1604
Ambiti e contenuto
Inventario della presa fatta da Guglielmo Prevost, francese di Sant Torpè, nei mari di Berberia, a Biserta nel luogo di Gayram. L’inventario è fatto per ordine del procuratore reale e giudice del reale patrimonio don Nofre Fabra y Deixer.
Sono inventariati: un moro negro di nome Ambarch; Amet di Quem; Sarch figlio di Amet di quem; noro di nome Ali di Adarailm; Raih, fratello di Ali de Adraim; Reba de Ambarch; schiava di nome Massauda; altra schiava di nome Atega di Nasar; schiava di nome Sada; un bambino piccolo nato sul vascello di nome Joan; un altro schiavo di nome Amar de Abdalla; un altro di nome Ali di Abdicarim; un altro di nome Calif; un altro schiavo di nome Tomalla di Naser; una mora di nome Taila; un’altra mora di nome Salima; un’altra di nome Mangaida; un altro schiavo di nome Ottoman de Ali.
Si specifica che di questi ne ha preso alcuni – non si indica quanti né quali – il viceré per il diritto di joya: questo diritto o privilegio consisteva nell'usanza del viceré e del procuratore reale di pretendere, ad ogni pubblico incanto, uno schiavo o una schiava per sé a titolo di omaggio.
Tutti i mori catturati vengono affidati al capitano Prevost. Testimoni sono Miguel Guasch, portiere ordinario della procurazione reale e Pere Pau Bonfant, mercante abitante in Cagliari.
Sono inventariati: un moro negro di nome Ambarch; Amet di Quem; Sarch figlio di Amet di quem; noro di nome Ali di Adarailm; Raih, fratello di Ali de Adraim; Reba de Ambarch; schiava di nome Massauda; altra schiava di nome Atega di Nasar; schiava di nome Sada; un bambino piccolo nato sul vascello di nome Joan; un altro schiavo di nome Amar de Abdalla; un altro di nome Ali di Abdicarim; un altro di nome Calif; un altro schiavo di nome Tomalla di Naser; una mora di nome Taila; un’altra mora di nome Salima; un’altra di nome Mangaida; un altro schiavo di nome Ottoman de Ali.
Si specifica che di questi ne ha preso alcuni – non si indica quanti né quali – il viceré per il diritto di joya: questo diritto o privilegio consisteva nell'usanza del viceré e del procuratore reale di pretendere, ad ogni pubblico incanto, uno schiavo o una schiava per sé a titolo di omaggio.
Tutti i mori catturati vengono affidati al capitano Prevost. Testimoni sono Miguel Guasch, portiere ordinario della procurazione reale e Pere Pau Bonfant, mercante abitante in Cagliari.
Consistenza
Cc.2
Caratteristiche materiali e requisiti tecnici
Cartaceo
Lingua
Catalano
Soggetto conservatore
Autore trascrizione
Beatrice Schivo
Citazione bibliografica
Pietro Amat di San Filippo, Della schiavitù e del servaggio in Sardegna. Indagini e studi, Stamperia reale della ditta G.B. Paravia e C., Torino, 1894; Salvatore Loi, Prigionieri per la fede: razzie tra musulmani e cristiani (Sardegna secoli XVI-XVIII), S@l Edizioni, Capoterra, 2016.
Autore della riproduzione digitale
Beatrice Schivo
Formato
.jpg
ESC - Ente schedatore
Beatrice Schivo
Autore della scheda
UNICa
Data creazione della scheda
2022-11-18
ha luogo Ambito Territoriale
Cagliari
Diritti d'accesso
Pubblico
hasCopyright
Libero per fini di studio
Collezione
Annotazioni
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