Incanto di schiavi svolto dal 9 al 18 febbraio 1605
Contenuto
Titolo
Incanto di schiavi svolto dal 9 al 18 febbraio 1605
Livello descrittivo
Unità documentaria
Data di inizio
February 9, 1605
Data fine
February 18, 1605
Ambiti e contenuto
Incanto degli schiavi presi dai capitani Andres de Lorca, maiorchino, e Guillelm Prebost, francese, patroni di un brigantino e una tartana, nei mari di Berberia.
L’incanto si fa per ordine del procuratore real Joan Deixar e la prima giornata di vendite è il 15 febbraio.
Si vendono i seguenti schiavi: a Joan Francisco Jorgi uno schiavo di nome Xaban per 393 lire; a Miquel Jorji uno schiavo piccolo (xich) di nome Ali de Madi per 261 lire; al dottor Bonifacio Capay uno schiavo nominato Amet per 345 lire; don Antonio Brondo acquista un altro schiavo piccolo di nome Ali per 273 lire; il dottor Francesch Adceni compra una schiava di nome Axa per 153 lire; Phelipe Sylvestre acquista uno schiavo di nome Morat de Amet proveniente da Bona per 123 lire; uno schiavo il cui nome non è indicato è venduto a Dionis Bonfant per 189 lire e 5 soldi.
Il giorno successivo, 16 febbraio, si prosegue l’incanto e vengono venduti i seguenti schiavi: Amet al dottor Angelo Giagarachio per 348 lire; Say al capitano Andres de Lorca per lo stesso prezzo; uno schiavo di nome Sayeta a Julia’ Tola per 333 lire; a Pere Blancafort si vende uno schiavo di nome Amet per 339 lire e 5 soldi; al reverendo Antonio Marti uno schiavo di nome Sanson, ebreo, per 400 lire.
Due giorni dopo continua l’incanto, il 18 febbraio. Pau Orda acquista Ali per 180 lire; Gaspar Bonato acquista Abraim per 360 lire e 5 soldi; Andreu Ramassa compra Amet per 201 lire; Andreas de Lorca compra un altro schiavo di cui non viene specificato il nome per 90 lire e 5 soldi; Catalina Alemania compra uno schiavo di cui non viene indicato il nome per 161 lire e 5 soldi; Thomas Brondo acquista Ambarch per 360 lire e 5 soldi; Nicolao Cachuto compra uno schiavo senza indicazione del nome per 90 lire e 5 soldi; il dottor Soler compra un altro schiavo senza nome per 192 lire e 5 soldi; Antonio Molarja un altro schiavo senza nome per 303 lire; la viceregina acquista una schiava con un figlio per 200 lire.
Il 16 marzo dello stesso anno si legge la testimonianza di Antonio Trino, genovese, testimone che giura di dire tutta la verità. Egli riferisce che il viaggio di Prebost è avvenuto nel dicembre del 1604 e si è concluso con una presa di mori. Di questi mori uno, di nome Ambarch, è morto. Inoltre dell'ultima presa, fatta nel mese di febbraio, ne sono morti tre: uno che si chiamava Ali e degli altri due riferisce di non sapere il nome. Il testimone dice di essere a conoscenza di queste cose per aver visto morire quegli uomini in prima persona.
Lo stesso giorno viene interrogato un secondo testimone, Sebastianus Palermo di Consevera, che, come il precedente, giura di dire tutta la verità di sua conoscenza. Afferma che dei mori catturati nella presa fatta nel dicembre 1604 dal patrone Guillelm Prebost, ne morì uno che si chiamava Ambarch. Inoltre di quelli catturati nell'ultima presa fatta lo scorso febbraio ne ha visti morire tre, che tuttavia non ricorda. Afferma di avere questa informazione perché li ha visti morire lui stesso.
L’incanto si fa per ordine del procuratore real Joan Deixar e la prima giornata di vendite è il 15 febbraio.
