Famiglia Jorgi: lasciti testamentari e donazioni
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Titolo
Famiglia Jorgi: lasciti testamentari e donazioni
Titolo originale
Joan Francisco Jorgi, discreto possessore di schiavi, quando si trova ormai prossimo alla morte sembra volersi liberare di almeno una parte di quelli che possiede.
Nel marzo del 1611, due schiave cristiane di proprietà di Joan Francisco Jorgi, passano nelle mani della nipote e della cognata di Jorgi per donazione spontanea. Si tratta della nobile Magdalena Torrella e Cascali, che riceve una schiava di nome Maria, e di sua madre donna Sperantia Torrella e Cascali, che riceve Catherina. Quest’ultima dovrà essere liberata al compimento del ventesimo anno di età.
Nel suo testamento, datato all'agosto dello stesso anno, Joan Francisco Jorgi, lascia tutti gli schiavi e le schiave che possiede a sua moglie Angela. Specifica che dovranno servirla per otto anni e, al termine del periodo stabilito, dovranno essere affrancati.
Con alcuni aveva già concordato la manumissione: la vedova Jorgi potrà mantenerli al suo servizio per il tempo rimanente dell’accordo.
Xaba di Annaba, per esempio, beneficiava di una promessa di liberazione concordata con Jorgi: per adempiere alle volontà testamentarie del marito, Angela Jorgi si impegna a rendere libero Xaba secondo le tempistiche indicate nel suo atto di “taglia”.
Due anni dopo, nel 1613, Xarifa di Annaba, un’altra schiava del defunto, decide di trattare la propria liberazione con la vedova. Le consegna 150 lire per mano di Amet, suo marito e schiavo affrancato. Angela Jorgi accetta la trattativa e stabilisce che la schiava debba servire ancora per un solo anno, dopo il quale le verrà abbuonato il tempo rimanente degli otto anni stabiliti nel testamento. Trascorso l’anno, Xarifa dovrà continuare a servire in casa della Jorgi finché lei e Amet non troveranno un modo per tornare in patria.
Un altra clausola del testamento di Jorgi è che anche gli schiavi e le schiave precedentemente donati, alla sua morte dovranno tornare nella disposizione della moglie Angela e servirla per otto anni, per poi essere liberati alla conclusione di quel periodo.
Sperantia Torrella e Cascali, in obbedienza al testamento del cognato, rinuncia ai diritti sulla schiava che aveva ricevuto due anni prima. Catherina, dunque, passa nelle mani di Angela Jorgi e deve servirla per otto anni. Allo scadere del tempo riceverà quattrocento lire per sposarsi e sarà liberata. La restituzione avviene nel 1613, a due anni dalla morte di Jorgi. Inoltre, ricordiamo che nella donazione fatta da Joan Francisco a Sperantia, la clausola prevedeva che Catherina venisse liberata al compimento dei suoi vent’anni di età, che sarebbero caduti nel 1619. Non sappiamo se, con il ritorno sotto la soggezione della famiglia Jorgi, questo rimanga valido. Catherina, sfortunatamente, muore nell’ottobre del 1619. Il suo atto di morte ci informa che aveva ricevuto tutti i sacramenti cristiani. Nel restituire Catherina ad Angela Jorgi, Sperantia Torrella e il marito Melchiorre affermano di aver “sempre apportat y tingut [...] a dita Cathelina molto amor y voluntat”.
Nel 1615 la vedova Jorgi compare nuovamente di fronte al notaio per sancire il destino di un altro degli schiavi ereditati. Joan Baptista è di proprietà della famiglia Jorgi almeno dal 1603, quando riceve il battesimo alla religione cattolica nella Cattedrale di Cagliari con donna Sperantia Torrella e Cascali a fargli da madrina. La padrona decide di abbuonargli la metà degli anni che avrebbe dovuto ancora trascorrere al suo servizio secondo il testamento del fu Joan Francisco. Considerando che lo schiavo ha servito bene e fedelmente per lei per quattro anni, lo libera immediatamente e insieme a lui tutta la sua prole.
Nel marzo del 1611, due schiave cristiane di proprietà di Joan Francisco Jorgi, passano nelle mani della nipote e della cognata di Jorgi per donazione spontanea. Si tratta della nobile Magdalena Torrella e Cascali, che riceve una schiava di nome Maria, e di sua madre donna Sperantia Torrella e Cascali, che riceve Catherina. Quest’ultima dovrà essere liberata al compimento del ventesimo anno di età.
