Peschiera di Marceddì

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Denominazione

Peschiera di Marceddì
es Pesquera de Marcheddy y mares abiertos

Data

1716

Descrizione

Già denominata Pesquera de Marcheddy y mares abiertos, la peschiera di Marceddì veniva arrendata dal demanio regio sin dal 1716.

Venne arrendata a Salvatore Ghisu il 18 novembre 1728 per tre anni dietro corrispettivo di 125 scudi annui. Garanti del concessionario erano Demetrio Spiga, Francesco Vinci, minore e Giovanni Antiogo Mura.

Nel 1774 venne venduta al cavaliere don Giambattista Ghirisi ad un prezzo inferiore alla rendita annuale calcolata sulla base dei prodotti dei precedenti arrendamenti, perché «esigerebbe una grave spesa per ripararla, nettarla, e metterla in buono stato, spesa, che non conviene assolutamente all’Azienda».
Secondo Vittorio Angius, che la osserva a metà Ottocento, la peschiera di Marceddì era al tempo attiva tutti i giorni, ma la "gran pesca" si faceva una sola volta alla settimana. Veniva condotta da almeno cinque persone (il guardiano, il pesatore, due servi e un cavallante che porta le cose necessarie al vitto e vende pure il pesce).

Per calare una peschiera serviva un investimento di almeno 500 scudi, con i quali si pulivano i canali, si procuravano canne, paliccioni e reti.

Tra marzo e aprile lo stagno veniva messo in collegamento col mare vivo per rifornirlo di pesce.

Tra maggio e giugno si facevano i nuovi cannici. La canna vecchia veniva venduta ai vignaioli che l'adoperavano come sostegno dei tralci.

I servi dlle peschiere percepivano una paga di 24 scudi all'anno, la manutenzione e qualche dono; la paga del pesatore era di 16 scudi maggiore, il guardiano 60 scudi. Nei giorni di magro e di digiuno si dava agli stessi lavoratori su pisci de partis (il pesce di spartimento).

Comune attuale

Terralba

Latitudine

39.72600436438274

Longitudine

8.511825665682165

Autore della scheda

Giommaria Carboni
Giampaolo Salice

Data di creazione della scheda

April 4, 2023

Collezione

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