Nivola Costantino
Contenuto
Cognome e Nome
Nivola Costantino
Patronimico
Mele
Data di nascita
July 6, 1911
Luogo di nascita
Orani
Paese di nascita
Italia
Nazionalità
Italiana
Residenza
Statunitense
Occupazione
Artista
Luogo di morte
East Hampton
Paese di morte
Stati Uniti d'America
Biografia o note storiche
Formatosi negli anni Trenta all’ISIA di Monza, un piccolo Bauhaus che lascerà all’artista isolano impressioni negative nonostante i grandi maestri presenti, verrà chiamato da Giuseppe Pagano per varie iniziative, tra cui spicca l’allestimento del padiglione italiano dell’expo di Parigi nel 1937. Altrettanto importanti saranno i lavori grafici che Nivola produrrà per l’Olivetti, nonché quelli antifascisti per “Giustizia e Libertà”. Si trasferisce a Parigi con la moglie Ruth Guggenheim, che rischiava di essere perseguitata a causa delle leggi razziali del 1938, dopodiché la coppia si trasferirà a New York. Questo segnerà irrevocabilmente il suo cammino. Famosi di questo periodo sono i disegni al tratto, con folle compresse sino all’inverosimile, dove si evince come l’artista vivesse una fascinazione ma anche uno spiazzamento e una crisi esistenziale davanti alla metropoli americana, nonostante alcuni contatti con antifascisti, anarchici ed emigrati europei nella Grande Mela. A questi si deve anche il contatto con gli ambienti americani d’avanguardia: Jackson Pollock e Lee Krasner saranno anche suoi vicini di casa. Nivola aveva infatti una grande capacità attrattiva e una personalità ricca di charm, ma dal punto di vista artistico rimane ancorato all’Europa. Importante sarà il contatto con Le Corbusier, a cui Nivola si lega con un rapporto di discepolato in cui il primo svela i segreti del modernismo e, soprattutto, un modello esistenziale al secondo. Dove Le Corbusier è saldo nella sua identità, Nivola risulta titubante e ambiguo. Affiora un discorso primitivista in forme neo-tribali, con richiami all’arte africana: questa esperienza, lo scavo negli stili modernisti e la ricerca del linguaggio pittorico ha come sfondo la fattoria di Long Island che Nivola compra e restaura. Al giardino lavoreranno numerose figure ospitate dall’artista, in un collegamento tra arte e quotidianità dove la componente sociale sarà fondamentale per celebrarne la vita.
Altri progetti importanti (alcuni non realizzati) sono stati l’Orani Pergola Village, i monumenti legati alla nascita della tecnica del cement carving (Il muratore, dedicato a suo padre e che col tempo diverrà costruttore) e quelli legati al perdurare della collaborazione con Olivetti, primo tra tutti i 23 metri di parete decorata per lo showroom Olivetti a New York, che lo renderanno ambito come collaboratore da molti architetti. Segna però anche il suo legame con la Sardegna, tema fisso che riaffiora con prepotenza nella mostra ad Orani del 1958: una mostra di sculture, durata soli tre giorni in cui venne convocata tutta la cittadinanza, rimarcando l’importanza che per Nivola avevano i rapporti sociali tra le persone.
Interessante il rapporto tra Nivola e altri architetti, come Eero Saarinen che lo chiama nel 1959 per collaborare alla realizzazione del Yale College: un architetto finlandese collabora con un sardo per realizzare un college americano ispirato a un luogo toscano come San Gimignano; una moltitudine di identità e di culture permeano l’origine di questo progetto molto moderno nelle linee ma profondamente gotico nell’animo, ingentilito ed animato da una serie di sculture che vengono inglobate nell’architettura. Negli stessi anni formula un progetto fortemente identitario legato alle origini sarde, quello per il Monumento alla Brigata Sassari, contro la guerra e mai realizzato, sintomatico di un rapporto conflittuale con l’isola che per Nivola si traduce sempre in un mancato ritorno verso la Sardegna. Il progetto per un Monumento a Gramsci, bandito dal comune di Ales, trova Nivola molto più coinvolto poiché per lui Gramsci era un eroe assoluto: questo per via delle sue umili origini da cui si eleva con la forza del pensiero politico che avrà un impatto nella comunità; pensiero politico che Nivola comprende anche nel senso di sofferenza. Nei disegni del progetto, infatti, vediamo nel volto di Gramsci il volto di Nivola, con una completa identificazione. A Piazza Satta, a Nuoro, Nivola poté invece elaborare un progetto libero in collaborazione con Richard Stein, con cui avrà un continuo scambio intellettuale. Nella piazza nuorese, la personalità di Sebastiano Satta “esplode” in tante piccole statuine che segnano ognuna un aspetto della sua identità, ciascuna posta in un monolite diverso, quasi che fossero dei piedistalli. Ma il rapporto tra statua e piedistallo si ribalta completamente e osservando le pietre ricordiamo i monoliti primitivi, come quelli di Laconi in funzione celebrativa. Nivola riconnette, natura, passato, presente e modernismo nell’identità sarda che riesce così a recuperare. Importanti anche le terrecotte che richiamano i letti etruschi, un microcosmo di sentimenti e di elementi simbolici legati al letto e alla vita dell’essere umano. Allo stesso modo si comportano le sue spiagge, i sand scapes che legano la costruzione identitaria al cosmopolitismo. Lo vediamo anche nella statuaria tarda di Nivola, molto attrattiva negli anni Ottanta poiché richiamava le icone dell’arte nuragica e pre-nuragica. Queste figure sono passate in secondo piano negli anni Duemila a favore di altri aspetti dell’arte di Nivola ma ora possiamo permetterci di apprezzare di nuovo quest’ultima produzione alla luce di ciò che è stato studiato e riscoperto in seguito: variazioni infinite di un'unica forma che costituiscono un lascito artistico e umano in linea con ciò che Nivola ha sempre inteso della sua arte e che ci ha tramandato.