Nel suo testamento, datato all'agosto dello stesso anno, Joan Francisco Jorgi, lascia tutti gli schiavi e le schiave che possiede a sua moglie Angela. Specifica che dovranno servirla per otto anni e, al termine del periodo stabilito, dovranno essere affrancati.
Con alcuni aveva già concordato la manumissione: la vedova Jorgi potrà mantenerli al suo servizio per il tempo rimanente dell’accordo.
Xaba di Annaba, per esempio, beneficiava di una promessa di liberazione concordata con Jorgi: per adempiere alle volontà testamentarie del marito, Angela Jorgi si impegna a rendere libero Xaba secondo le tempistiche indicate nel suo atto di “taglia”.
Due anni dopo, nel 1613, Xarifa di Annaba, un’altra schiava del defunto, decide di trattare la propria liberazione con la vedova. Le consegna 150 lire per mano di Amet, suo marito e schiavo affrancato. Angela Jorgi accetta la trattativa e stabilisce che la schiava debba servire ancora per un solo anno, dopo il quale le verrà abbuonato il tempo rimanente degli otto anni stabiliti nel testamento. Trascorso l’anno, Xarifa dovrà continuare a servire in casa della Jorgi finché lei e Amet non troveranno un modo per tornare in patria.
Un altra clausola del testamento di Jorgi è che anche gli schiavi e le schiave precedentemente donati, alla sua morte dovranno tornare nella disposizione della moglie Angela e servirla per otto anni, per poi essere liberati alla conclusione di quel periodo.
Sperantia Torrella e Cascali, in obbedienza al testamento del cognato, rinuncia ai diritti sulla schiava che aveva ricevuto due anni prima. Catherina, dunque, passa nelle mani di Angela Jorgi e deve servirla per otto anni. Allo scadere del tempo riceverà quattrocento lire per sposarsi e sarà liberata. La restituzione avviene nel 1613, a due anni dalla morte di Jorgi. Inoltre, ricordiamo che nella donazione fatta da Joan Francisco a Sperantia, la clausola prevedeva che Catherina venisse liberata al compimento dei suoi vent’anni di età, che sarebbero caduti nel 1619. Non sappiamo se, con il ritorno sotto la soggezione della famiglia Jorgi, questo rimanga valido. Catherina, sfortunatamente, muore nell’ottobre del 1619. Il suo atto di morte ci informa che aveva ricevuto tutti i sacramenti cristiani. Nel restituire Catherina ad Angela Jorgi, Sperantia Torrella e il marito Melchiorre affermano di aver “sempre apportat y tingut [...] a dita Cathelina molto amor y voluntat”.
Nel 1615 la vedova Jorgi compare nuovamente di fronte al notaio per sancire il destino di un altro degli schiavi ereditati. Joan Baptista è di proprietà della famiglia Jorgi almeno dal 1603, quando riceve il battesimo alla religione cattolica nella Cattedrale di Cagliari con donna Sperantia Torrella e Cascali a fargli da madrina. La padrona decide di abbuonargli la metà degli anni che avrebbe dovuto ancora trascorrere al suo servizio secondo il testamento del fu Joan Francisco. Considerando che lo schiavo ha servito bene e fedelmente per lei per quattro anni, lo libera immediatamente e insieme a lui tutta la sua prole.
Data di inizio
March 1611
Data fine
1615
Segnatura o codice identificativo
ASCa, ANLCA, vol. 1181, cc. 289v-290v, vol. 601, cc. 281r-285v, vol. 602, cc. 142r-145r, , vol. 605, cc. 525r-527v, 830r-833v; vol. 607, cc. 582r-584v; ASCa, ANSCA, vol. 66, s.n.;
ASACa, Q.L., Santa Cecilia, vol. 4, c. 26r, vol. 5, c. 277r
ASACa, Q.L., Santa Cecilia, vol. 4, c. 26r, vol. 5, c. 277r
Caratteristiche materiali e requisiti tecnici
Cartaceo
Lingua
Catalano, latino
Condizioni che regolano l'accesso
Pubblico
Condizioni che regolano la riproduzione
Libera per fini di studio
Soggetto conservatore
Archivio di Stato di Cagliari, Archivio Storico dell'Arcidiocesi di Cagliari
Autore trascrizione
Beatrice Schivo
Autore della riproduzione digitale
Beatrice Schivo
Autore della scheda
Beatrice Schivo
Data creazione della scheda
2024-11-23
Collezione
Annotazioni
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