Lisandra. Una chiesa e una santa scomparse

a cura di Martina Porcu

Luoghi irrisolti

A Sant’Antioco ci sono luoghi irrisolti che evocano memorie del passato, testimonianze della presenza di popoli venuti dal mare e che qui hanno imposto la propria presenza costruendo infrastrutture e architetture quali porti, luoghi di culto o di socialità.

E, secondo un fenomeno niente affatto insolito, su queste strutture altri popoli hanno a loro volta sottolineato la propria presenza, facendo a volte tabula rasa, altre volte riutilizzando e riadattando al proprio gusto le antiche preesistenze. Uno di questi luoghi è la Chiesa di Santa Lisandra o Santa Isandra o Isandàra o ancora Alessandra.

Una chiesa scomparsa già alla fine del Settecento, ma di cui si conserva ancora oggi il toponimo e sempre più rare memorie orali.  

Il primo contatto che ho avuto con questa storia è stato il primo giorno del campo estivo, quando la dottoressa Sara Muscuso, la prima ad accoglierci  nella sede del Montegranatico, la nostra sede operativa, ci racconta che un oggetto interessante da indagare, per ricostruire la storia del rapporto della comunità di Sant’Antioco con il mare, è la chiesa scomparsa di Santa Lisandra. Affascinata da questo racconto decido di occuparmene, ma l’impresa si presenta subito ostica.

Studi editi

La mia ricerca inizia dal reperimento delle scarse fonti bibliografiche, facilmente reperibili sul web. Tra i primi risultati vi è l’articolo di Sara Muscuso dal titolo Ricognizioni di superficie presso la fascia costiera e pericostiera della laguna di Sant’Antioco

La ricerca è incentrata sulla comprensione della profonda relazione che unisce l’insediamento urbano di Sulky/Sulci al mare, attraverso l’individuazione di eventuali installazioni portuali o punti d’approdo funzionali allo sfruttamento delle risorse territoriali nella stessa località in cui un tempo si trovava la chiesa di Santa Lisandra.

Altre informazioni sull’argomento si trovano nell’articolo di Michele Guirguis, Una struttura sommersa nella laguna di Sulky (Sant’Antioco - Sardegna).  Da queste fonti emerge come l’analisi sul campo, condotta nel 2014 presso il litorale della laguna di Sant’Antioco e l’analisi della cartografia storica offrono un’interessante lettura dei cambiamenti della linea di costa rispetto alla situazione attuale.

Notizie dalla cartografia

Ma è soprattutto la cartografia storica analizzata a restituirmi importanti informazioni sul toponimo di Santa Lisandra che non appare per nulla univoco.

A seconda delle carte si può trovare P. S. Lisandra, P. Casada e P. S. Alessandro, S. Lisandra. Una carta, in particolare, attira la mia attenzione la Carta della Peschiera di Palmas che restituisce uno stato dei luoghi al 1793.  Vengo a sapere che nella sede dell’archivio comunale di Sant’Antioco esiste un murales che riproduce a grande dimensioni e in maniera leggibile questa carta e decido di andare a consultarla.

Una volta visionato il murales e scattato qualche fotografia, entro in archivio a chiedere informazioni sulla chiesa. Mi accoglie il direttore Marco Massa, che mi spiega che una ricerca archivistica su questa chiesa è un'impresa impossibile in così pochi giorni, ma gli viene in mente un lavoro condotto nel 2006 dalla 3A della Scuola Media “Mannai” di Sant’Antioco, coordinato dalla Professoressa Rosalba Cossu.
 

Mappa della Peschiera del Golfo di Palmas

Mi porta una tesina che raccoglie i risultati di questo appassionato lavoro. Questo fa parte di un progetto più grande dal nome I luoghi della storia, che prevedeva il recupero della memoria e la valorizzazione di alcuni siti particolari del patrimonio archeologico locale.

