Fuori dal Regno: viaggi di schiavi tra la Sardegna e la penisola iberica

Contenuto

Titolo
Fuori dal Regno: viaggi di schiavi tra la Sardegna e la penisola iberica
Data di inizio
1607
Soggetto conservatore
Archivio di Stato di Cagliari
Data fine
1625
Storia
Nel 1607 la viceregina donna Marina Bou, contessa del Real, moglie di don Luis de Calatayud è la mandante di un viaggio da Cagliari alla città di Valencia.
Donna Marina intende donare o vendere uno dei suoi schiavi, un giovane di nome Luis, cristiano di circa quattordici o quindici anni, di origine araba e dalla carnagione scura. Per questo viaggio, affida Luis al suo servitore Gaspar Seo e lo fa imbarcare sulla nave del capitano francese Urban de Quil.

Nel 1609, i Marchesi di Quirra Christofol Centelles e sua moglie donna Alemanda Carròs lasciano la Sardegna per trasferirsi a Valencia, loro città natale.
Prima di partire il marchese acquista alcuni schiavi e, una volta giunto nella città iberica deve dimostrare di aver pagato le tasse reali sul loro acquisto.
Il notaio Joseph Erasmus si reca nell’abitazione di don Centelles descrive così gli schiavi: Alí, moro di diciotto anni, alto, giovane, bianco, con l'orecchio destro forato e con un segno sulla mano destra, acquistato da una presa fatta da alcuni corsari nizzardi e venduta nella città di Cagliari; Amet, sedici anni, cuoco, senza barba e con l'orecchio destro forato, acquistato dal corsaro Andreu de Lorca; Francesc Bonaventura, vent’anni, con la barba nera, un segno tra le sopracciglia e un altro sul braccio destro all’altezza del polso, acquistato anch’egli dal corsaro Andreu de Lorca, battezzato e catechizzato da don Christofol nel 1604; un altro Amet di tredici anni, bianco, con un segno nero sulla parte superiore del naso e un segno tra le sopracciglia, anche lui acquistato dalla presa di Andreu de Lorca.
Questo inventario deve essere consegnato in Bailia generale insieme ai documenti che attestano il pagamento del quinto reale.

Nel 1610, Joan Baptista Carta, cittadino di Cagliari, si imbarca sulla nave del patrone francese Uguet Steva che ha come destinazione la Spagna.
Per ricevere assistenza durante la navigazione di andata e, “a nostro Signore piacendo”, in quella di ritorno, Carta porta con sé uno schiavo di proprietà di suo padre, Miquel Angel Carta.
Barthomeu è uno schiavo cristiano di circa trentatré anni, di media statura, con la barba corta e col viso rugoso. La documentazione attesta che il padre di Joan Baptista possiede legalmente Barthomeu, avendone pagato il quinto reale nella città di Cagliari, e non esiste alcun impedimento affinché Barthomeu possa essere condotto nel Regno di Valencia e da lì nei regni castigliani, in base alle necessità di Joan Baptista Carta.

Quindici anni dopo è la marchesa di Almonacir, moglie del viceré di Sardegna Antonio Ximénez de Urrea, a far spostare alcuni schiavi da Cagliari a Valencia.
Tramite il valenciano Francisco Cervesco, cinque schiavi vengono presentati al Bailo insieme alla documentazione che attesta l’avvenuto pagamento del quinto reale sul loro acquisto.
Gli schiavi sono: Amor, negro di trentacinque anni circa; Pray, color “mela cotogna cotta”, di ventidue anni; Amet, negro, di quarantacinque anni con il volto magro; Fatima, negra di quarant’anni; Mauruca, trent’anni, negra, con due segni sul volto.
Lingua
Valenciano
Caratteristiche fisiche del documento
Cartaceo
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Pubblico
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Libero
Trascritto da
Beatrice Schivo
Autore
Beatrice Schivo
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