-
Titolo
-
Sulla fuga degli schiavi
-
Livello descrittivo
-
Unità documentaria
-
Livello superiore
-
Unità archivistica
-
Titolo originale
-
Diverse provvidenze per tener in freno gli schiavi che servono nelle case e per evitar la loro evasione
-
Data di inizio
-
7 luglio 1598
-
Ambiti e contenuto
-
L’Arcivescovo Lasso Sedeño con questa ordinanza riprende precedenti prescrizioni in merito agli schiavi e torna a proibire che essi girino di notte liberamente per Castello e per le appendici di Cagliari in quanto porebbero commettere furti e altri delitti o perfino fuggire. Dopo il suono della preghiera della notte gli schiavi di Castello dovevano rientrare nel Castello e quelli delle tre appendici non potevano lasciare la propria abitazione a eccezione di trovarsi in compagnia del padrone. La pena sarebbe di cento frustate per la prima trasgressione, 200 per la seconda ed essere mandati alla Galera nella squadra del re, perpetuamente, per la terza.
Per la stessa ragione si afferma che gli schiavi non possano andare in giro in gruppo ma al massimo in due, con eccezione di quando si recano alle fontane per compiere servizio al proprio padrone portandogli l’acqua. In caso di contravvenzione alla norma sarebbero puniti con 100 frustate e la condanna ai servizi per la costruzione di opere regie. Ancora l’ordinanza dell’arcivescovo sottolinea, nell’ottica di prevenire le fughe degli schiavi dal Regno, l’obbligo dei padroni di imbarcazioni di tenerle ben legate e custodite e senza armi o utensili da navigazione a bordo. La pena, in caso di mancato rispetto, sarebbe la confisca della barca e l’esilio perpetuo per i padroni delle barche e, per gli schiavi trovati a fuggire con le stesse, la condanna perpetua al remo nelle galere di Sua Maestà. Ancora viene proibito agli schiavi mori di portare con sé armi poiché, si dice, sono soliti affrontarsi in risse e aggredire altri schiavi o perfino cristiani. Si ripropone la norma già più volte emanata per la quale nessuno schiavo, musulmano o convertito, possa recarsi nelle taverne e nessun taverniere, dal canto suo, possa accoglierli: si vuole impedire che si ubriachino, omettendo i propri compiti o perpetrando atti delittuosi.
-
Autore del documento
-
Arcivescovo di Cagliari Alonso Lasso Sedeño, reggente della carica vicereale
-
Consistenza
-
C. 1
-
Caratteristiche materiali e requisiti tecnici
-
Cartaceo; mediocri condizioni di conservazione
-
Lingua
-
Catalano
-
Autore trascrizione
-
Beatrice Schivo
-
Citazione bibliografica
-
Salvatore Loi, Prigionieri per la fede: razzie tra musulmani e cristiani (Sardegna secoli XVI-XVIII), S@l Edizioni, Capoterra, 2016;
Salvatore Bono, Schiavi musulmani nell'Italia moderna. Galeotti, vu' cumprà, domestici, Edizioni scientifiche italiane, Perugia, 1999.
-
ESC - Ente schedatore
-
Beatrice Schivo
-
Autore della scheda
-
UniCa
-
Data creazione della scheda
-
2023-09-23
-
ha luogo Ambito Territoriale
-
Cagliari
-
Diritti d'accesso
-
Pubblico
-
hasCopyright
-
Libero per fini di studio