Torre di Foxi

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Denominazione
it Torre di Foxi
Data
1585
Descrizione
it La Torre di Foxi sorge sul litorale di Quartu Sant’Elena, nella località nota come Sa Forada de sa Tiacca, a pochi metri dal mare di Foxi e lungo la Strada Provinciale 17 che conduce a Villasimius. La sua posizione, a circa 1,50 metri sul livello del mare, consente di dominare la foce del rio Foxi, in un punto strategico per il controllo costiero e la difesa del golfo di Cagliari.

Il toponimo “Foxi” deriva probabilmente dalle espressioni medievali Foja Chichis e Fogu Sissia, che significano “foce del rio Sixiu”. Già nel 1365 compare in un documento che ricorda “lo salt de Xixiu de sota Fox”, appartenente ai beni della curia arcivescovile di Cagliari. In epoca moderna la torre viene menzionata in varie fonti, tra cui le relazioni del viceré Michele Moncada del 1578, che ne prevedevano la costruzione “nelle marine di Quartu e Mara con due uomini pagati da Mara”. La torre compare poi nella carta del viceré Vivas del 1625, che documenta la rete di fortificazioni costiere del Regno di Sardegna.

La torre aveva una funzione speculatoria: serviva cioè come punto di avvistamento per segnalare incursioni di corsari o navi nemiche, comunicando visivamente con le torri di Sant’Andrea, Carcangiolas e Mezzaspiaggia. La guarnigione era formata da due uomini di guardia, incaricati di sorvegliare la foce del Rio Foxi, da cui spesso partivano incursioni verso l’entroterra di Sinnai, Quartu e Quartucciu.

Durante il XVIII secolo la torre subì un progressivo abbandono. Nel 1793, durante la spedizione francese dell’ammiraglio Truguet, le truppe sbarcarono nella vicina località del Margine Rosso, e la torre venne occupata senza resistenza, divenendo in seguito un piccolo cimitero per i caduti francesi. Nel 1794, con la costruzione del nuovo forte del Margine Rosso, la torre fu definitivamente dismessa e abbandonata.

La struttura architettonica della Torre di Foxi è di modeste dimensioni: presenta una pianta circolare con un diametro di circa sette metri alla base e un’altezza media di otto metri. La sua forma è troncoconica, con una lieve svasatura del 6-7% e una zoccolatura appena accennata. È costruita in pietrame granitico, con inserti di porfido e arenaria, disposti a fasce sub-orizzontali e legati con malta di calce aerea. I muri, spessi oltre un metro, testimoniano la robustezza della costruzione.

L’articolazione interna segue lo schema classico delle torri costiere sarde: tre livelli sovrapposti con cisterna al piano inferiore, un ambiente voltato al secondo livello e la piazza d’armi sulla sommità, raggiungibile tramite una botola. L’unico ingresso, posto a circa cinque metri dal suolo, era accessibile attraverso una scala di corda o di legno, facilmente ritirabile in caso di pericolo per isolare la guarnigione.

Nel corso dei secoli la torre ha subito gravi danni strutturali a causa dell’erosione marina e dell’esposizione ai venti. Le fondazioni sul lato mare risultavano scoperte e compromesse, e solo agli inizi degli anni Novanta del Novecento si procedette a un importante intervento di restauro, progettato dall’ingegnere Giorgio Cavallo. L’obiettivo era consolidare la struttura e proteggere il monumento con un muretto in pietra capace di resistere alle mareggiate. I lavori, avviati nel febbraio 1991 dalla ditta Collu Giovanni, furono seguiti dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici, che impose la conservazione delle murature originali e degli intonaci superstiti.

Oggi la Torre di Foxi è facilmente raggiungibile da Quartu Sant’Elena: si può accedere da via Cipro, nei pressi del complesso commerciale Bellavista, oppure da via S’Oru e Mari, costeggiando gli impianti sportivi dell’hotel Califfo e percorrendo la spiaggia fino alla torre. Un cartello turistico, installato solo di recente, ne segnala la presenza.

Sopravvissuta alla distruzione delle torri di Sant’Andrea (demolita negli anni Sessanta) e di Carcangiolas (danneggiata da una mareggiata negli anni Settanta), la Torre di Foxi resta oggi l’unica testimonianza integra delle fortificazioni costiere di Quartu Sant’Elena. È un importante simbolo del sistema difensivo costiero sardo e della memoria storica delle comunità che per secoli hanno vissuto in stretto rapporto con il mare.
Comune attuale
Quartu Sant'Elena
Latitudine
it 39.21773085218818
Longitudine
it 9.244939659491108
Fonti archivistiche
Archivio di Stato di Cagliari, Regia Segreteria di Stato e Guerra, I Serie, vol. 279, cc. 91-94;
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari, faldone CA/60 – (7) – (2-6), fascicolo CA/60 – (7) – 5 Comune di Quartu Sant'Elena. OGGETTO – TORRE DI FOXI, sotto fascicolo TORRE FOXI – LOC. “SA TIACCA” – QUARTU SANT’ELENA
SABAP-CA, faldone CA/60 – (7) – (2-6), fascicolo CA/60 – (7) – 5 COMUNE – QUARTU SANT’ELENA. OGGETTO – TORRE DI FOXI, sotto fascicolo PROGETTO DI SISTEMAZIONE E RESTAURO DELLA TORRE FOXI IN LOCALITÀ “SA TIACCA”
Citazione bibliografica
Ioannis Francisci Farae De chorographia Sardiniae, Libri duo
Fois Foiso, Torri spagnole e forti piemontesi in Sardegna: contributo alla storia dell'architettura militare, Cagliari, La Voce Sarda, 1981, p. 69
Montaldo Gianni, Le torri costiere della Sardegna, Sassari, Carlo Delfino editore, 1992, p. 52, pp. 112-119, p. 459
Russo Flavio, La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo, Roma, Stato maggiore dell'esercito, 1992
Rassu Massimo, Guida alle torri e forti costieri, Cagliari, Artigianarte, 2000, p. 55
Rassu Massimo, Sentinelle del mare: le torri della difesa costiera della Sardegna, Dolianova, Edizioni grafiche del Parteolla, 2005
Altara Edoardo, Guida alle torri costiere della Sardegna: 1000 anni d'incursioni barbaresche, Cortona, Calosci, 2007, p. 148
Giannattasio Caterina, Grillo Silvana, Murru Stefania, Il sistema di torri costiere in Sardegna (16.-17. sec.): forma, materia, tecniche murarie, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2017, p. 153
Autore della scheda
Elisa Roberta Atzeni - Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio (2025)
Michele Ciudino - Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio (2024)
Data di creazione della scheda
02/04/2023