Altri progetti importanti (alcuni non realizzati) sono stati l’Orani Pergola Village, i monumenti legati alla nascita della tecnica del cement carving (Il muratore, dedicato a suo padre e che col tempo diverrà costruttore) e quelli legati al perdurare della collaborazione con Olivetti, primo tra tutti i 23 metri di parete decorata per lo showroom Olivetti a New York, che lo renderanno ambito come collaboratore da molti architetti. Segna però anche il suo legame con la Sardegna, tema fisso che riaffiora con prepotenza nella mostra ad Orani del 1958: una mostra di sculture, durata soli tre giorni in cui venne convocata tutta la cittadinanza, rimarcando l’importanza che per Nivola avevano i rapporti sociali tra le persone.
Interessante il rapporto tra Nivola e altri architetti, come Eero Saarinen che lo chiama nel 1959 per collaborare alla realizzazione del Yale College: un architetto finlandese collabora con un sardo per realizzare un college americano ispirato a un luogo toscano come San Gimignano; una moltitudine di identità e di culture permeano l’origine di questo progetto molto moderno nelle linee ma profondamente gotico nell’animo, ingentilito ed animato da una serie di sculture che vengono inglobate nell’architettura. Negli stessi anni formula un progetto fortemente identitario legato alle origini sarde, quello per il Monumento alla Brigata Sassari, contro la guerra e mai realizzato, sintomatico di un rapporto conflittuale con l’isola che per Nivola si traduce sempre in un mancato ritorno verso la Sardegna. Il progetto per un Monumento a Gramsci, bandito dal comune di Ales, trova Nivola molto più coinvolto poiché per lui Gramsci era un eroe assoluto: questo per via delle sue umili origini da cui si eleva con la forza del pensiero politico che avrà un impatto nella comunità; pensiero politico che Nivola comprende anche nel senso di sofferenza. Nei disegni del progetto, infatti, vediamo nel volto di Gramsci il volto di Nivola, con una completa identificazione. A Piazza Satta, a Nuoro, Nivola poté invece elaborare un progetto libero in collaborazione con Richard Stein, con cui avrà un continuo scambio intellettuale. Nella piazza nuorese, la personalità di Sebastiano Satta “esplode” in tante piccole statuine che segnano ognuna un aspetto della sua identità, ciascuna posta in un monolite diverso, quasi che fossero dei piedistalli. Ma il rapporto tra statua e piedistallo si ribalta completamente e osservando le pietre ricordiamo i monoliti primitivi, come quelli di Laconi in funzione celebrativa. Nivola riconnette, natura, passato, presente e modernismo nell’identità sarda che riesce così a recuperare. Importanti anche le terrecotte che richiamano i letti etruschi, un microcosmo di sentimenti e di elementi simbolici legati al letto e alla vita dell’essere umano. Allo stesso modo si comportano le sue spiagge, i sand scapes che legano la costruzione identitaria al cosmopolitismo. Lo vediamo anche nella statuaria tarda di Nivola, molto attrattiva negli anni Ottanta poiché richiamava le icone dell’arte nuragica e pre-nuragica. Queste figure sono passate in secondo piano negli anni Duemila a favore di altri aspetti dell’arte di Nivola ma ora possiamo permetterci di apprezzare di nuovo quest’ultima produzione alla luce di ciò che è stato studiato e riscoperto in seguito: variazioni infinite di un'unica forma che costituiscono un lascito artistico e umano in linea con ciò che Nivola ha sempre inteso della sua arte e che ci ha tramandato.
Fonti biblio e sitografiche
Autore della scheda
Marta Melis
Lingua
Italiano
Titolo
Costantino Nivola
Descrizione
Scheda descrittiva dell'artista e scultore sardo Costantino Nivola.
autore
Marta Melis
Diritti d'accesso
Pubblico
Editore
Data di creazione
23/06/2021
Licenza d'uso
Libera
Collezione
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