Un lavoro di recupero della memoria storica che ha permesso di prendere coscienza delle testimonianze storiche attraverso la consultazione di fonti scritte, cartografiche, fotografiche e memorie orali, come ad esempio quelle di un anziano locale che li ha guidati alla scoperta dei resti dell’antica chiesa di Lisandra, situata nei pressi della località “Sa Barra”.

Intervista a Rosalba Cossu

La memoria orale

Poiché l’anziano signore descritto in questa storia è morto, ho deciso di mettermi in contatto con la professoressa, oggi in pensione, che lo ha conosciuto. Rosalba Cossu si dimostra subito molto disponibile, nonostante i suoi numerosi impegni, e mi invita ad andare a casa sua per un’intervista. Mi accoglie nello studio di casa sua, finemente arredato con mobili antichi intagliati di grande pregio.  L’intervista dura più di un’ora, durante la quale racconta, a tratti commossa, i suoi oltre 20 anni di insegnamento presso la scuola media "Mannai" di Sant'Antioco. Il racconto prosegue  con la descrizione dell'esperienza di studio e ricerca sul campo che ha svolto con i suoi allievi della classe 3A nell’a.s. 2005-2006 relativi al “Ponti Mannu” e, quasi per caso, della chiesa distrutta di Santa Isandra o Lisandra.

Ruderi della Chiesa distrutta di Santa Lisandra

Ruderi della Chiesa distrutta di Santa Lisandra

Quel che resta di una chiesa scomparsa

Raccolte tutte le testimonianze esistenti, bibliografiche, cartografiche e orali, non mi resta che andare alla ricerca dei resti dell’antica chiesa, la quale dalla carte, come si è visto, risulta già distrutta alla fine del Settecento.

Mi accompagnano due colleghe del LUDiCa, Elisa Cauli e Claudia Orrù. La ricerca parte dal confronto con la vecchia cartografia e l’immagine satellitare di google maps, cerchiamo di individuare l’antico fiume di Santa Lisandra oggi non più esistente, quindi impresa quasi impossibile.

Durante la ricerca su google maps ci incuriosisce l’immagine dall’alto di un rettangolo, costruito con blocchi di pietra quadrangolari, concluso su uno dei lati corti da un elemento semicircolare. Con grande entusiasmo speriamo di aver trovato i resti della chiesa con tanto di abside e di altare, ma giunti sul luogo, il proprietario del terreno ci dice che si tratta di un’aiuola fatta da lui qualche anno prima.

Scoraggiate e anche un po 'imbarazzate torniamo al campo.
A venirmi in aiuto è allora Sara Muscuso che mi indica il punto esatto in cui dovrebbero trovarsi i resti della chiesa. La mattina dopo, insieme ad Elisa,  andiamo nuovamente alla ricerca di Santa Lisandra.

Troviamo solo pochi massi allineati e dislocati lungo la costa paludosa della laguna in cui abbiamo coraggiosamente affondato i piedi. Appare chiaro allora che i toponimi di Santa Alessandra, Lisandra o Isandra e le stesse memorie orali locali, continuano a tramandare il remoto ricordo di un luogo di culto.

Solo scavi stratigrafici potranno chiarire la natura dell'insediamento e le trasformazioni intercorse nei secoli. Per ora ci accontentiamo di camminare in questi luoghi, frutto di trasformazioni a noi ignote, con sentimento nostalgico evocato dal loro stato di rudere e dalla presenza del mare al quale affidiamo i resti e la storia di questa chiesa perduta.

Bibliografia

M. Guirguis, Michele., Una struttura sommersa nella laguna di Sulky (Sant’Antioco - Sardegna), in  «Sardinia, Corsica et Baleares Antiquaei», 9 (2011), pp. 87-102».
 
S. Muscuso, Ricognizioni di superficie presso la fascia costiera e pericostiera della laguna di Sant’Antioco, in «Quaderni», 27 (2016), pp. 409–38.