Cultura immateriale e digitale: i mutos oranesi

a cura di Alice Scalas

Intervista a Emma Modolo

Intervista a Pietro Paolo Modolo

Intervista a Sandra Paddeu

Marchesati d'Orani e di Gallura

Causa tra il monte di riscatto ed il Marchese di Orani

L’importanza delle fonti orali

Siamo abituati a pensare che “fare ricerca” significhi, nella maggior parte dei casi, porsi una domanda e cercare risposte nei libri di testo, nella documentazione archivistica o nei materiali presenti sul web. Poco considerate, le fonti orali sono invece un prezioso sostegno quando le risposte alla nostra domanda si moltiplicano, mostrandoci un punto di vista differente e arricchendo la ricerca di informazioni spesso inedite.

Uno degli obiettivi del LUDiCa, attraverso le lezioni, i seminari e il campo estivo, è stato proprio mostrarci l’importanza dell’uso delle fonti orali per la ricostruzione della storia locale di Orani, partendo dalle nozioni base da conoscere per svolgere un’intervista, fino ai consigli per rapportarci con le persone.

Prima della partenza per il campo, la divisione in gruppi di lavoro ha permesso a ogni team di lavorare focalizzandosi su un preciso “spazio” della storia oranese, esplorando aspetti caratteristici e spesso poco conosciuti.

Come componente del gruppo “spazi immateriali” ho vissuto l’esperienza del campo estivo instaurando da subito un legame con la comunità: ho toccato con mano le creazioni del maestro sardo Paolo Modolo, ho assistito alla panificazione tradizionale oranese, ho ascoltato i ricordi della processione della Madonna di Gonare e i canti religiosi in suo onore.

Ogni informazione raccolta è stata elaborata per poter diventare fruibile utilizzando il software opensource Omeka-S.

L’applicativo ha permesso di metadatare i file audio e video attraverso la creazione di schede narrative digitali dedicate (cui sono state allegate le relative autorizzazioni firmate dagli intervistati) e di geolocalizzarli attraverso l’utilizzo di OpenStreetMap.

I Mutos oranesi

L’esperienza che più di tutte mi ha arricchito è stata l’ascolto dei mutos oranesi letti dalla signora Pina Pinna, che ha disegnato con la sua voce la devozione per i santi, scene di vita quotidiana oranese paesana e campestre.

I mutos sono componimenti in rima appartenenti alla tradizione orale sarda, di solito riguardanti tematiche amorose, scherzose o polemiche. Conosciuti anche come muttetus nella regione del Campidano, questi componimenti sono tipici delle aree del Logudoro e del Nuorese, all’interno delle quali ogni paese porta avanti fieramente la propria variante.

La registrazione audio dei mutos, fatta nell’abitazione privata della signora Pina Pinna e riportata in file .m4a su Omeka-S, è stata editata, geolocalizzata e corredata con la trascrizione.

Trattandosi di mutos letti appositamente per essere registrati tramite smartphone, la qualità del suono ha permesso un ascolto pulito e la comprensione precisa delle parole in lingua oranese.

L’ultima fase del mio lavoro, l’inserimento dei materiali audio-video nel portale creato per la condivisione con la comunità di Orani, ha dato prova concreta di ciò che il LUDiCa ha insegnato a noi partecipanti: metodologie di ricerca innovative combinati con software di metadatazione e geolocalizzazione possono essere impiegati per coinvolgere diversi pubblici in percorsi di ricerca partecipata.

In conclusione

L'approccio a questi metodi permette ai ricercatori di lavorare con maggiore consapevolezza in ambiente digitale anche in una prospettiva di rapporto diretto con le comunità. Ma questo approccio consente alle stesse comunità di attivare percorsi innovativi e tecnologicamente più accorti di riappropriazione della propria storia locale, intesa più come un processo conoscitivo che non come un atto puntuale.

Ciò che personalmente ritengo più prezioso nell’esperienza che ho vissuto è stata la constatazione del valore, dell’utilità, della necessità di ricostruire, organizzare, restituire la storia di comunità anche col contributo e insieme alle persone che ne fanno parte.

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