Battaglia di Lepanto
Media
Parte di Chiesa del Rosario
Titolo
Battaglia di Lepanto
Autore dell'opera
Pietro Antonio Are e Gregorio Are
Definizione
Particolare ricco di domande, specie per un ciclo decorativi creato a metà XVIII secolo, la presenza di due rappresentazioni della battaglia di Lepanto, poste nell'area più vicina al presbiterio. Lo scontro navale del 1571, evento diventato iconica vittoria nel mondo cristiano nel conflitto tra questo e l'impero Ottomano è immortalato a volo d'uccello, mostrando i velieri e il mare, accenni alla battaglia e colpi di cannone.
Benché l'importanza militare del confronto sia stata minore delle speranze riposte in essa dalla coalizione occidentale, volte a segnare una svolta e arrestare l'espansione turca tra Europa e Mediterraneo, essa ha rappresentato un salto psicologico per i combattimenti cristiani, portando una ventata di positività e allontanando "il turco alle porte".
Immediatamente dopo questo fatto è stato contruito un vero e proprio trionfo di propaganda sull'evento. A sospingere il mito della vittoria della fede sono stati principalmente i due maggiori protagonisti della Lega Santa: Repubblica di Venezia e Impero spagnolo, sostenuti dalla chiesa cattolica. Se il trionfo del fronte occidentale si deve alla Madonna del Rosario, secondo la leggenda comparsa nei cieli della costa greca, il culto si trova improvvisamente alla ribalta in tutti i territori d'Europa, in primis in quelli legati agli Asburgo. In questo contesto la battaglia entra in pieno nel repertorio iconografico religioso come miracolo e le rappresentazioni si moltiplicano fra fine cinquecento e inizi seicento.
Considerando questi dati storici di base la creazione di ciclo appare fuori contesto due secoli dopo. La Sardegna di meta settecento è ormai governata, da quasi mezzo secolo, da una diversa dinastia rispetto ai sovrani che la controllavano dalla fine del medioevo. I nuovi regnanti piemontesi tentano di imporre una marcata differenza rispetto ai re di Spagna e sono perciò lontani dall'epica della grande battaglia finanziata da Filippo II. La sopravvivenza del mito di Lepanto è quindi posta in discussione.
A questo punto sorge spontanea la domanda: come mai in una chiesa di un territorio controllato dalla dinastia dei Savoia ha spazio nell'apparato decorativo la rappresentazione della battaglia oltre un secolo e mezzo prima? Non esiste una risposta semplice. Un ciclo pittorico ecclesiastico viene deciso da più parti, tutte in causa nell'edificio. Una possibile e semplice spiegazione potrebbe essere che i decisori abbiano optato per l'iconografia di uno dei miracoli più impattanti della Madonna del Rosario. Ma l'immagine è al contempo carica di ulteriori significati e la motivazione potrebbe essere altra.
Benché l'importanza militare del confronto sia stata minore delle speranze riposte in essa dalla coalizione occidentale, volte a segnare una svolta e arrestare l'espansione turca tra Europa e Mediterraneo, essa ha rappresentato un salto psicologico per i combattimenti cristiani, portando una ventata di positività e allontanando "il turco alle porte".
Immediatamente dopo questo fatto è stato contruito un vero e proprio trionfo di propaganda sull'evento. A sospingere il mito della vittoria della fede sono stati principalmente i due maggiori protagonisti della Lega Santa: Repubblica di Venezia e Impero spagnolo, sostenuti dalla chiesa cattolica. Se il trionfo del fronte occidentale si deve alla Madonna del Rosario, secondo la leggenda comparsa nei cieli della costa greca, il culto si trova improvvisamente alla ribalta in tutti i territori d'Europa, in primis in quelli legati agli Asburgo. In questo contesto la battaglia entra in pieno nel repertorio iconografico religioso come miracolo e le rappresentazioni si moltiplicano fra fine cinquecento e inizi seicento.
Considerando questi dati storici di base la creazione di ciclo appare fuori contesto due secoli dopo. La Sardegna di meta settecento è ormai governata, da quasi mezzo secolo, da una diversa dinastia rispetto ai sovrani che la controllavano dalla fine del medioevo. I nuovi regnanti piemontesi tentano di imporre una marcata differenza rispetto ai re di Spagna e sono perciò lontani dall'epica della grande battaglia finanziata da Filippo II. La sopravvivenza del mito di Lepanto è quindi posta in discussione.
A questo punto sorge spontanea la domanda: come mai in una chiesa di un territorio controllato dalla dinastia dei Savoia ha spazio nell'apparato decorativo la rappresentazione della battaglia oltre un secolo e mezzo prima? Non esiste una risposta semplice. Un ciclo pittorico ecclesiastico viene deciso da più parti, tutte in causa nell'edificio. Una possibile e semplice spiegazione potrebbe essere che i decisori abbiano optato per l'iconografia di uno dei miracoli più impattanti della Madonna del Rosario. Ma l'immagine è al contempo carica di ulteriori significati e la motivazione potrebbe essere altra.
Stato di conservazione
Restaurato
Localizzazione geografico-amministrativa attuale
Chiesa del Rosario
Collocazione specifica
Orani
Cronologia generica
1750
ECP - Ente competente per tutela
Sopraintendenza
Documentazione fotografica
Digitale
Autore della riproduzione digitale
Alice Deledda
Data della riproduzione digitale
22/06/2022
Formato
Jpeg
Dimensioni dell'immagine
960 x 1280
Dimensione del file
206.4 KB
ESC - Ente schedatore
Autore della scheda
Marta Melis
Data
24/06/2022
Licenza d'uso
Libera
Annotazioni
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