La diaspora greco-albanese nei principati italiani
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Nel Regno di Napoli
Nell’estate del 1535 Carlo V, re di Spagna e imperatore del Sacro Romano Impero visita il regno di Napoli e affronta la situazione dei rifugiati greco-albanesi, che in grande numero si erano rifugiati nel regno a seguito della occupazione ottomana della cittadina di greca di Corone.
I coronesi formavano un gruppo piuttosto eterogeneo, formato sia da greci che da albanesi. Nel 1536, Carlo V concede a questa ampia comunità dispersa nel regno di Napoli lo status di "nazione" con specifici privilegi e franchigie.
I rifugiati levantini si installano preferibilmente nelle aree rurali, dove più agilmente possono sottrarsi alle istituzioni preposte al controllo dei comportamenti sociali e religiosi e perché avrebbero potuto godervi esenzioni e franchigie.
Nel Granducato di Toscana
Nel dicembre 1580 un gruppo di albanesi spedisce dalla cittadina di Chimarra (in albanese Himarë, in greco Χειμάρρα, Himarra) un dispaccio a Francesco I Granduca di Toscana.
Gli albanesi, che si dichiarano discendenti diretti di Giorgio Castriota Scanderberg, chiedono sostegno militare contro gli Ottomani, ma si dichiarano al contempo disponibili a trasferirsi in Toscana e diventare sudditi del Granduca. Francesco I accoglie questa seconda richiesta e progetta di stanziare gli albanesi nei pressi dell'attuale borgo di Paganico.
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