Apertura del Museo delle Migrazioni di Pettinengo
Contenuto
Titolo
Apertura del Museo delle Migrazioni di Pettinengo
Data di inizio
September 29, 2018
Titolo originale
Apertura straordinaria del Museo delle Migrazioni di Pettinengo
Ambiti e contenuto
Articolo sull'esposizione, in data 29 e 30 settembre 2018, dell'originale in marmo della statua La madre dell'ucciso al Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli di Pettinengo
Autore del documento
Gianni Cilloco
Lingua
Italiano
Condizioni che regolano l’accesso
Pubblico
Citazione bibliografica
Autore della riproduzione digitale
Formato
.html
ESC - Ente schedatore
Creatore
Francesca Melas
Data di creazione
29/06/2021
qualitative product or service property (0..*)
Articolo di Pagina Web
riassunto
In contemporanea all’evento Orti de La Malpenga, in calendario oggi 29 e domani 30 settembre, apertura straordinaria del Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli, via Fiume, 12, Pettinengo. Sarà possibile ammirare l’opera originale di Francesco Ciusa, Sa mama de su mortu - La madre dell’ucciso, con visita al Museo (dalle 20:30 alle 22:30 con ingresso gratuito).
L’opera, modellata tra il 1906 e il 1907, segnò il debutto di Francesco Ciusa (Nuoro, 2 luglio 1883 - Cagliari, 26 febbraio 1949) alla Biennale di Venezia del 1907. La realizzazione originale fu un gesso (cm 81,5 x 58 x 72,5), acquistato nel 1939 dalla Galleria Comunale d’Arte di Cagliari. Si conoscono successive cinque versioni in bronzo: la prima, su richiesta dell’allora Ministero della Pubblica Istruzione, fusa subito dopo l’esposizione del 1907, si trova alla Galleria d’Arte Moderna di Roma; la seconda sembrerebbe essere stata eseguita per un museo londinese; la terza per la Galleria d’Arte Moderna di Palermo; la quarta, nel 1983, per il Palazzo Civico di Cagliari; la quinta, nel 1985, per la tomba dell’artista nella chiesa di San Carlo in Nuoro. Ignota al pubblico era finora l’esistenza di una versione in marmo, sita nel parco di una villa di industriali della provincia Biella.
La statua in marmo ha le stesse dimensioni delle opere in gesso e bronzo già note. È arrivata nel Biellese negli anni in cui viveva ed operava a Biella l’artista sassarese Giuseppe Biasi (Sassari, 23 ottobre 1885 - Andorno Micca, 20 maggio 1945), con il quale Ciusa aveva stretto rapporti di amicizia. Custodita per decenni all’aperto nel parco della villa biellese, questa statua in marmo testimonia il perdurante e risalente rapporto tra Sardegna e Piemonte attraverso l’arte nel Novecento.
L’opera, modellata tra il 1906 e il 1907, segnò il debutto di Francesco Ciusa (Nuoro, 2 luglio 1883 - Cagliari, 26 febbraio 1949) alla Biennale di Venezia del 1907. La realizzazione originale fu un gesso (cm 81,5 x 58 x 72,5), acquistato nel 1939 dalla Galleria Comunale d’Arte di Cagliari. Si conoscono successive cinque versioni in bronzo: la prima, su richiesta dell’allora Ministero della Pubblica Istruzione, fusa subito dopo l’esposizione del 1907, si trova alla Galleria d’Arte Moderna di Roma; la seconda sembrerebbe essere stata eseguita per un museo londinese; la terza per la Galleria d’Arte Moderna di Palermo; la quarta, nel 1983, per il Palazzo Civico di Cagliari; la quinta, nel 1985, per la tomba dell’artista nella chiesa di San Carlo in Nuoro. Ignota al pubblico era finora l’esistenza di una versione in marmo, sita nel parco di una villa di industriali della provincia Biella.
La statua in marmo ha le stesse dimensioni delle opere in gesso e bronzo già note. È arrivata nel Biellese negli anni in cui viveva ed operava a Biella l’artista sassarese Giuseppe Biasi (Sassari, 23 ottobre 1885 - Andorno Micca, 20 maggio 1945), con il quale Ciusa aveva stretto rapporti di amicizia. Custodita per decenni all’aperto nel parco della villa biellese, questa statua in marmo testimonia il perdurante e risalente rapporto tra Sardegna e Piemonte attraverso l’arte nel Novecento.
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