Si vendono i seguenti schiavi: a Joan Francisco Jorgi uno schiavo di nome Xaban per 393 lire; a Miquel Jorji uno schiavo piccolo (xich) di nome Ali de Madi per 261 lire; al dottor Bonifacio Capay uno schiavo nominato Amet per 345 lire; don Antonio Brondo acquista un altro schiavo piccolo di nome Ali per 273 lire; il dottor Francesch Adceni compra una schiava di nome Axa per 153 lire; Phelipe Sylvestre acquista uno schiavo di nome Morat de Amet proveniente da Bona per 123 lire; uno schiavo il cui nome non è indicato è venduto a Dionis Bonfant per 189 lire e 5 soldi.
Il giorno successivo, 16 febbraio, si prosegue l’incanto e vengono venduti i seguenti schiavi: Amet al dottor Angelo Giagarachio per 348 lire; Say al capitano Andres de Lorca per lo stesso prezzo; uno schiavo di nome Sayeta a Julia’ Tola per 333 lire; a Pere Blancafort si vende uno schiavo di nome Amet per 339 lire e 5 soldi; al reverendo Antonio Marti uno schiavo di nome Sanson, ebreo, per 400 lire.
Due giorni dopo continua l’incanto, il 18 febbraio. Pau Orda acquista Ali per 180 lire; Gaspar Bonato acquista Abraim per 360 lire e 5 soldi; Andreu Ramassa compra Amet per 201 lire; Andreas de Lorca compra un altro schiavo di cui non viene specificato il nome per 90 lire e 5 soldi; Catalina Alemania compra uno schiavo di cui non viene indicato il nome per 161 lire e 5 soldi; Thomas Brondo acquista Ambarch per 360 lire e 5 soldi; Nicolao Cachuto compra uno schiavo senza indicazione del nome per 90 lire e 5 soldi; il dottor Soler compra un altro schiavo senza nome per 192 lire e 5 soldi; Antonio Molarja un altro schiavo senza nome per 303 lire; la viceregina acquista una schiava con un figlio per 200 lire.
Il 16 marzo dello stesso anno si legge la testimonianza di Antonio Trino, genovese, testimone che giura di dire tutta la verità. Egli riferisce che il viaggio di Prebost è avvenuto nel dicembre del 1604 e si è concluso con una presa di mori. Di questi mori uno, di nome Ambarch, è morto. Inoltre dell'ultima presa, fatta nel mese di febbraio, ne sono morti tre: uno che si chiamava Ali e degli altri due riferisce di non sapere il nome. Il testimone dice di essere a conoscenza di queste cose per aver visto morire quegli uomini in prima persona.
Lo stesso giorno viene interrogato un secondo testimone, Sebastianus Palermo di Consevera, che, come il precedente, giura di dire tutta la verità di sua conoscenza. Afferma che dei mori catturati nella presa fatta nel dicembre 1604 dal patrone Guillelm Prebost, ne morì uno che si chiamava Ambarch. Inoltre di quelli catturati nell'ultima presa fatta lo scorso febbraio ne ha visti morire tre, che tuttavia non ricorda. Afferma di avere questa informazione perché li ha visti morire lui stesso.
Consistenza
Cc.3
Caratteristiche materiali e requisiti tecnici
Cartaceo
Lingua
Catalano
Soggetto conservatore
Autore trascrizione
Beatrice Schivo
Citazione bibliografica
Pietro Amat di San Filippo, Della schiavitù e del servaggio in Sardegna. Indagini e studi, Stamperia reale della ditta G.B. Paravia e C., Torino, 1894
Autore della riproduzione digitale
Beatrice Schivo
Data della riproduzione digitale
2022/03
Formato
.jpg
ESC - Ente schedatore
Beatrice Schivo
Autore della scheda
UNICa
Data creazione della scheda
2022-12-05
ha luogo Ambito Territoriale
Cagliari
Diritti d'accesso
Pubblico
hasCopyright
Libero per fini di studio
Collezione
Annotazioni
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