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Delibera comunale per la costruzione di una nuova chiesa parrocchiale Proposta per la costruzione di una nuova chiesa parrocchiale dopo il crollo nel 1816 della chiesa di sant'Andrea
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Cimitero nuovo
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Ruderi della Chiesa di San Giacomo Ruderi della Chiesa di Santu Jacu. Sono ancora parzialmente integri i muri perimetrali della navata, con una nicchia e alcuni accenni visibili di decorazione muraria.
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Chiesa San Giovanni Battista Sappiamo dalle fonti che la chiesa sorse nel Settecento, nel luogo dove sorgeva l'antica chiesa di San Sisto. Il nuovo edificio venne dedicato a San Giovanni Battista, che è anche il protettore del Convento francescano che fu annesso al Santuario. La vecchia costruzione, secondo un antico documento conservato nella biblioteca di Orani, era stata restaurata ed ampliata nel 1628 da padre Leonardo Carta a sue spese ma alla fine del Seicento era pericolante e inagibile. Anche per questa costruzione occorsero molti anni, specialmente per portare a termine alcune cappelle laterali e il coro, che risulta in costruzione ancora nel 1730.
L'interno è composto da un'aula mononavata, con la zona presbiteriale più stretta e sopraelevata, dove si trova l'altare maggiore in marmo, addossato alla parete con la statua lignea di San Giovanni Battista. Delimita la zona presbiteriale una balaustra marmorea di fine Settecento e alla base della scala due leoncini in stucco policromo.
Le cappelle sono sei, tre per lato, e la cappella di San Francesco era sotto il patronato della famiglia Angioi. Il pulpito ligneo, ampiamente verniciato, poggia su una colonna di granito rosso ed è addossato al secondo pilastro a destra dell'altare. Nel decoro del pannello centrale è scolpito lo stemma francescano: la croce di Gesù abbracciata dal braccio sinistro di San Francesco, che riceve le stigmate, e dal braccio destro di Gesù.
All'esterno un arioso pronao e il campanile a pianta quadrata, che ben si armonizza con tutto il complesso. Caratteristica è l'ampia piazza, tipica dell'architettura conventuale. Anticamente un loggiato occupava il lato ovest, demolito in periodo fascista per poter costruire l'edificio chiamato Casa del fascio, sede del partito durante la seconda guerra mondiale.
Dopo la soppressione degli ordini religiosi (1866) e l'incameramento dei beni da parte dello Stato, il convento passò al Comune che lo utilizzò in vari modi: scuole, pretura, carceri mandamentali. Oggi l'antica struttura è divenuta la sede del municipio mentre alla popolazione rimane la concessione della chiesa per poter officiare la messa.
Esaminando le planimetrie dell'edificio elaborate dai vari progettisti che hanno operato ai lavori di restauro e adeguamento, è individuabile la disposizione del primo piano. Questo ha la forma a L rovesciata con due lunghi corridoi centrali e si possono ancora individuare le celle o camere, circa 14 o 15. Il piano terra è quello che ha subito maggiori modifiche e risulta perciò difficile stabilire quali fossero le stanze della comunità francescana; tuttavia all'interno si possono ancora vedere alcune antiche finestre, qualche porta e la cupola emisferica che univa i due lunghissimi corridoi, dove si affacciavano le stanze della clausura.
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Chiesa rurale dello Spirito Santo La chiesa dello Spirito Santo è attestata per la prima volta in un testamento del 3 luglio 1696. La ritroviamo poi in un altro testamento del 1735.
L'edificio consta di un'unica navata divisa in quattro campate da archi traversi ogivali. Gli archi sono fatti in trachite come i pilastri su cui poggiano.
Le campate hanno copertura a spioventi come quelle della chiesa dì Santa Croce, mentre l'abside quadrangolare è voltata a crociera.
L'area presbiteriale è corredata da altare in granito e da un'edicola di foggia classicheggiante. È presente un portale in trachite centinato.
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Monte granatico - Ex chiesa di Sant'Ambrogio
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Chiesa San Giuseppe Il terreno per la chiesa venne donato da donna Valentina Nieddu di Nuoro. Nel 1962 la via crucis della chiesa venne spostata alla chiesa di Sant'Andrea Apostolo, e per rimediare Francesco Delitala consegnò alla chiesa 2 affreschi raffiguranti la vita di San Giuseppe. In quello a sinistra vi è rappresentato San Giuseppe che lavora il legno, essendo egli un falegname. In quello a destra invece vi sono raffiguranti San Giuseppe, Santa Maria e il loro figlio Gesù mentre fuggono in Egitto. Un tempo vi era presente una porta che collegava la chiesa al Pio Istituto San Giuseppe di Orani. Oggi la porta è rimpiazzata da un armadio
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Chiesa di Sant'Andrea Apostolo La chiesa di Sant'Andrea è una delle più tarde realizzazioni di forme neoclassiche in Sardegna con un orientamento prevalentemente palladiano.
L'architetto Giacomo Galfrè rielabora in chiave monumentale un motivo già sperimentato nella fontana di Bitti: il pronao tetrastilo timpanato che nella chiesa oranese risulta aggettante rispetto al corpo di fabbrica e retto da colonne tuscaniche. L'interno è ampio e luminoso, caratterizzato da una pianta a croce greca; all'incrocio dei bracci è impostata la cupola emisferica con terminazione a lanternino.
Una trabeazione aggettante e modanata percorre il perimetro dell'edificio; sulle pareti lesene e semicolonne ioniche scandiscono le superfici. All'interno sono custodite importanti opere d'arte: la pala d'altare realizzata da Mario Delitala; il pulpito seicentesco in marmo intarsiato, proveniente dall'antica parrocchiale; il pulpito ligneo che apparteneva alla chiesa del Rosario e un prezioso retablo datato alla fine del XVI sec.
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Intervista a Sandra Paddeu Temi trattati: storia dei canti popolari e devozionali a Orani fino alla contemporaneità; storie di emigrazione, ritorno in paese e crisi.
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Intervista a Gonaria Ziranu Temi trattati: contese per il santuario di Gonare; la chiesa scomparsa di Santa Rosa; gli sfollati cagliaritani a Orani nel 1943. Le famiglie oranesi più importanti; lavoro e servitù a Orani; il fidanzamento; la balentia.
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Chiesa abbandonata di Sant'Andrea e "torre pisana" La chiesa è in stile gotico sardo e venne costruita come parrocchiale. La costruzione iniziò nel XVI secolo e ebbe termine agli inizi del XVII secolo. Il campanile venne fabbricato nel Cinquecento sul modello di quello dell'allora chiesa parrocchiale di Sanluri, oggi sostituita dalla Chiesa Madonna delle Grazie.
Nella prima metà del XIX la chiesa dedicata a Sant'Andrea Apostolo venne abbandonata. Venne successivamente edificata una nuova parrocchiale al centro di Orani. Diversi censi rinvenuti nell'archivio parrocchiale del paese ci indicano che la prima parrocchiale era dotata delle cappelle delle Anime del Purgatorio, della Visitazione e della Beata Vergine.
Oggi rimangono ruderi della chiesa, mentre il campanile a pianta quadrata rimane in buono stato.
Nel cortile sono presenti lapidi e all'interno della chiesa vi è un cimitero coperto. Sono osservabili diversi affreschi sia dentro che fuori la sagrestia, ma sono tutti gravemente danneggiati.
Il soprannome Campusantu Betzu deriva dal fatto che nel XIX secolo l'area venne utilizzata come cimitero. Recenti lavori di rinforzo hanno consentito di preservare il campanile.
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Chiesa di San Lorenzo Il catalogo dei Beni Culturali indica, per le caratteristiche tecniche visibili dall'esterno, che la costruzione potrebbe farsi risalire ad un periodo compreso tra il XVII ed il XIX secolo. La chiesa è stata ristrutturata nel 2020. A pianta rettangolare monovanata, presenta una porta in legno come entrata principale. A fianco all'entrata principale un piccolo cancello di ferro si apre su un corridoio che conduce ad un'entrata secondaria, con una porta di legno identica a quella dell'entrata principale. All'interno, al momento attuale, l'unico elemento d'arredo è l'altare litico, poiché i lavori di ristrutturazione non sono ancora stati conclusi.
La testimonianza orale della prioressa della chiesa, Pasqualina Borrotzu, ci regala qualche importante informazione sul culto di san Lorenzo. Ci racconta che non esiste una vera e propria festa né una processione. Si celebra invece la messa - sempre molto partecipata - seguita da un piccolo rinfresco e spesso si usa fare un triduo di preparazione alla ricorrenza del santo.
A proposito di Santu Labretzu, ci racconta ancora, si tramanda la leggenda che, sotto l'attuale altare, fosse custodito un "iscusorgiu", un tesoro d'oro. Che questa leggenda sia stata tramandata a lungo ci viene confermato durante la chiacchierata con Tottoni Pinna, Gigina Chironi, tzia Grazietta Mastio, Luigi Paddeu, Gianni Demontis e Tonino Puddu.
Un'altra tradizione orale raccontata ad Orani vuole che la chiesa di Santu Labretzu fosse, nei piani di Costantino Nivola, la sede prescelta per la realizzazione di un suo progetto plastico-architettonico del 1982-83: la Cappella del Corpo di Cristo.
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Su Rosàriu. Un frammento audio Registrazione audio di parte del Rosario in lingua sarda in occasione della processione di Corpus Domini, comprendente: l'Ave Maria, il Gloria al Padre, alcune giaculatorie
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Bottoni sardi Questa tipologia, con calotta inferiore di forma semisferica e superiore conica, viene definita "a pigna" e ha un'area di diffusione circoscritta al nuorese.
Argento, placcato in oro con pasta vitrea
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Gioiello sardo
Oggetto in filigrana per costume sardo
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Maschera de Su Bundhu Maschera tradizionale del carnevale di Orani
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Rosario Rosario in madreperla
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Juan Antonio Satta processato dall'Inquisizione Petizione presentata da Juan Antonio Satta, nativo e residente a Orani, al Consiglio della Suprema Inquisizione, per chiedere la revisione della condanna a cinque anni di bando inflittagli dal Tribunale dell'Inquisizione di Sardegna per aver aiutato alcuni prigionieri evasi dalle prigioni segrete del suddetto tribunale.
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Costruzione del campanile di Sant'Andrea Memoriale di Giacomo Manca (Jaume Manqua), muratore, presentato contro la città di Orani per chiedere il pagamento della fabbrica del campanile per la chiesa di Sant'Andrea che egli ha realizzato, sul modello del campanile della parrocchiale di Sanluri.